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Sinisa: «Mi ha chiamato, valuterà con calma, di sicuro non rimane a Milano. E io fra un anno voglio l’Europa»
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«Mi ha chiamato qualche giorno fa: vedremo cosa decide in estate». Sinisa Mihajlovic riaccende una speranza: Zlatan Ibrahimovic potrebbe finalmente vestirsi di rossoblù. A gennaio l’asso svedese scelse la sponda rossonera di Milano, ma in estate potrebbe decidere di prendere l’autostrada direzione mare e fermarsi a Bologna, per una stagione. «Certamente - ha raccontato ancora l’allenatore del Bologna alla trasmissione Tv serba “Veče sa Ivanom Ivanovićem”- non rimarrà a giocare a Milano, ma la domanda è se verrà da noi o se tornerà in Svezia». Una risposta a questo interrogativo ancora non c’è. Ci vuole tempo. Zlatan deve ragionare e pensarci bene. Ma Mihajlovic può tornare a sognare il grande acquisto di mercato per il suo Bologna, che «l’anno prossimo vorrà lottare per andare in Europa». E butta lì un altro amo al grande attaccante.
OPPURTUNITA’. I due si sono sentiti per telefono. Lo ha confermato lo stesso allenatore, che non appena, nelle scorse ore, ha visto comparire “Ibra” sullo schermo del suo cellulare ha risposto immediatamente. Discorsi tra due grandi amici. Ma tra una chiacchiera e l’altra Mihajlovic ha sicuramente rilanciato a Zlatan la proposta di giocare per lui nel suo Bologna. Facendo sperare di nuovo tutta una città. Anche quest’inverno Mihajlovic ci aveva provato. «Se succederà - spiegava in quei giorni Walter Sabatini - sarà per il grande affetto che li lega». Cosa peraltro confermata pubblicamente dallo stesso Ibrahimovic. Due caratteri molto forti, stretti da un legame altrettanto forte: l’attaccante svedese barcollò. L’idea di dare una mano alla squadra di un suo amico lo allettava, ma alla fine optò per il ritorno al Milan. Mihajlovic fu tra i primi a saperlo. Ibra gli telefonò subito per avvertirlo. «Penso che qui si sarebbe divertito di più» lo pizzicò Mihajlovic, dopo averlo però ringraziato per averlo immediatamente informato della sua decisione «resta un caro amico», disse.
CAMPIONI. Ora però le parole di Mihajlovic creano un’altra sliding door. Una porta girevole dalla quale Ibrahimovic potrebbe uscire con la maglietta rossoblù. A Bologna sognano il grande colpo: un’estate toccò a Signori, accendere la fantasia dei tifosi, e prima ancora al Pallone d’Oro Roberto Baggio. Al divin codino che proprio a Bologna rimase solo divino dopo un passaggio dal barbiere. E che proprio sotto le due torri stabilì il personale record stagionale di marcature in serie A. Bologna spera che Joey Saputo faccia come ha fatto a Montreal portando Drogba.
FUTURO. Mihajlovic è l’asso per convincerlo, ma in ogni caso il tecnico serbo ha voglia di far crescere il suo Bologna. Da poco meno di due settimane si è riappropriato di Casteldebole. La mattina si allena in solitaria tra giri di campo per «una decina di chilometri» e addominali, e spesso torna al pomeriggio per guardare i suoi ragazzi lavorare individualmente. «Si giocherà - ha detto pensando ad un’eventuale ripartenza del campionato - al ritmo di mercoledì-domenica e il nostro obiettivo è migliorare il decimo posto dello scorso anno. La mia ambizione è fare un passo avanti e l'anno prossimo lottare l’Europa». Il suo gruppo è pronto a seguirlo: «Nonostante non sia stato in panchina per 4 mesi, siamo solo a due punti dal Milan, settimo. Ai miei ragazzi ho detto: “se io posso combattere per la mia vita, voi potete combattere in campo. Quando mi sono presentato in hotel a Verona non credevano ai loro occhi: alcuni piangevano, altri ridevano». E anche la città è con lui: «Qui sono tutti fenomenali con me, mentre combattevo contro la leucemia, sono andati a San Luca insieme ai fan della Lazio per pregare per la mia salute. Sono stato proposto come cittadino onorario e diventerò il primo straniero e il primo atleta a ricevere questo onore. È bello per me a Bologna, ma chissà cosa succederà tra un anno o due». Il futuro a lungo termine è ancora tutto da scrivere.