MALDINI: COL MILAN È UNA STORIA INFINITA
Sul suo incerto futuro in società: «Il rapporto tra la mia famiglia e il club è lungo e non vedo la fine»
Molte scelte del futuro ruotano attorno alla decisione di Paolo Maldini. Il direttore tecnico del Milan è arrivato ad una fase delicata del suo rapporto con il club, e dopo l’addio di Zvonimir Boban a inizio marzo ha tentennato parecchio prima di maturare l’idea di rimanere almeno fino al termine della stagione. L’intento era quello di non lasciare da solo Stefano Pioli e la squadra in una fase molto delicata del campionato, interrotto dopo qualche giorno dall’avvento del coronavirus. Sono giorni intensi e travagliati per Maldini e per il club, soprattutto per Ivan Gazidis che ha in mente di attuare un’altra importante rivoluzione per dare un impulso maggiore al suo modello di gestione societaria. E l’ultimo battibecco a distanza tra Maldini e il candidato principale alla panchina della prossima stagione, ovvero Ralf Rangnick, danno l’idea del clima poco sereno che sta vivendo il club. Di base c’è un modo diverso di ragionare anche su come allestire la squadra e gestire i contratti dei giocatori in scadenza. Maldini sarebbe per la conferma di alcuni senatori come Bonaventura e soprattutto Ibrahimovic, per cercare di mixare esperienza e gioventù, mentre l’amministratore delegato Gazidis ha sempre portato avanti il principio dei giovani di prospettiva, ovvero elementi di qualità presi a costi contenuti e possibilmente rivendibili in futuro.
STRADA TRACCIATA. Il Milan e Maldini però sono davanti a un bivio, nonostante ieri alla domanda di Fazio a “Che tempo che fa” sul suo futuro sia stata romantica, ma anche sibillina. «La storia tra la mia famiglia e il Milan è talmente lunga che difficilmente avrà una fine».
Eppure esistono degli scenari sul prossimo capitolo della storia. Uno sarebbe un’improbabile conferma per l’anno prossimo. Soluzione gradita ai tifosi, che sono legati alla bandiera milanista, ma poco attuabile considerando la piega che ha preso la storia di Maldini dirigente negli ultimi mesi. La diversità di vedute sul mercato estivo e quello di gennaio e in generale sulla programmazione con Gazidis, l’addio di Boban a stagione in corso, l’intervento a gamba tesa sul tedesco Rangnick, lasciano intuire una separazione sempre più possibile a fine anno. Ma in che modo avverrà l’addio? Ecco spuntare le due ipotesi: una potrebbe essere la risoluzione consensuale del contratto, in cui le parti troveranno un accordo economico per l’uscita di scena del direttore tecnico dopo due annate nei quadri dirigenziali del club. L’altra possibilità è quella delle dimissioni, modalità adottata da Gennaro Gattuso l’anno scorso quando decise di separarsi dal Milan a campionato concluso, e gesto molto apprezzato dalla società. Saranno settimane molto delicate perché Maldini sperava di tornare al Milan dopo tanti anni di assenza e dare un maggiore apporto alla causa, invece nel biennio ci sono state molte difficoltà e idee incompatibili. Già con l’addio di Leonardo lo stesso Paolo ha ammesso di essersi sentito solo e di aver pensato d’interrompere il rapporto, fino poi all’arrivo dell’amico Boban. Ora che anche il croato è stato mandato via, Maldini potrebbe decidere di salutare nuovamente il Milan.
IL VIRUS E LA GUARIGIONE. Ma fino al termine della stagione Maldini dovrebbe mantenere l’incarico e supportare la squadra, come ha già fatto recentemente a Milanello, quando alla ripresa degli allenamenti ha osservato da vicino il lavoro dei giocatori e di mister Pioli. Non è stato un periodo facile per Maldini, da poco guarito dal coronavirus: «Ho avuto il virus insieme ai miei due figli e mia moglie, ora sto bene. Durante la quarantena è stata dura, ho impiegato altri 15 giorni per recuperare le forze. I ragazzi invece hanno avuto una risposta diversa», ha detto a “Che tempo che fa”. «Riprendere il campionato? Si deve provare a finire, il calcio è un’azienda e ha importanza economica e sociale. In Lega c’è coesione tra tutti i presidenti per ripartire».
Eppure il suo destino sembra segnato C’è da capire semmai come si chiuderà
«Il campionato deve provare a ripartire Il calcio è un’azienda molto importante»