E Friedkin dette le condizioni per tornare al tavolo
Dan Friedkin è sempre più lontano dalla Roma e detta le condizioni per riaprire la trattativa con Pallotta, che intanto si guarda intorno, attraverso gli occhi attenti della Goldman Sachs, per capire se ci sono altri potenziali investitori sul mercato. Della ricerca se ne occupano esclusivamente i manager negli Stati Uniti, a Roma non sono giunti segnali di nessun tipo. La società è quotata in Borsa, tutti i dati sono pubblici e facilmente reperibili.
CONDIZIONI. Il magnate texano ha fatto perdere le su tracce da oltre due mesi, ha interrotto i rapporti con Pallotta e con i dirigenti romani, con i quali nei primi mesi dell’anno aveva colloqui quasi quotidiani. Secondo fonti accreditate la ripresa delle trattative è molto complicata, ma l’uomo Toyota non avrebbe accontonato definitivamente il dossier Roma, spinto soprattutto dal figlio Ryan a sbarcare nel calcio italiano. Ma le condizioni per riprendere la trattativa non sono in questo momento concretizzabili. Friedkin parte da alcuni presupposti irrinunciabili. Una valutazione al ribasso, rispetto ai 710 milioni convenuti alla fine di dicembre, diciamo intorno ai 500 milioni. Abbattimento del monte ingaggi del 25 per cento. Certezze sulla conclusione dell’iter per l’approvazione del progetto dello stadio di Tor di Valle, fermo ancora all’approvazione della convenzione urbanistica. Ormai dello stadio non se ne parla più in Campidoglio e l’impressione è che sarà tutto rimandato alla prossima consiliatura. Infine, condizione più importante delle altre, la ripresa del campionato (per la quale questi sono giorni decisivi) che fermerebbe l’emorragia delle perdite, causate dal lockdown con i mancati incassi al botteghino e l’annullamento di alcuni contratti di sponsorizzazione. Friedkin aspetta la ripresa dell’attività per fare una nuova valutazione. In questo momento non ci sono le condizioni per riaprire la trattativa per la Roma.
LA STRATEGIA DI JIM. Pallotta se trovasse il modo di cedere la Roma anche domani sarebbe ben felice. Non viene nella Capitale da due anni, ha capito che in Italia è la vita è difficile per qualsiasi investitore. Non gli basterebbero neppure nuovi soci per proseguire la sua avventura romana. Semmai potrebbe accogliere un socio di maggioranza, che però in breve tempo prenda le redini della società. Il presidente ha capito che in questo momento conviene aspettare che passi la crisi causata dalla pandemia e che ripartano tutte le attività, fino a tornare alla normalità. In questa situazione nessuna ha fretta. Non ce l’ha Pallotta, nè tanto meno Friedkin. Tra l’altro il Dpcm di marzo solleva le società dall’obbligo di fare le ricapitalizzazioni. Il presidente i soldi a breve dovrà metterli per garantire comunque continuità aziendale e liquidità e completare l’aumento di capitale fissato da tempo. Insomma, la Roma non corre pericoli, ma se il campionato non dovesse riprendere sarebbe dura. Per questo tutti a Trigoria, da Fienga ai magazzinieri, sperano che si ricominci.
Attende la ripresa della Serie A, chiede garanzie per lo stadio e ingaggi ridotti