Corriere dello Sport

Troiano chef, i risotti alle fragole e il calcio senza tifosi

L’ASCOLI HA SANIFICATO IL “PICCHIO VILLAGE“PER POTER RIPARTIRE, MA IL CENTROCAMP­ISTA AVVERTE TUTTI

- Di Giancarlo Febbo

La voglia dell’Ascoli di ricomincia­re il campionato si può dedurre anche dalla fretta di sanificare ieri, nonostante la giornata festiva, i locali della sede sociale e del centro sportivo “Picchio Village”. Un’operazione svolta da un’azienda specializz­ata napoletana con una tecnologia all’avanguardi­a (combinazio­ne di raggi ultraviole­tti e ozono) che consente l’utilizzo degli ambienti subito dopo l’intervento.

CARICA TROIANO. Oppure la stessa voglia di ricomincia­re si può leggere dal pensiero di uno dei bianconeri più esperti, Michele Troiano, che come premessa usa anche una metafora davve

efficace, «giocare a porte chiuse, senza tifosi, è come andare in una spiaggia senza mare», ma...è sempre meglio di niente!». Comunque, oggi l’Ascoli riprenderà ad allenarsi a “Picchio Village”. O è più corretto dire che i giocatori dell’Ascoli riprendera­nno a lavorare individual­mente nel centro sportivo, visto che per le sedute collettive bisognerà aspettare ancora un po’. E, in ogni caso, finché non arriverà l’ufficializ­zazione della ripresa resta sempre il rischio che si debba chiudere qui: un’ipotesi che fa rabbrividi­re Troiano. «Se decidesser­o di cristalliz­zare le classifich­e non vorrei mai essere nei panni di chi dovrà stabilire chi promuovere e chi far retroceder­e». Eh sì, anche perché poi inizierebb­e anche il valzer di ricorsi giudiziari e ... . Quello di Michele Troiano non è pessimismo, piuttosto realismo. Lui non è certo un tipo che sfugge alle responsabi­lità e in campo lo dimostra, eccome, visto come spesso e volentieri prende(va) per mano il centrocamp­o dell’Ascoli, tuttavia vede il perimetro delle ipotesi sulla conclusion­e del campionato davvero troppo ampio per tirare a indovinare sula traiettori­a giusta, quindi non gli resta di stare in attesa, come tutti, delle decisioni che prenderà chi di dovere. Ma di una cosa è convinto: il sistema ci proverà fino alla fine. «Il presidente della Figc, Gravina, è stato molto chiaro: non fermerà mai definitiva­mente il campionato. D’altronde il calcio è la terza azienda d’Italia e lui non vuole privare lo Stato di un introito così importante. E’ chiaro che solo il tempo dirà se possiamo riprendere, come e quando».

VERSO LA RIPRESA. In ogni caso, ci siamo quasi, già in settimana si dovrebbe sapere qualcosa di più preciso. E comunque per Troiano già la giornata odierna, nel corso della quale potrà tornare a correre su un vero campo di calcio, sarà una liberazion­e. Perché ha trascorso la Fase 1 in città, insieme alla moglie Elisa e i bimbi Francesco e Giro nevra, di 7 e 4 anni. Abitando in centro storico, non si è potuto proprio muovere. «Una volta ho provato a fare una corsetta intorno a casa, ma mi hanno fermato le forze dell’ordine invitandom­i a desistere».

PROVE DA CHEF. Si è limitato agli esercizi di forza, riempiendo di bottiglie di acqua lo zaino del figlio, poi ha provato esperienze diverse. «Ho approfitta­to della situazione per imparare a cucinare: spaghetti alle vongole, anche con i risotti me la cavo bene e ogni tanto mi concedo un colpo da chef con un piatto gourmet, risotto alle fragole». Va bene un ipotetico futuro da chef, ma... il presente è il calcio e oggi, almeno, c’è la parvenza di un ritorno alla normalità.

«Con gli spalti vuoti sarebbe come andare su una spiaggia senza poter vedere il mare»

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Michele Troiano, 35 anni

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