IBRA È SEMPRE IBRA BASTERÀ AL MILAN?
Lo svedese ieri ha preso parte all’allenamento. Ed è apparso in forma Zlatan vale più di una garanzia. Intorno a lui però preoccupa la qualità per l’Europa e la Coppa Italia
Zlatan Ibrahimovic ieri si è presentato a Milanello per partecipare (ore 11,30) al secondo allenamento previsto in mattinata dopo aver sventato la quarantena alla luce di due tamponi negativi. Come è consuetudine Pioli da giovedì 7 maggio divide l’organico a sua disposizione in due gruppi di lavoro che, per il momento, svolgono solo allenamenti personalizzati in attesa di ricominciare quelli collettivi.
Ibra è una garanzia, non si discute. Anche in questo Milan, sempre più mediocre, che tenta di rendere meno fallimentare questa stagione inseguendo un posto in Europa League e la Coppa Italia. Il suo approccio-bis a Milanello è stato, come umore e impegno, pari al primo di gennaio. «God is back» non può e non vuole permettersi brutte figure a livello personale. Lo spirito e la voglia sono sempre quelli giusti anche se la sua permanenza al Milan per un altro anno sembra ormai da escludere.
RISORSA. Ma anche per il «divino» Ibrahimovic è quasi impossibile riuscire a far risorgere un povero... Diavolo. Basti pensare che in due delle peggiori esibizioni rossonere derby (da 2-0 a 2-4 con i primi 3 gol della rimonta interisti subiti dal 5' al 15' del secondo tempo) e il Genoa l’8 marzo prima della sospensione del campionato, Ibra ha fatto sempre centro ma il Milan, come spesso accade, non si è confermato all’altezza dello svedese.
Stefano Pioli aveva salutato l’arrivo di Ibra come un autentico salvatore della patria. Nelle 10 partite disputate fra campionato e Coppa Italia lo svedese ha realizzato 4 gol e ha confezionato 2 assist vincenti. Lunedì Ibra si è presentato a Milanello in buone condizioni di forma anche perchè durante il lockdown in Italia si è allenato a Stoccolma con l’Hammarby. Ci sono i presupposti che possa dare ancora il meglio di sé nello «sprint» dove si giocheranno 3 partite a settimana nel breve arco di un paio di mesi.
GARANZIA. Quindi Zlatan Ibrahimovic vuol dire, sempre, qualità. Ma ammirare il miglior Ibra, purtroppo, non garantisce la certezza di vedere il miglior Milan. Stefano Pioli non è riuscito a rimediare ai danni lasciati in eredità da Giampaolo esonerato dopo aver collezionato 9 punti nelle prime 7 partite di campionato. Lo stesso Boban è stato il principale sponsor del ritorno di Zatlan in rossonero dopo ben 10 anni. Intuendo che anche Pioli stava rischiando la deriva in campionato. A maggior ragione dopo l’umiliante 0-5 di Bergamo contro l’Atalanta (22 dicembre) dove il Milan aveva incassato ben 4 gol in soli 22' nel secondo tempo. L’attuale tecnico ha avuto l’accortezza di costruire un Milan a misura di Ibra. Con un 4-2-3-1 che, a corrente alternata, ha esaltato lo svedese grazie anche all’improvviso ma fondamentale supporto del croato Rebic che aveva deluso nella prima metà della stagione.
DOPPIO BIS? «God is back», quindi, c’è e si vede. A quasi 39 anni (li compirà il 3 ottobre) Zlatan può fare ancora la differenza. Ma così come era successo nel biennio 2010-2012, il finale della breve avventura rossonera appare già scritto. Ibra non prese bene la cessione al Paris St. Germain con Berlusconi deciso a smantellare una squadra che avrebbe potuto vincere ancora. Lo stesso ad Galliani confidò che, in un paio di occasioni, Ibra manifestò ancora il suo risentimento nonostante fosse passato del tempo. Questa volta lo svedese sembra più sereno e rassegnato. Questo Milan, ormai da troppo tempo, non è il vero Milan. È meglio farsene una ragione...
Vuole centrare i due traguardi stagionali Poi sceglierà il futuro fra addio o conferma