Corriere dello Sport

Aic: «Il problema sarà la quarantena di squadre intere»

- Di Antonio Vitiello

MILANO - «I giocatori sono disponibil­i ai maxi ritiri, ma non più di due settimane». La posizione dell’Aic è stata rimarcata ieri dal vicepresid­ente Umberto Calcagno, mentre resta il problema della quarantena nel caso in cui venisse trovato un giocatore positivo. «Non abbiamo cambiato idea sui ritiri, i giocatori sono disposti ad andarci. Le due settimane concordate, se necessarie, si faranno. Il problema è la quarantena, è impensabil­e che con circa 1000 persone che girano in Serie A, non ne esca neppure uno positivo», ha spiegato Calcagno in un’intervista a Radio Punto Nuovo. «Oggettivam­ente ci sono problemi organizzat­ivi e bisogna risolverli. Il primo su tutti è come trattare un contagiato».

SÌ DEI GIOCATORI. Ma gli atleti vogliono ricomincia­re, seguire l’esempio della Bundesliga: «Oggi l’unica certezza che abbiamo è l’unità d’intenti a voler riprendere, ma non si può riprendere ad ogni costo. Sperando che la curva epidemiolo­gica migliori, ci auguriamo che i protocolli possano essere differenti. Far ripartire il calcio ha un indotto esterno, un fatturato, ma anche un indotto interno: serie B, serie C, il mondo dilettanti­stico. Tutti vorremmo ripartire, oggi ci siamo molto vicini secondo me. L’importante è che passi il messaggio che nessuno chiede forzature. Il Paese dovrà imparare a convivere con il virus, dobbiamo capire cosa vuol dire. La soluzione al problema della quarantena collettiva può darci un’ottica differente, non solo al calcio, ma a tutti gli sport di squadra. Sono sport di contatto, è possibile che un calciatore s’infetti, bisogna ragionare serenament­e e trovare una soluzione».

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