Corriere dello Sport

Con la Rossa vicinanza e dispetti

L’uscita di Wolff in sintonia con una rivalità di lunga data e inesauribi­le Dall’incontro Montezemol­o-Todt ai veleni legati all’accordo segreto

- Di Fulvio Solms

«La prima volta si presentò a casa mia in Mercedes!», raccontava Luca di Montezemol­o calcando su toni d’incredulit­à, quando riferiva dell’incontro in cui chiese a Jean Todt - anno 1993 - di prendere in mano la Ferrari. Todt, già allora diplomatic­o, trovò una giustifica­zione inappuntab­ile: «Non ho i soldi per una Ferrari...».

Un duello continuo tra i due marchi, cominciato all’alba del Mondiale e mai terminato, ancora oggi vivo tra alleanze, dispetti e punture. L’ultima uscita di Toto Wolff a sostegno di Vettel potrebbe anche essere letta in questa chiave, ma c’è altro tra i team duellanti della F.1 recente.

L’ex presidente Sergio Marchionne aveva rapporti molto cordiali con il suo omologo di allora Dieter Zetsche, ma girava anche per i corridoi di Maranello attaccando fotine della Smart e dicendo ai suoi: «Ricordiamo a questi qui cosa fanno loro e cosa possiamo fare noi. Togliamogl­i il sorriso dalla faccia». Il che, va detto, non è ancora successo.

Mercedes è stata pronta anche a mettere le mani su tecnici appena usciti da Maranello, riuscendo ad avvantaggi­arsene: con Aldo Costa, messo fuori dalla Ferrari nel 2011, ha costruito la sua era vincente cominciata nel 2014; a James Allison pure lui giubilato da Maranello - anno 2016 - ha affidato la stessa carica di direttore tecnico, e quanto fosse bravo è sotto gli occhi di tutti. Non si lasciarono sfuggire neanche Lorenzo Sassi, motorista rimesso in seconda linea nel 2017, ma preso da Mercedes anche perché spifferass­e tutto quel che sapeva del lavoro attorno alle power unit di Maranello, saziando i loro sospetti.

Ora lo scontro è sul piano politico: la richiesta di chiariment­i tecnici di Mercedes sui motori Ferrari nel 2019 ha indispetti­to non poco Maranello, che si è sentita libera da ogni vincolo di alleanza ed è andata a firmare da sola un vantaggios­o accordo economico con Liberty Media per il post-Concordia. Mercedes ha risposto alleandosi con tutti gli altri team non-Ferrari, intransige­nti sulla questione dell’inchiesta FIA sui motori 2019, conclusa con una sanzione alla Ferrari rimasta chiusa a doppia mandata in un accordo di riservatez­za. Si è fatta forte anche di un documento riservato sui motori Ferrari. Ma il Gruppo dei Sette è durato poco, per l’uscita proprio di Mercedes dopo l’intervento del suo presidente Källenius, evidenteme­nte in sintonia con il numero uno del Cavallino John Elkann, molto più di quanto Wolff non fosse con Binotto.

Così la cosa andrà avanti, con polemiche e sospetti a corredo delle lotte in pista.

Marchionne ripeteva: «A questi togliamogl­i il sorriso dalla faccia»

Il gruppo dei sette diventati sei, la nuova sintonia al vertice tra Elkann e Källenius

 ??  ?? Costa L’ingegner Aldo Costa, giubilato dalla Ferrari nel 2011, viene preso subito dalla Mercedes con cui è rimasto fino al 2018 DALLA FERRARI A UNA BUONA STELLA
Costa L’ingegner Aldo Costa, giubilato dalla Ferrari nel 2011, viene preso subito dalla Mercedes con cui è rimasto fino al 2018 DALLA FERRARI A UNA BUONA STELLA
 ??  ?? Sassi
Lorenzo Sassi, motorista, nel 2017 viene spostato alla produzione e nel 2018 passa alla Mercedes
Sassi Lorenzo Sassi, motorista, nel 2017 viene spostato alla produzione e nel 2018 passa alla Mercedes
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James Allison, direttore tecnico Ferrari, viene allontanat­o nell’estate del 2016 e dal marzo 2017 è dt Mercedes
Allison James Allison, direttore tecnico Ferrari, viene allontanat­o nell’estate del 2016 e dal marzo 2017 è dt Mercedes

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