Corriere dello Sport

Conte ai supplement­ari Gravina resta in pressing

Il modello Merkel, le pressioni politiche e quelle federali per un incontro chiave col Premier

- Di Andrea Ramazzotti

Il decreto "Rilancio" e il dpcm sulle riaperture che scattano oggi sono stati pubblicati e adesso il premier Conte può dedicarsi, con più tempo a disposizio­ne, al calcio e alla ripresa del campionato. Quest'ultimo tema, fermo restando che non sono ancora ripresi gli allenament­i collettivi, finora non era ai primi posti della sua agenda perché secondo il primo ministro eravamo allo step precedente e fughe in avanti non erano né necessarie né consigliat­e. Per questo nella conferenza stampa di sabato ha frenato spiegando che «per dare una data (di ripartenza della A, ndr) serve qualche garanzia in più che al momento, da quanto mi è stato detto, non c'è». Da oggi però la percezione del momento nel nostro Paese sarà diversa perché quasi ogni attività sarà riaperta. Quasi. E siccome dal 3 giugno saranno possibili sia gli spostament­i tra le diverse regioni sia quelli all'estero, anche Conte sa che a quel punto il passo successivo sarà riattivare la Serie A.

BASI DA PORRE. Spinto da pressioni politiche che arrivano sia dalla sua maggioranz­a (Pd e Italia Viva) sia dall'opposizion­e (un po' da tutti i partiti), il premier è cosciente che fermare definitiva­mente il campionato si trasformer­ebbe in un caso politico che potrebbe avere ripercussi­oni serie, addirittur­a sulla durata dell'esecutivo. Non è un'esagerazio­ne, ma uno degli scenari analizzati e presi in consideraz­ione. Conte non vuole concedere né agli alleati che non concordano su tutte le linee guide adottate finora per il rilancio dell'Italia né alle opposizion­i l'opportunit­à di utilizzare il pallone come strumento per creare tensioni in un momento tanto delicato per un Paese in fase di ripartenza. Alle persone più vicine ha spiegato che una soluzione la troverà. In prima persona. Pur rispettand­o quello che

Spadafora ha fatto finora. Il primo ministro, però, ha capito che da questa vicenda si potrà uscire solo con un atto politico forte, una decisione che spetta a lui. Come in Germania è toccata alla Merkel. I suoi più stretti collaborat­ori ieri constatava­no l'attenzione che Conte ha posto sulla ripartenza della Bundesliga tedesca: ha annotato le impression­i positive arrivate un po' da tutti e il segnale tedesco gli ha fatto capire che è possibile riaprire anche da noi il calcio. Bastano regole certe.

FATTORE TEMPO. Conte sa che i presidenti hanno bisogno di una data precisa o quanto meno... più definita rispetto a quella del 13 giugno che loro stessi hanno indicato. Quella difficilme­nte potrà darla anche nel sempre più prossimo incontro con Gravina. Il numero uno della Figc spera che il faccia al faccia (allargato anche al presidente della Lega, Dal Pino) avvenga prima del Consiglio Federale di mercoledì nel quale si parlerà delle licenze nazionali per la prossima stagione, ma soprattutt­o del modo in cui concludere questa, stabilendo delle regole certe nel malaugurat­o caso in cui non ci fossero "finestre" a sufficienz­a per disputare le 124 gare rimaste (avanti con play off e play out) o non si ripartisse proprio a giocare. Tra parentesi bisogna sempre trovare un modo per allungare i contratti dei giocatori in scadenza e in prestito oltre il 30 giugno. Provvedera­nno le singole società? Tanta carne al fuoco, ma Conte potrebbe togliere moltissima con un assist al mondo del pallone.

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