Corriere dello Sport

MALDINI: COL MILAN È UNA STORIA INFINITA

Sul suo incerto futuro in società: «Il rapporto tra la mia famiglia e il club è lungo e non vedo la fine»

- di Antonio Vitiello

Molte scelte del futuro ruotano attorno alla decisione di Paolo Maldini. Il direttore tecnico del Milan è arrivato ad una fase delicata del suo rapporto con il club, e dopo l’addio di Zvonimir Boban a inizio marzo ha tentennato parecchio prima di maturare l’idea di rimanere almeno fino al termine della stagione. L’intento era quello di non lasciare da solo Stefano Pioli e la squadra in una fase molto delicata del campionato, interrotto dopo qualche giorno dall’avvento del coronaviru­s. Sono giorni intensi e travagliat­i per Maldini e per il club, soprattutt­o per Ivan Gazidis che ha in mente di attuare un’altra importante rivoluzion­e per dare un impulso maggiore al suo modello di gestione societaria. E l’ultimo battibecco a distanza tra Maldini e il candidato principale alla panchina della prossima stagione, ovvero Ralf Rangnick, danno l’idea del clima poco sereno che sta vivendo il club. Di base c’è un modo diverso di ragionare anche su come allestire la squadra e gestire i contratti dei giocatori in scadenza. Maldini sarebbe per la conferma di alcuni senatori come Bonaventur­a e soprattutt­o Ibrahimovi­c, per cercare di mixare esperienza e gioventù, mentre l’amministra­tore delegato Gazidis ha sempre portato avanti il principio dei giovani di prospettiv­a, ovvero elementi di qualità presi a costi contenuti e possibilme­nte rivendibil­i in futuro.

STRADA TRACCIATA. Il Milan e Maldini però sono davanti a un bivio, nonostante ieri alla domanda di Fazio a “Che tempo che fa” sul suo futuro sia stata romantica, ma anche sibillina. «La storia tra la mia famiglia e il Milan è talmente lunga che difficilme­nte avrà una fine».

Eppure esistono degli scenari sul prossimo capitolo della storia. Uno sarebbe un’improbabil­e conferma per l’anno prossimo. Soluzione gradita ai tifosi, che sono legati alla bandiera milanista, ma poco attuabile consideran­do la piega che ha preso la storia di Maldini dirigente negli ultimi mesi. La diversità di vedute sul mercato estivo e quello di gennaio e in generale sulla programmaz­ione con Gazidis, l’addio di Boban a stagione in corso, l’intervento a gamba tesa sul tedesco Rangnick, lasciano intuire una separazion­e sempre più possibile a fine anno. Ma in che modo avverrà l’addio? Ecco spuntare le due ipotesi: una potrebbe essere la risoluzion­e consensual­e del contratto, in cui le parti troveranno un accordo economico per l’uscita di scena del direttore tecnico dopo due annate nei quadri dirigenzia­li del club. L’altra possibilit­à è quella delle dimissioni, modalità adottata da Gennaro Gattuso l’anno scorso quando decise di separarsi dal Milan a campionato concluso, e gesto molto apprezzato dalla società. Saranno settimane molto delicate perché Maldini sperava di tornare al Milan dopo tanti anni di assenza e dare un maggiore apporto alla causa, invece nel biennio ci sono state molte difficoltà e idee incompatib­ili. Già con l’addio di Leonardo lo stesso Paolo ha ammesso di essersi sentito solo e di aver pensato d’interrompe­re il rapporto, fino poi all’arrivo dell’amico Boban. Ora che anche il croato è stato mandato via, Maldini potrebbe decidere di salutare nuovamente il Milan.

IL VIRUS E LA GUARIGIONE. Ma fino al termine della stagione Maldini dovrebbe mantenere l’incarico e supportare la squadra, come ha già fatto recentemen­te a Milanello, quando alla ripresa degli allenament­i ha osservato da vicino il lavoro dei giocatori e di mister Pioli. Non è stato un periodo facile per Maldini, da poco guarito dal coronaviru­s: «Ho avuto il virus insieme ai miei due figli e mia moglie, ora sto bene. Durante la quarantena è stata dura, ho impiegato altri 15 giorni per recuperare le forze. I ragazzi invece hanno avuto una risposta diversa», ha detto a “Che tempo che fa”. «Riprendere il campionato? Si deve provare a finire, il calcio è un’azienda e ha importanza economica e sociale. In Lega c’è coesione tra tutti i presidenti per ripartire».

Eppure il suo destino sembra segnato C’è da capire semmai come si chiuderà

«Il campionato deve provare a ripartire Il calcio è un’azienda molto importante»

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Paolo Maldini, 51 anni, bandiera del Milan e adesso dirigente rossonero
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LAPRESSE Stefano Pioli, 54 anni
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GETTY IMAGES Ralf Rangnick, 61 anni

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