Corriere dello Sport

La Turchia non lascia, raddoppia Via il 12 giugno, a luglio con i tifosi

Proposta del presidente della TFF «Se tutto andrà bene si potrà giocare qualche gara col pubblico»

- Di Davide Palliggian­o

L’idea suona quantomeno strana, pensando alle immagini viste sabato negli stadi, vuoti, della Bundesliga. La Turchia ha fissato la data per la ripresa della Super Lig: il 12 giugno, ma non è tanto quello a far discutere, quanto l’idea del presidente della TFF, la Federcalci­o turca, di riaprire le porte ai tifosi già nel mese di luglio.

MENO MORTI. La Turchia ha 148 mila casi accertati di positivi al Covid-19, ma “solo” 4.096 morti. Sul web, tuttavia, girano altri dati, che parlano di 30 mila decessi in più all’inizio del 2020 rispetto al periodo gennaio-aprile del 2019. Notizie smentite dal governo di Erdogan, che ha ha adottato misure di contenimen­to più tardi rispetto ai paesi europei: la settimana scorsa hanno riaperto i centri commercial­i, ma restano ancora chiusi ristoranti, locali, moschee e parchi pubblici. Il danno economico, però, è irreparabi­le per molti ed è per questo che il calcio, che coinvolge milioni e milioni di tifosi non solo nella capitale Istanbul, si prepara a far rivivere emozioni e a far ripartire l'economia che gira attorno agli stadi.

PORTE APERTE. Non da subito, sia chiaro. «Il nostro obiettivo è completare il campionato - ha detto alla CNN turca Nihat Özdemir, numero uno della federcalci­o locale - Se così non fosse ci saranno troppe discussion­i. Vogliamo completare la stagione sul campo, non vogliamo nemmeno pensare alla possibilit­à che non si giochi». Özdemir ha chiarito la procedura che verrà adottata in caso di positività di un giocatore: «Seguiamo l’esempio della Germania. I test verranno eseguiti in maniera frequente durante la preparazio­ne. Se ci saranno dei casi, li metteremo in quarantena e proseguire­mo per la nostra strada, il calcio non si fermerà». Otto giornate al termine, quattro squadre in lotta per il titolo: Trabzonspo­r e Istanbul Basaksehir in testa a 53 punti, poi il Galatasara­y a 50 e il Sivasspor a 49. «Se tutto andrà bene giocheremo le partite che restano in un mese. All’inizio saranno a porte chiuse, la nostra priorità è la salute. Poi, se le cose andranno bene, forse potremmo giocare alcune partite a luglio con il pubblico sugli spalti». Prove generali che Özdemir dice di aver discusso con l’Uefa e con il ministero della Sanità. Allo stadio Ataturk di

Istanbul, del resto, è prevista la finale di Champions, che non ha ancora una nuova data ufficiale, ma dovrà disputarsi entro il 29 agosto, probabilme­nte il 27. Un evento che porterà in Turchia notevoli introiti, ma solo se nella Capitale potranno arrivare i tifosi delle due finaliste.

WEB CONTRO. L’ottimismo di Özdemir sulla riapertura degli stadi, nonostante tutto, non è stato ben visto da buona parte del popolo del web, soprattutt­o quello di Twitter, dove c’è più libertà di espression­e.

In molti lo accusano di pensare solo all’aspetto economico, ma il numero uno del calcio turco ha tenuto a ribadire che «il protocollo per la ripresa del campionato in sicurezza è piaciuto molto al ministro della Sanità, il quale m’ha detto: “Rappresent­i un’istituzion­e autonoma, la decisione spetta a te”». Parole in controtend­enza con ciò che avviene altrove, ma che potrebbero permettere alla Turchia di essere uno dei primi Paesi a riaprire al pubblico le porte dei propri stadi.

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ANSA Sorloth del Trabzonspo­r, capocannon­iere della SüperLig con 19 gol

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