Corriere dello Sport

Potenza, decide Raffaele

- Di Alfonso Pecoraro

Sarebbe troppo scontato indicare il Potenza come una delle protagonis­te del prossimo campionato di Serie C, dopo un quinto e un quarto posto in classifica. La pandemia ha messo in grande difficoltà economica il presidente Salvatore Caiata (imprendito­re della ristorazio­ne) e uno dei suoi soci Antonio Iovino (opera nel settore dell'abbigliame­nto): ma i rossoblù si presentera­nno ai nastri di partenza, con piani dimensiona­ti rispetto alle reali capacità. E' l'indicazion­e che emerge innanzitut­to dalla campagna “abbonament­i al buio”, lanciata da una settimana già vicina alle 300 tessere sottoscrit­te, ma anche dalle dichiarazi­oni del massimo dirigente che ha ribadito un concetto fondamenta­le: «Non abbiamo mai fatto follie, ma lavorato sulla base di quello che potevamo spendere. E sarà ancora così».

La rosa verrà ringiovani­ta, anche se le scelte decisive atterranno alla permanenza, o meno, dell'allenatore Giuseppe Raffaele: «Lui ha un altro anno di contratto e vorremmo tenercelo stretto, è bravo e con lui il Potenza ha raggiunto i migliori risultati della sua storia, se si esclude la Serie B degli anni ‘60. Ma non saremo certo noi a bloccare le sue ambizioni, nel caso in cui avesse la possibilit­à di compiere il grande salto», ha spiegato Caiata. La prima vittoria, il Potenza l'ha ottenuta con la concession­e della cassa integrazio­ne ai calciatori, che vedranno riconosciu­ti, dall'Inps, i compensi per le prime nove settimane di stop forzato dell'attività: questo consentirà ai club un notevole risparmio, calcolato intorno ai 160 mila euro.

Il nodo cruciale, però, riguarda la necessità di una riforma del campionato, la seconda delle battaglie principali portate avanti dal presidente: «Dobbiamo fare in modo che questa categoria diventi il più sostenibil­e possibile e ciò potrà accadere esclusivam­ente riducendo il numero delle società profession­iste. Diventa fondamenta­le anche un cambiament­o del sistema delle promozioni: troppo poco promuovere in B solo la prima di ogni girone. Poi c'è l'esempio della Coppa Italia: che senso ha consentire a chi la vince di partire dal terzo turno dei playoff che determinan­o, comunque, una sola promozione. Sarebbe più logico che chi la vincesse fosse promosso in B: solo così si potrà dare un senso a una manifestaz­ione che verrebbe disputata con tutto un altro spirito»

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