Palermo studia l’identikit per il dopo Pergolizzi
Il primo nodo da sciogliere è l’opzione fra un nome esperto e un emergente
Palermo, rebus allenatore. La posizione di Pergolizzi, che ha messo da parte un bel credito avendo comandato il campionato dalla prima giornata, necessiterebbe di una valutazione finale non appena sarà ufficiale che la D non riprende e di conseguenza verrà consacrata la promozione della squadra in Serie C. In realtà, la conferma dell'allenatore palermitano si allontana per una ragione semplicissima e che non implica sue responsabilità: Rosario era ritenuto l'uomo adatto per questo specifico campionato, sia per la conoscenza della Serie D che per il suo forte senso di appartenenza e in particolare per la sua abilità a gestire i giovani, arma fondamentale stante le regole dei 4 under obbligatori sempre in campo. Centrata la sua missione, il Palermo lo ringrazierà ma ritiene più adeguato un altro profilo per il campionato successivo.
LA SCELTA BLOCCATA. Quando si cambia allenatore, ci si può affidare alla tradizione, cioè ad un tecnico collaudato con particolare riguardo alla piazza e al campionato in cui lavorerà, o alla modernità, puntando cioè su forze nuove, nomi forse meno noti al grande pubblico ma carichi di entusiasmo e pronti a proporre calcio in modo intrigante e comunque efficace. Il
Palermo è bloccato sullo sviluppo del proprio futuro dai tanti interrogativi che accompagnano la ripresa del calcio italiano. Anche volendo approfondire dei contatti, molti tecnici di squadre di B o C di vertice non possono dare risposte finché non si capisce cosa accadrà alla stagione in corso.
Ma c'è un punto di partenza importante: qualunque allenatore verrà scelto, dovrà accettare la precisa attribuzione di ruoli esistenti in viale del Fante. E cioè che la squadra la costruiscono gli organi tecnici, l'ad Sagramola e il ds Castagnini, anche sulla base degli orientamenti del mister (ma non solo) e che il titolare della panchina la gestisce, con una autonomia totale (o quasi) nelle decisioni tecniche e sulla formazione. In ogni caso, è ovvio che si cercherà un allenatore dalla fisionomia diversa: un profilo di maggiore esperienza e capacità di comunicazione, che sappia relazionarsi con una città del livello di Palermo (identikit possibili Braglia e Auteri ma solo come esempi di caratteristiche del tecnico da individuare), o giovani che abbiano già mostrato indubbie qualità e forte personalità (il Liverani di due anni fa, Fabio Grosso o un nome a sorpresa). Al momento, però, si parla solo di progetti di massima.
INNOVATION LAB. Intanto il club si proietta verso la modernità con la nascita del Palermo Innovation Lab, un “serbatoio” di idee provenienti dal territorio, da cui la società potrà attingere per prendere spunti funzionali alle proprie esigenze. Progetti di design dedicati ai tifosi, sviluppo di campagne di marketing e comunicazione sono alcune delle principali aree di riferimento dell'iniziativa. Un centro di ascolto, che sarà gestito da Roberto Ragonese, Domenico Schillaci ed Emanuela Perinetti Casoni.