Corriere dello Sport

VETTEL AL CENTRO DEL MONDIALE

I suoi due nodi: sfidare Leclerc e trovare un volante per non lasciare la Germania senza piloti

- Di Giorgio Burreddu

Il divorzio con la Ferrari mette Seb sotto i riflettori: per i duelli in pista e per il futuro del motorsport tedesco

E’ fuori da tutto, dal progetto e dal futuro. Eppure, non era mai stato al centro del mondo come in queste ore, in questi giorni. A meno di un mese dalla (possibile) ripresa del mondiale, Sebastian Vettel si scopre baluardo e antieroe, all’estremo limite del nulla e ostinatame­nte dentro alle cose. Alla Ferrari correrà da separato in casa. Per la Germania sarà l’ultimo pilota della stirpe tedesca a rendere grande la velocità: tra i venti al via quest’anno, Vettel è rimasto l’unico. Nel 2010 i tedeschi che correvano in Formula 1 erano addirittur­a 7, una percentual­e altissima, che traduceva in cifre concetti astratti come la classe e il coraggio. Quando si correva in Germania, in Austria o in Belgio, le autostrade del centro Europa si riempivano di tifosi, andavano verso le piste sapendo di essere i più veloci di tutti. Nel giro di dieci anni quel mondo è finito, se ne sono andati tutti. Non c’è mai stato un reale ricambio generazion­ale. A tenere alta la bandiera della Germania è rimasto Vettel, che però ora guarda al 2021 come all’anno della fine della giostra. Un pilota solo. Ma dietro di lui sono riposte illusioni e speranze, sogni infranti e opacità di una nazione intera.

PARADOSSO. La Germania ha la Mercedes che domina da anni. Ma quest’anno non avrà il Gran Premio di Hockenheim e dal 2021 rischia di non avere più piloti. Dipende tutto da Seb. In dieci anni è cambiato tutto. Negli anni Novanta la supremazia era alta, quasi incontrast­ata. E dieci anni fa c’erano Sutil, Heidfeld, Rosberg, fino alla leggenda delle leggende, l'inarriders­i. vabile Michael Schumacher. E in seguito lo stesso Vettel, che su Red Bull aveva convincend­o l’umanità a credere nella sua corsa contro il vento. Ma se un tempo un terzo dei piloti parlava tedesco, oggi la situazione è cambiata. Anche il mondo della F1 si è globalizza­to, ha guardato a ovest e a est, a sud e a nord, e la geografia degli eroi alla guida è diventata un’altra, diversa, persino più grande. La velocità è una questione di stile, ma i piloti l’hanno imparata ovunque. In questa new hollywood della velocità Vettel era l'eroe che aveva resistito alle intemperie, fino all’ultimo colpo di scena: l’addio alla Ferrari e un futuro che adesso non lo comprende più. L’anno prossimo Seb potrebbe chiuderla lì, mettendo fine in qualche modo a un’epoca.

ULTIMO. Tutto cambia. Quando la Germania si ritrovò con le spalle al muro per gli scarsi successi nel calcio, ai vertici della federazion­e decisero che era l’ora di rifondare tutto. Nel giro di poco i tedeschi ritornaron­o a vincere il mondiale. Rifondazio­ne e ricostruzi­one, senza tentenname­nti. Accadrà anche con i piloti? Per ora quella di Vettel è una fiaba senza lieto fine. C’era una volta la scuola tedesca e c’è ancora, solo che adesso quell'epoca d'oro sta per chiuVettel ha parlato di «perfetta sintonia», quella che gli è mancata con la Ferrari per essere la leggenda che la casa di Maranello sta (ri)cercando. Ma è anche molto peggio di così. In Germania hanno già alzato la voce, fatto sentire la preoccupaz­ione. Ralf Schumacher alla tv tedesca RTL ha spiegato che «i tedeschi hanno avuto sempre grande passione per questo sport. Adesso è tutto diverso. Non sentiamo più quell’attenzione». L’intero mondo del motorsport è in affanno, la Dtm rischia di fallire, le piste per i kart sono poche, i piloti diminuisco­no. C’è sempre un punto di non ritorno. Bisogna accettarlo, tirare il fiato e ricomincia­re. Vettel, per ora, resta l’ultima delle speranze tedesche.

Tra i venti al via è l’ultimo testimone della scuola tedesca che ha già perso il Gp

Solo a Stoccarda sorridono: da anni la Mercedes è imbattibil­e

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