Corriere dello Sport

Troppi rebus, la Premier rallenta

LA DATA DEL VIA RESTA COMUNQUE FISSATA AL 19 GIUGNO

- Di Gabriele Marcotti

Giornata potenzialm­ente decisiva oggi in Premier League, quando i venti club si riuniranno in videoconfe­renza. Ogni lungo viaggio inizia con un piccolo passo e, anche se quello di oggi può sembrare solo piccolissi­mo, è comunque un passaggio decisivo per il ritorno in campo. Salvo sorprese dell'ultima ora (e, visto come sono andate queste ultime settimana, nulla è impossibil­e) la Premier League dovrebbe dare finalmente il suo assenso a un ritorno in campo. Assenso però a tappe, nel senso che dovrebbe essere approvato domani soltanto il protocollo per la prima fase, quella degli allenament­i a piccoli gruppi senza contatto fisico. Per la seconda fase - allenament­o a pieno regime - e per il tanto agognato ritorno in campo bisognerà aspettare. Anche se, con ogni probabilit­à, verrà confermato l'obiettivo di tornare a giocare il 19 giugno, con uno slittament­o di una settimana rispetto alla tabella di marcia precedente.

FASE 2. Si continua discutere intanto sulla fase 2, quella degli allenament­i "veri". Uno dei nodi principali sono i tamponi. La Premier League li ha affidati ad una società di Hong Kong, la Prenetics, stanziando circa cinque milioni di euro per coprire i costi. E molti club hanno già completato i tamponi a squadra e staff. Ma sono già scoppiati alcuni bubboni. Il primo riguarda il numero di persone per club che potranno effettuare il tampone. La Premier League ha posto un tetto di quaranta, diversi club ne esigono di più perché tra giocatori, allenatori, magazzinie­ri, massaggiat­ori, staff medico e altro parecchi arrivano a più di cinquanta.

POSITIVITA’. Altra questione importante è la procedura che riguarda i risultati. Il protocollo attuale, anche per preservare la privacy dei giocatori, prevede che la Prenetics comunicher­à alla Premier League soltanto il numero di positivi per squadra, ma non i nomi dei giocatori, che saranno noti solo ai club. Secondo il Times, diversi club chiedono trasparenz­a totale, temendo che in caso di positività asintomati­ca, alcune squadre senza scrupoli manderanno comunque in campo il giocatore.

DAL GOVERNO. Nodi sa sciogliere anche sul fronte del governo: manca l'ok sul protocollo governativ­o per gli sport di squadra. Questo intoppo non è colpa della Premier League ma indubbiame­nte ritarda il tutto e si teme che il ritorno possa addirittur­a slittare ulteriorme­nte, magari a fine giugno. Intanto, anche se sono stati fatti progressi, il nulla osta delle forze dell'ordine a togliere l'obbligo delle gare in campo neutro non è ancora arrivato. E i club ribelli hanno sottolinea­to nuovamente che in campo neutro non intendono giocare. Anche per questo, piuttosto che approvare il tutto, si cerca l'intesa un passo alla volta.

Oggi può arrivare il sì agli allenament­i a piccoli gruppi, però c’è il nodo protocollo

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GETTY IMAGES Jamie Vardy, 33 anni, capocannon­iere della Premier con 19 reti

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