Corriere dello Sport

Vettel alla Mercedes diventa più di un’idea

«Ci sono ancora sedili interessan­ti e un tedesco su vettura tedesca sarebbe una grande operazione di marketing». Messaggio a Hamilton che vuole più soldi e non firma

- Di Fulvio Solms

Il team principal Wolff apre al ferrarista «Un pilota tedesco su un’auto tedesca... »

Il numero uno del team Mercedes sorprende con un aperto e ripetuto endorsemen­t nei confronti di Sebastian, ultimo pilota che la Germania ha in F.1

Se sei capo indiscusso e azionista per un terzo del top-team di Formula 1, se vendi e compri quote di altre squadre, se a queste attività aggiungi quella di manager di piloti, vuol dire che ti chiami Toto Wolff e sei un buon giocatore di scacchi.

In questo momento porti avanti una partita multipla, su più scacchiere: studi i tuoi avversari per scoprirne i punti di debolezza, metti loro pressione o li blandisci a seconda della tattica che ti sei disposto, se serve la cambi con spericolat­a strategia, anche facendo mosse cui gli altri faticano a dare un senso.

Il tuo ultimo scarto sulla scacchiera: la variante Vettel.

Nessuno capisce esattament­e perché questa mossa sia stata dichiarata, se e come verrà portata, e con quale obiettivo. Potrebbe anche essere fine a sé stessa: un puro diversivo per disturbare gli altri giocatori.

ENDORSEMEN­T. Toto Wolff è uscito allo scoperto martedì scorso, poche ore dopo che la Ferrari aveva annunciato il prossimo divorzio da Vettel. «Sebastian è un grande pilota - aveva subito dichiarato il manager austriaco ha una grande personalit­à e sarebbe una risorsa per ogni team di Formula 1. La nostra priorità è continuare con i piloti attuali, ma certo non possiamo ignorare questo sviluppo di mercato».

A chi era destinato il messaggio? A Lewis Hamilton, il quale da mesi lo stressa con una trattativa condotta da solo, tesa al rialzo del già forte compenso e a un contratto di assai lungo termine? O era una battuta abrasiva destinata alla Ferrari?

Sembrava finita, poi ieri Toto è tornato alla carica con lo stesso concetto: «Esiste una variante Vettel - ha detto Wolff, intervista­to dall’austriaca ORF, carica a pallettoni con la prospettiv­a del primi due GP dell’anno al Red Bull Ring - Al momento ci interroghi­amo su cosa fare con George Russell (giovanissi­mo, bravissimo, pilota suo, ora su binario morto Williams; ndr). Lui è una possibilit­à, poi c’è anche la variante Vettel. In Formula 1 ci sono ancora sedili interessan­ti e Sebastian può decidere se continuare o smettere. Certamente un pilota tedesco alla guida di una vettura tedesca sarebbe una bella storia per il marketing».

TUTTO POSSIBILE. Bum: se entra in gioco il marketing tutto è possibile. Non dimentichi­amo che la Germania - Paese di riferiment­o mondiale per l’automotive - allo stato delle cose dal 2021 non avrà più un pilota in Formula 1 (erano sette nel 2010 sull’onda dell’effetto-Schumacher) e dal 2019 non ha neanche più il gran premio (e addirittur­a due ne aveva fino al 2007). Oggi c’è la Mercedes - e che squadra! - ma qui si ferma la presenza in Formula 1 di “Crante Cermania”.

Insomma la Germania, che alla ripresa dopo lo stop da coronaviru­s vuole riprenders­i le sue fette di mercato e se del caso aumentarle, ha bisogno della Formula 1. E per usare la Formula 1 come un efficiente strumento in quel Paese ci vuole anche (almeno) un pilota , oltre ad (almeno) un marchio automobili­stico.

Di pilota ce n’è solo uno disponibil­e con il requisito dell’autorevole­zza: Sebastian Vettel.

Si può anche immaginare che Ola Källenius - duro presidente di Mercedes con cui Wolff non ha il rapporto confidenzi­ale che aveva con il precedesso­re Dieter Zetsche - abbia chiesto di mettere Vettel in gioco, per le ragioni di marketing dichiarate dallo stesso Toto. Ma come far correre Seb nel 2021?

Tenendo conto che Russell è considerat­o una prima scelta per il futuro sportivo di Stoccarda, i sedili non sono tanti, diciamo quattro tra Mercedes e Aston Martin (per quest’anno Racing Point), visto che la McLaren-Mercedes (assieme dal 2021) liberata da Carlos Sainz è andata a Daniel Ricciardo.

Procediamo per esclusione: in Aston Martin sembra blindato Sergio Perez (contratto fino al 2022), e Lance Stroll resta il figlio del paròn. In Mercedes se salta Bottas arriva Russell, perché Hamilton mai e poi mai vorrà Vettel al suo fianco.

BRACCIO DI FERRO. Così ragionando rimane la macchina di Hamilton. Che da mesi imposta la sua trattativa sull’“io sono fondamenta­le per Mercedes”.

L’endorsemen­t per Vettel sembra un piede di porco atto a far saltare questo assunto: nel momento in cui Wolff “chiama” Sebastian, manda un segnale preciso a Hamilton: “Non solo tu non sei fondamenta­le per Mercedes, ma oggi Mercedes è fondamenta­le per te, perché se non ti sbrighi a firmare con noi non c’è altro top-team libero e finirai per fermarti”.

Mettiamoci anche un altro messaggio: “se credi di essere il deus ex machina che fa vincere Mercedes, possiamo dimostrart­i che Mercedes è capace di vincere anche con altri. Anche con il tedesco Vettel, dopo esserci riuscita con il tedesco Rosberg. Perché al centro di questa storia di vittorie c’è il marchio, non un pilota».

Scommettia­mo che a giorni Hamilton inforca la penna e firma?

Lewis non vorrà mai Sebastian al fianco C’è uno spazio alla Aston Martin?

«Non vedo ragioni perché Vettel debba andare alla Mercedes o in un team super-top Faccia qualcosa di completame­nte nuovo con una squadra in fase di crescita»

Bernie Ecclestone, 89 anni ex boss della Formula 1

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