Troiano chef, i risotti alle fragole e il calcio senza tifosi
L’ASCOLI HA SANIFICATO IL “PICCHIO VILLAGE“PER POTER RIPARTIRE, MA IL CENTROCAMPISTA AVVERTE TUTTI
La voglia dell’Ascoli di ricominciare il campionato si può dedurre anche dalla fretta di sanificare ieri, nonostante la giornata festiva, i locali della sede sociale e del centro sportivo “Picchio Village”. Un’operazione svolta da un’azienda specializzata napoletana con una tecnologia all’avanguardia (combinazione di raggi ultravioletti e ozono) che consente l’utilizzo degli ambienti subito dopo l’intervento.
CARICA TROIANO. Oppure la stessa voglia di ricominciare si può leggere dal pensiero di uno dei bianconeri più esperti, Michele Troiano, che come premessa usa anche una metafora davve
efficace, «giocare a porte chiuse, senza tifosi, è come andare in una spiaggia senza mare», ma...è sempre meglio di niente!». Comunque, oggi l’Ascoli riprenderà ad allenarsi a “Picchio Village”. O è più corretto dire che i giocatori dell’Ascoli riprenderanno a lavorare individualmente nel centro sportivo, visto che per le sedute collettive bisognerà aspettare ancora un po’. E, in ogni caso, finché non arriverà l’ufficializzazione della ripresa resta sempre il rischio che si debba chiudere qui: un’ipotesi che fa rabbrividire Troiano. «Se decidessero di cristallizzare le classifiche non vorrei mai essere nei panni di chi dovrà stabilire chi promuovere e chi far retrocedere». Eh sì, anche perché poi inizierebbe anche il valzer di ricorsi giudiziari e ... . Quello di Michele Troiano non è pessimismo, piuttosto realismo. Lui non è certo un tipo che sfugge alle responsabilità e in campo lo dimostra, eccome, visto come spesso e volentieri prende(va) per mano il centrocampo dell’Ascoli, tuttavia vede il perimetro delle ipotesi sulla conclusione del campionato davvero troppo ampio per tirare a indovinare sula traiettoria giusta, quindi non gli resta di stare in attesa, come tutti, delle decisioni che prenderà chi di dovere. Ma di una cosa è convinto: il sistema ci proverà fino alla fine. «Il presidente della Figc, Gravina, è stato molto chiaro: non fermerà mai definitivamente il campionato. D’altronde il calcio è la terza azienda d’Italia e lui non vuole privare lo Stato di un introito così importante. E’ chiaro che solo il tempo dirà se possiamo riprendere, come e quando».
VERSO LA RIPRESA. In ogni caso, ci siamo quasi, già in settimana si dovrebbe sapere qualcosa di più preciso. E comunque per Troiano già la giornata odierna, nel corso della quale potrà tornare a correre su un vero campo di calcio, sarà una liberazione. Perché ha trascorso la Fase 1 in città, insieme alla moglie Elisa e i bimbi Francesco e Giro nevra, di 7 e 4 anni. Abitando in centro storico, non si è potuto proprio muovere. «Una volta ho provato a fare una corsetta intorno a casa, ma mi hanno fermato le forze dell’ordine invitandomi a desistere».
PROVE DA CHEF. Si è limitato agli esercizi di forza, riempiendo di bottiglie di acqua lo zaino del figlio, poi ha provato esperienze diverse. «Ho approfittato della situazione per imparare a cucinare: spaghetti alle vongole, anche con i risotti me la cavo bene e ogni tanto mi concedo un colpo da chef con un piatto gourmet, risotto alle fragole». Va bene un ipotetico futuro da chef, ma... il presente è il calcio e oggi, almeno, c’è la parvenza di un ritorno alla normalità.
«Con gli spalti vuoti sarebbe come andare su una spiaggia senza poter vedere il mare»