Nuovo protocollo c’è il doppio assist
Si lavora all’aggiornamento del documento medico Un positivo? Non si ferma tutto, bastano i test Responsabilità ai dottori? Solo per colpa grave
Mentre è stato avviato l’iter per ottenere il via libera al protocollo rivisto per gli allenamenti collettivi, il calcio potrebbe incassare a breve un importante punto a favore nella questione quarantena. Nel Decreto per la fase 2 in via di definizione, sarebbero contenuti due articoli che vanno incontro alle esigenze del mondo del pallone. Si tratterebbe di un primo passo per scongiurare il pericolo che, nel caso di un giocatore, o di un componente del gruppo-squadra, trovato positivo, diventi obbligatorio fermare di nuovo tutto. Inoltre, attraverso l’ultima circolare dell’Inail, c’è stata una schiarita pure sul tema delle responsabilità: restano a carico dei medici, ma, come già emerso, solo nell’eventualità di dolo o di colpa grave.
NO RITIRO PIÙ TAMPONI. Per quanto riguarda il protocollo, in questa fase è Casasco, presidente della Federazione dei medici sportivi, a fare da ponte tra Federcalcio e il Comitato tecnico-scientifico del Governo. Gravina ha allertato Spadafora che ci sarebbe stato un approccio con il Cts e dal Ministro ha ricevuto la stessa disponibilità manifestata in televisione venerdì sera. Il nuovo documento, comunque, non è da considerare completato, ma è in costante aggiornamento, sulla base degli aggiornamenti in corso tra le parti. L’obiettivo è di cominciare al più presto la fase di allenamenti collettivi, permettendo ai giocatori di rientrare a casa a fine seduta. In cambio, i club si impegneranno ad aumentare la frequenza dei tamponi, in modo aumentare il controllo sul gruppo. Toccherebbe sempre ai club procurarsi i test, con l’impegno di non andare ad intaccare i quantitativi destinati alla popolazione. E, a proposito di impegno, gli stessi calciatori, una volta fuori dai centri sportivi, verranno invitati a tenere un comportamento di grande cautela e ad evitare qualsiasi potenziale rischio di contagio. In realtà, alcuni giorni di ritiro (non più di una settimana) sarebbero comunque previsti, ma solo a ridosso del via al campionato.
SOLO PRECAUZIONALE. Gravina e Dal Pino lavorano in sintonia e, insieme, covando un’ulteriore speranza, ovvero ottenere qualche margine di manovra in più sul tema quarantena già nell’immediato. E una sponda in questo senso la potrebbe offrire il nuovo Decreto del Governo, all’interno del quale non si parlerebbe più di quarantena obbligatoria, ma solo di precauzionale, specificando inoltre che resterebbe in vigore fino all’accertamento della guarigione del soggetto, mentre non verrebbe più indicata la tempistica di 14 giorni. Cosa significa? Beh che coloro che sono entrati in contatto con un positivo potrebbero non essere costretti a rimanere isolati per due settimane: sarebbe sufficiente un doppio tampone a distanza di 24 ore, con esito negativo, per certificare la mancata infezione. Unico accorgimento, attendere alcuni giorni per effettuare i test, così da tenere conto del tempo medio per l’incubazione del virus. Come premesso, infine, l’ultima circolare dell’Inail ha ridimensionato il carico di responsabilità per i medici, limitandola a dolo o colpa grave. Ma cosa significa colpa grave per il calcio? Ad esempio, nascondere un positivo o i contatti con un contagiato per permettere di giocare una partita.
Il piano prevede tamponi frequenti e un ritiro iniziale di una sola settimana
CAMPOCCIA SALUTA. Oggi pomeriggio, i club del massimo campionato si ritroveranno in “call” per fare il punto della situazione su tutti i fronti aperti. Una delle idee è che, pur dovendo attendere il protocollo per gli allenamenti collettivi, si possa comunque lavorare non più individualmente, ma a gruppetti. Per concludere, dopo la bufera nell’Assemblea di mercoledì, Campoccia, vicepresidente dell’Udinese, ha presentato le dimissioni da Consigliere di Lega.
Da “obbligatoria” a “precauzionale”: così la quarantena sta per cambiare