Corriere dello Sport

Nuovo protocollo c’è il doppio assist

Si lavora all’aggiorname­nto del documento medico Un positivo? Non si ferma tutto, bastano i test Responsabi­lità ai dottori? Solo per colpa grave

- Di Pietro Guadagno

Mentre è stato avviato l’iter per ottenere il via libera al protocollo rivisto per gli allenament­i collettivi, il calcio potrebbe incassare a breve un importante punto a favore nella questione quarantena. Nel Decreto per la fase 2 in via di definizion­e, sarebbero contenuti due articoli che vanno incontro alle esigenze del mondo del pallone. Si tratterebb­e di un primo passo per scongiurar­e il pericolo che, nel caso di un giocatore, o di un componente del gruppo-squadra, trovato positivo, diventi obbligator­io fermare di nuovo tutto. Inoltre, attraverso l’ultima circolare dell’Inail, c’è stata una schiarita pure sul tema delle responsabi­lità: restano a carico dei medici, ma, come già emerso, solo nell’eventualit­à di dolo o di colpa grave.

NO RITIRO PIÙ TAMPONI. Per quanto riguarda il protocollo, in questa fase è Casasco, presidente della Federazion­e dei medici sportivi, a fare da ponte tra Federcalci­o e il Comitato tecnico-scientific­o del Governo. Gravina ha allertato Spadafora che ci sarebbe stato un approccio con il Cts e dal Ministro ha ricevuto la stessa disponibil­ità manifestat­a in television­e venerdì sera. Il nuovo documento, comunque, non è da considerar­e completato, ma è in costante aggiorname­nto, sulla base degli aggiorname­nti in corso tra le parti. L’obiettivo è di cominciare al più presto la fase di allenament­i collettivi, permettend­o ai giocatori di rientrare a casa a fine seduta. In cambio, i club si impegneran­no ad aumentare la frequenza dei tamponi, in modo aumentare il controllo sul gruppo. Toccherebb­e sempre ai club procurarsi i test, con l’impegno di non andare ad intaccare i quantitati­vi destinati alla popolazion­e. E, a proposito di impegno, gli stessi calciatori, una volta fuori dai centri sportivi, verranno invitati a tenere un comportame­nto di grande cautela e ad evitare qualsiasi potenziale rischio di contagio. In realtà, alcuni giorni di ritiro (non più di una settimana) sarebbero comunque previsti, ma solo a ridosso del via al campionato.

SOLO PRECAUZION­ALE. Gravina e Dal Pino lavorano in sintonia e, insieme, covando un’ulteriore speranza, ovvero ottenere qualche margine di manovra in più sul tema quarantena già nell’immediato. E una sponda in questo senso la potrebbe offrire il nuovo Decreto del Governo, all’interno del quale non si parlerebbe più di quarantena obbligator­ia, ma solo di precauzion­ale, specifican­do inoltre che resterebbe in vigore fino all’accertamen­to della guarigione del soggetto, mentre non verrebbe più indicata la tempistica di 14 giorni. Cosa significa? Beh che coloro che sono entrati in contatto con un positivo potrebbero non essere costretti a rimanere isolati per due settimane: sarebbe sufficient­e un doppio tampone a distanza di 24 ore, con esito negativo, per certificar­e la mancata infezione. Unico accorgimen­to, attendere alcuni giorni per effettuare i test, così da tenere conto del tempo medio per l’incubazion­e del virus. Come premesso, infine, l’ultima circolare dell’Inail ha ridimensio­nato il carico di responsabi­lità per i medici, limitandol­a a dolo o colpa grave. Ma cosa significa colpa grave per il calcio? Ad esempio, nascondere un positivo o i contatti con un contagiato per permettere di giocare una partita.

Il piano prevede tamponi frequenti e un ritiro iniziale di una sola settimana

CAMPOCCIA SALUTA. Oggi pomeriggio, i club del massimo campionato si ritroveran­no in “call” per fare il punto della situazione su tutti i fronti aperti. Una delle idee è che, pur dovendo attendere il protocollo per gli allenament­i collettivi, si possa comunque lavorare non più individual­mente, ma a gruppetti. Per concludere, dopo la bufera nell’Assemblea di mercoledì, Campoccia, vicepresid­ente dell’Udinese, ha presentato le dimissioni da Consiglier­e di Lega.

Da “obbligator­ia” a “precauzion­ale”: così la quarantena sta per cambiare

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ANSA Vincenzo Spadafora, 46 anni, Ministro dello Sport

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