RIGHI: NON LASCEREMO INDIETRO NESSUNO
Il neo presidente della Lega Volley parla del difficile compito che l’attende nel periodo della pandemia «Dobbiamo trovare la maniera di rilanciare e aiutare tutte le società. Il primo obiettivo è tenere ogni club dentro la nostra grande famiglia»
Massimo Righi, se ci permette una battuta, è stato eletto presidente... di casa sua?
«Di casa mia no, ma di un luogo che amo sì. Il mondo della pallavolo di serie A è un ambiente in cui sono cresciuto come uomo e come professionista, quindi sicuramente è un ambiente domestico per me».
La sua candidatura è arrivata dopo una richiesta delle società. «Non era un mio obiettivo quello di fare il presidente. Ho sempre pensato che sia coerente con i nostri obiettivi avere la figura di un presidente super partes, con le idee chiare e lungimiranza, con accanto un amministratore delegato, figura che ho ricoperto in questi ultimi anni. La mia presidenza è una candidatura di servizio che avrà un termine».
L’ultima volta che ci eravamo sentiti era in occasione della finalediCoppaItaliaaBologna,l’ultimo grande avvenimento della pallavolo italiana. Quante cose sono cambiate d’allora?
«Nel giro di due mesi è cambiata la vita di tutti. E’ cambiato il mondo, è cambiata la pallavolo, è cambiata la Lega. Quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo è stato un choc davvero incredibile».
Avràilcompitononfacile,mabello, di riportare in campo un movimento: una cosa che forse nessuno avrebbe mai pensato di dover fare.
«Anche da a.d. semplice il problema sarebbe stato il medesimo. Sotto questo punto di vista l’impegno c’era già da diverse settimane con il CdA, con il presidente Mosna che di fatto aveva già lanciato la nuova stagione. Adesso il compito è di riuscire a portare in salvo i conti delle società e trovare delle misure di rilancio affinché possano affrontare in maniera sicura la prossima stagione. Le idee non mancano, non sarà facile, avremo solo la necessità di avere qualche elemento di sicurezza in più. Mi riferisco a protocolli sanitari, alla data in cui si potrà tornare in palestra e a giocare anche solo con porte parzialmente aperte».
L’ordinamento dei campionati rimarrà lo stesso?
«Modena ha dovuto interrompere il suo percorso di consolidamento, e fa fatica. Però la ritroveremo presto ai vertici»
«La mia speranza è quella di poter proporre le finali della Supercoppa in agosto all’interno della meravigliosa Arena di Verona»
«Stavamo portando avanti un cambiamento che doveva terminare nella stagione 2019-20. Con l’interruzione della stagione il completamento del percorso avverrà nel 2020-21, un percorso che doveva portare a una SuperLega a 12 squadre, una serie A2 a 12 e 48 in serie A3. Sul tavolo ci sono anche altre misure che potremmo adottare, ma occorrerà avere elementi certi a livello di dati e di date».
Una ripartenza che sarà molto difficilesoprattuttosenoncisarà il pubblico sugli spalti?
«Ho già detto che non vorremmo fare tutto il campionato a porte chiuse. Noi non viviamo di contratti televisivi, ma di altre cose, di contatto con le persone, di visibilità. Se si potrà riprender con distanziamenti di un certo tipo, programmeremo in questa direzione. Una stagione completamente a porte chiuse è insostenibile per i club di serie A, lo possiamo escludere sin da adesso».
I sintomi di questi problemi già si sentono: alcune società come Modena sono in difficoltà, mentrealtresembranogiàprontearipartire pur facendo dei sacrifici. «Situazione tipica di quando ci sono delle difficoltà finanziarie come quella che stiamo affrontando: ci sono società che escono più forti dalla situazione ed altre che ne subiscono gli effetti. In questo caso abbiamo club che sono ripartiti con determinazione e strutture molto solide, ed altri che hanno fatto più fatica; Modena in primis perché ha dal pubblico una delle forme di introito più importante. Peccato che abbia dovuto interrompere il suo percorso di consolidamento, perché aveva trovato un equilibrio positivo, ma siamo sicuri che Modena ripartirà. Sarà questione di uno o due anni, ma la ritroveremo ai vertici della pallavolo in breve tempo. Uno dei compiti che come CdA avremo è quello di non lasciare indietro nessuno, dobbiamo trovare le situazioni di rilancio e di aiuto per tutte le società. Il nostro compito è tenere tutti dentro alla nostra grande famiglia».
Cisonogiàdelleideecheemergono: quella di fare una grande manifestazione all’aperto nel cuore dell’estate la state portando avanti?
«L’avevamo pensata con il presidente Mosna per fare così i playoff scudetto all’interno dell’Arena di Verona a fine giugno. Non si è potuto e non si può concretizzare questo tuttora, ma abbiamo comunque pensato che un kickoff importante della nuova stagione potrebbe essere un evento all’interno dell’Arena, un luogo simbolo dell’Italia: speriamo di poter proporre le finali della Supercoppa in agosto all’interno di quel meraviglioso scenario».
Nel momento dell’elezione quale è stato il primo pensiero?
«Mi dispiace che Mosna, una persona di cui ho grandissima stima, non sia più presidente. Poi c’è stata una grandissima gioia pr essere stato eletto all’unanimità a scrutinio segreto. Qualcuno poteva scrivere un altro nome o votare scheda bianca, invece tutte e 46 le società hanno scritto il mio nome: un segnale di affetto e di stima che mi ha riempito il cuore».