«Italia, rischio calcolato» E la Raggi riapre il litorale
Aboliti certificazioni e limiti negli spostamenti nella regione in cui si vive Sì a seconde case, amici e negozi al dettaglio No alle feste Dal 3 giugno si va all’estero Conferenza del premier Conte: «È arrivata l’ora di far ripartire il Paese Servirà pru
Mattarella ieri ha firmato il decreto legge. Da domani riapre tutta l’Italia ed è come se si voltasse pagina, lockdown alle spalle ma responsabilità e senso civico vengono affidati a cittadini e Regioni senza perdere di vista la curva del contagio che ci ha inseguito in questi due mesi e mezzo. Tre punti di riferimento per le riaperture: monitorare la diffusione del virus, seguire l’andamento epidemiologico e il tracciamento dei nuovi casi. E ieri sera, dopo l’ennesimo confronto con le regioni, ha parlato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, tanti i temi: «Abbiamo voglia di ricominciare con prudenza e fiducia attraverso un dialogo continuo con le Regioni e gli enti locali. Ci sarà un piano nazionale di monitoraggio con flussi informativi quotidiani. Lo sappiamo che esiste un rischio calcolato, che i contagi possano aumentare, ma siamo pronti a questa eventualità. Presto arriverà la app Immuni. Adesso lavoreremo a un decreto semplificazioni, perché la burocrazia acquisti rapidità e poi a un piano europeo di interventi per far ripartire con forza il Paese, penso al Recovery Fund. Vogliamo un’Italia più verde, più digitale e più inclusiva».
Ma vediamo cosa cambierà da domani: qui alcune linee guida entro le quali e anche oltre, si muoveranno le ordinanze regionali guardando i numeri del Covid.
Ci si potrà spostare in libertà? Sì, ma nella regione in cui si vive e senza autocertificazione. Quindi sì alle seconde case, a quelle al mare o in montagna, alle passeggiate e agli incontri con gli amici. Si potrà uscire senza dover giustificare il perché.
E spostarsi da una regione all’altra?
Gli spostamenti tra regioni differenti - ora possibili con mezzi privati e pubblici, per necessità, lavoro e salute con autocertificazione e con rientro nel proprio domicilio - dal 3 giugno si potranno effettuare in libertà.
E all’estero?
Dal 3 giugno da e per l’estero non ci saranno limitazioni, salvo diverse disposizioni dell’Unione europea e non ci saranno quarantene per chi arriva nel nostro Paese. Fino a quella data sono vietati gli spostamenti da e per l’estero, con mezzi di trasporto pubblici e privati, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute con rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.
Chi non potrà muoversi? Divieto di mobilità dalla propria abitazione o dimora alle persone sottoposte alla quarantena o positive o con sintomi riferibili al Covid-19, fino alla guarigione.
Gli assembramenti?
È vietato l’asssembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico. Niente feste. Le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura con la presenza di pubblico, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo e fieristico, nonché ogni attività convegnistica o congressuale, in luogo pubblico o aperto al pubblico, si svolgono, ove ritenuto possibile sulla base dell’andamento epidemiologico, con le modalità stabilite con i provvedimenti adottati ai sensi dell’articolo 2 del decreto legge n. 19 del 2020.
Cosa possono fare i sindaci?
Il sindaco può disporre la chiusura temporanea di specifiche aree pubbliche o aperte al pubblico in cui sia impossibile assicurare adeguatamente il rispetto della distanza di sicurezza.
Si possono svolgere le riunioni? Sì, garantendo il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.
E le funzioni religiose?
Le funzioni religiose con la partecipazione di persone si svolgono nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo e dalle rispettive confessioni contenenti le misure idonee a prevenire il rischio di contagio.
E le attività scolastiche?
Le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, di corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani, nonché i corsi professionali e le attività formative svolte da altri enti pubblici, anche territoriali e locali e da soggetti privati, sono svolte con modalità definite con provvedimento adottato ai senso dell’articolo 2 del decreto legge n.19 del 2020. Di ieri l’ordinanza del ministero dell’Istruzione - 10 articoli - sulla valutazione finale degli alunni, sugli scrutini e sui recuperi. Esami di maturità dal 17 giugno, dureranno un’ora e saranno in presenza.
E i centri estivi?
Riapriranno da metà giugno, anche qui saranno adottati protocolli di sicurezza e distanziamenti.
Le attività commerciali come si svolgeranno?
Le attività economiche, produttive e sociali devono svolgersi nel rispetto dei contenuti di protocolli o linee guida idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in ambiti analoghi, adottati dalle regioni o dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali. In assenza di quelli regionali trovano applicazione i protocolli o le linee guida adottati a livello nazionale. Quindi ambienti sanificati, guanti, mascherine e distanziamento fisico.
Quali sanzioni si rischiano?
Le violazioni delle disposizioni sono punite con la sanzione amministrativa, nel caso in cui si tratti di una attività di impresa si applica la sanzione amministrativa accessoria della chiusura da 5 a 30 giorni.
Quali controlli verranno effettuati?
Per garantire lo svolgimento in condizioni di sicurezza delle attività economiche, produttive e sociali, le regioni monitorano con cadenza giornaliera l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e, in relazione a tale andamento, le condizioni di adeguatezza del sistema sanitario regionale. I dati del monitoraggio sono comunicati giornalmente al Ministero della salute, all’Istituto superiore di sanità e al comitato tecnico-scientifico.
Cosa può accadere?
La regione, informando contestualmente il Ministro della salute, può introdurre misure derogatorie, ampliative o restrittive.
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