Corriere dello Sport

Il futuro distopico fa paura

- a.b.

È nei momenti più difficili che bisognereb­be avere il coraggio di cambiare, e guardare al futuro con una visione totalmente differente. Nel caso del basket, ad esempio, si sarebbe potuto assicurare ai club classifica­ti tra i primi dieci, una franchigia garantita in A per due o tre anni. Forse un’idea troppo avvenirist­ica di questi tempi.

Di sicuro sarebbe un clamoroso harakiri il ricorrere al blocco delle retrocessi­oni anche solo per un anno. Ieri nessuno in Lega ne ha parlato, e questo è rassicuran­te.

Provate ad immaginare le conseguenz­e di un campionato giocato senza avere un obiettivo, sia esso la conquista dello scudetto, di un posto nelle coppe o la permanenza in serie A. Noi lo abbiamo fatto. Ed abbiamo visto molte squadre costruite con pochissimi euro (tanto non si retrocede). Ah, ma viene imposto un investimen­to minimo! Appunto, minimo. Così le grandi, quelle che devono competere anche in Europa, continuera­nno ad essere tali, mentre le altre saranno di un livello ancora più scarso rispetto al passato: la conseguent­e differenza di valori abbasserà in maniera sinistra lo spettacolo in campo, quello a cui tengono tanto tutti. A parole. Crollerebb­ero le fondamenta della nostra cultura sportiva: ovvero promozioni e retrocessi­oni, che hanno sempre dato un senso ad ogni stagione per qualsiasi club.

Non basta: con la certezza di non rischiare nulla, quale interesse troveranno i tifosi e appassiona­ti per delle partite che non solo non mettono nulla in palio, ma che non possono dare uno spettacolo adeguato al prezzo del biglietto?

E i giocatori, che stimoli avrebbero a disputare le partite, molte delle quali con sicuri, pesantissi­mi scarti? Gli italiani e i giovani giocherebb­ero di più? Certo, ma si migliora giocando con i migliori, non il contrario.

20 SQUADRE? Per non parlare di una eventuale serie A a 20 squadre. Ne scompare una ogni due tre stagioni per problemi economici, e l’idea sarebbe di aumentare il numero dei club, per di più proprio nel periodo in cui la pandemia sottrae certezze di ogni tipo, soprattutt­o economico.

Ecco, questa visioni distopica del basket a noi ha fatto sinceramen­te molta paura. I problemi della nostra pallacanes­tro sono tanti, eppure non è accontenta­ndo tutti ora che si garantisce un futuro a società ed atleti. Anzi...

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