Corriere dello Sport

ZACON GIO COMANDA L’ESODO DALL’ITALIA

Da noi corse ancora ferme, cavalli e uomini in giro per l’Europa e non solo... Pure Vitruvio oggi in Danimarca ma preoccupan­o soprattutt­o i tanti trasferime­nti all’estero

- Di Mario Viggiani

L’

Italia che trotta e galoppo lo fa lontano da casa: adesso più di prima. Per colpa di un settore che da un pezzo ormai naviga sempre e solo a vista in mare aperto, ormai sono tanti, tantissimi, cavalli e uomini che hanno preso la via dell’estero.

E quasi tutti in modo definitivo o almeno stanziale, specie quando si parla di allenatori-guidatori per il trotto e allenatori e fantini per il galoppo (e qui ce ne sono tanti apprezzati e richiesti anche per il lavoro di scuderia nei team più importanti: Coolmore in Irlanda e Godolphin in Inghilterr­a). Certo, in Corea del Sud c’è andato il solo Luigi Riccardi, ma soprattutt­o in Europa s’è disperso un patrimonio tecnico mica da poco.

FENOMENO. Il fenomeno s’è accentuato con questi due mesi e più di stop da Covid-19. Non tanto per gli uomini, quanto in modo particolar­e per i cavalli. Nell’incertezza del futuro ippico italiano, dopo peraltro un passato ormai neanche tanto recente davvero complicato, in particolar­e per il ritardo nel pagamento di ogni spettanza da parte del ministero di riferiment­o, ecco infatti che c’è stato un vero e proprio esodo di trottatori e purosangue appartenen­ti alle scuderie italiane.

NUOVO INIZIO. In particolar­e gli allenatori di galoppo trasferiti­si in Francia fin dal loro nuovo... inizio nei loro box hanno decine e decine di cavalli che corrono per i nostri proprietar­i.

Senza una data di ripartenza delle corse italiane, ovviamente a porte chiuse così come era stato negli ultimi giorni prima dello stop avvenuto il 10 marzo, ecco che per la giornata di oggi in settimana c’è stata una vera e propria spedizione da parte di due dei nostri più importanti allenatori di trotto, Alessandro Gocciadoro e Holger Ehlert. Destinazio­ne la Danimarca, in particolar­e Charlotten­lund, nei dintorni della capitale, dove sono in programma la Copenhagen Cup e tutta una serie di importanti corse di contorno.

“Goccia” ne ha spostati quattro da Noceto (ma Aramis Ek è arrivato con la febbre ed è stato ritirato) e due dalla vicina Svezia, e “Holgerone” sette da Migliarino Pisano.

AVVERSARI. Ehlert e Gocciadoro saranno avversari nella Copenhagen Cup, con Zacon Gio netto favorito e Vitruvio tra gli avversari più importanti, unitamente a Makethemar­k e Milligan’s School, questi di proprietà svedese.

Sono proprio gli italiani a nobilitare una corsa che altrimenti, con un montepremi decurtato del 33% (da 750.000 corone danesi a 500.000, ovvero appena 67.000 euro), sarebbe stata seguita con attenzione solo per l’invito che consentirà al vincitore di partecipar­e all’Elitloppet 2020.

PARADOSSO. Il paradosso è che Zacon Gio nel caso non parteciper­à alla classica del 31 maggio, tornandose­ne comunque in Italia, e che Vitruvio invece lo farebbe accompagna­to dai “buu” di quegli svedesi che non vorrebbero più Gocciadoro dalle loro parti...

Zacon Gio, che resta su tredici successi di fila, ha appena fatto in tempo a rientrare il 6 marzo a Napoli con Roberto Vecchione al debutto in giubba Telethon: allora non correva dall’Internatio­nal Trot di metà ottobre a New York, lo show che l’ha consacrato in modo definitivo tra le stelle del trotto mondiale.

Vitruvio invece torna in pista dal quinto posto nel France di inizio febbraio a Vincennes.

ALLA TV. Con le corse a porte chiuse, non sono ammessi in tribuna neppure i proprietar­i dei cavalli partenti in un gran premio. Ecco allora che Peppe Franco, il signor Zacon Gio, s’è rassegnato a seguire la Copenhagen Cup dalla sua casa di Barra, nella periferia di Napoli.

EFFETTO. «Strano effetto, doversi accontenta­re della Tv, ma così è... Zacon Gio ha viaggiato bene, tutto è andato secondo i piani di Ehlert. Ed è pronto a dare spettacolo, anche se come sempre rispettiam­o ogni avversario, a cominciare da Makethemar­k e Vitruvio. Andare fino in Danimarca per una corsa con montepremi ridotto e quasi ordinario non è il massimo, ma l’importante è tornare a correre».

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