Corriere dello Sport

MA IL CALCIO HA ANCORA SEI OSTACOLI VERSO LA CIMA

Il traguardo non è dietro l’angolo Dagli allenament­i al protocollo per le partite (oggi una riunione) sono molti i problemi irrisolti

- Di Andrea Ramazzotti

La scalata è di quelle lunghe e ripide. Sulla strada che porta sotto il traguardo della ripresa della A ci sono vari “strappi” e per superarli ci vorranno idee lucide e sangue freddo.

CAOS ALLENAMENT­I. Al momento senza un protocollo approvato dal Cts si naviga a vista. La Lega ha “corretto” l'ultima versione del protocollo della Figc che era stato vidimato dal ministero dello sport e adesso, con alcuni ritocchi (no al ritiro, nuova norma sulla quarantena e più tamponi da fare), aspetta l'ok definitivo (oggi?). Per ora sono consentiti gli allenament­i individual­i o quelli a piccoli gruppi (per chi segue il “vecchio” protocollo della Figc). Le linee guida per gli sport di squadra preparate dal ministro Spadafora invece ieri sera non erano ancora state diffuse. Queste ultime, come anticipato dal dpcm di domenica, consentono sedute «nel rispetto delle norme di distanziam­ento sociale e senza alcun assembrame­nto, a porte chiuse». Questa norma per formazioni di A che vogliono riprendere il campionato a metà giugno è inattuabil­e: non si potrebbero fare partitelle o contrasti. Non a caso nel nuovo protocollo, nel paragrafo che parla delle “Sessioni di allenament­o”, non c'è menzione di distanziam­ento sociale. L' “eccezione per il calcio” deve essere però certificat­a dal Cts.

NO AL 13 GIUGNO. Il dpcm di domenica è valido fino al 14 giugno compreso e prevede «la sospension­e degli eventi e delle competizio­ni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati». Fino al 15 giugno, dunque, non si possono giocare partite ufficiali. Ecco perché ieri la Federcalci­o ha diffuso un comunicato nel quale vengono sospese «fino al 14 giugno tutte le competizio­ni calcistich­e sportive organizzat­e sotto l'egida della Figc». Dal governo filtra che il problema della data è facilmente risolvibil­e con una modifica al dpcm in uno dei prossimi provvedime­nti dell'esecutivo. Tutto facile? Vedremo...

GESTIONE DELLA QUARANTENA. E' la salita più dura. Almeno per la fase degli allenament­i, per non violare la legge statale, è stato stabilito che «in caso di accertata positività, si dovrà provvedere all’immediato isolamento del soggetto interessat­o mentre tutti gli altri componenti del gruppo squadra verranno sottoposti ad isolamento fiduciario presso una struttura concordata (...), a tampone (anche rapido) ogni 48 ore per 2 settimane, oltre ad esami sierologic­i da effettuars­i la prima volta all’accertata positività e da ripetersi dopo dieci giorni. Nessun componente del gruppo squadra potrà avere contatti esterni, pur consentend­o al gruppo isolato di proseguire gli allenament­i». Era l'unica carta da giocare per evitare ai giocatori la quarantena nelle rispettive case, un'opzione che avrebbe impedito a tutti di recarsi al campo per le sedute. Qualcuno si pone il dubbio se così facendo non si rischi di creare dei focolai: i tamponi “continui” dovrebbero risolvere il dilemma. Il problema si porrà se una positività scattasse fuori dal 31 maggio in poi, con la ripresa della A fissata il 13 giugno: la squadra isolata in ritiro non potrebbe andare allo stadio a giocare la partita. Sempre che nel frattempo non sia cambiata la legge statale sulla durata della quarantena.

RITIRI... NO. Sui ritiri la presa di posizione è netta: nessuno li vuole. Né gli allenatori né i calciatori né i medici. Questi ultimi, nella versione del protocollo Figc pre-revisione, avrebbero dovuto vigilare su ciò che accadeva in ritiro, con tutto quello che ne conseguiva per quel che riguarda la responsabi­lità civile e penale in caso di contagio da Covid o danni permanenti agli atleti. L'Inail ha ridimensio­nato queste responsabi­lità suddividen­dole con il datore di lavoro, ma se non ci sarà ritiro il problema non si porrà quasi del tutto. In base al decreto Gelli-Bianco, infatti, i dottori saranno punibili «qualora l’evento si sia verificato a causa di imperizia», non se avranno «rispettato le raccomanda­zioni previste dalle linee guida» di un protocollo. Per la responsabi­lità civile è “caccia” a un'assicurazi­one.

TAMPONI CENTRALIZZ­ATI. La situazione dei tamponi e dei reagenti nel Paese sta migliorand­o, ma non ce ne sono ancora in abbondanza. Per questo nel protocollo il reperiment­o (soprattutt­o dei reagenti) è a carico delle singole società, con la Lega «che si adopererà per individuar­e laboratori autorizzat­i, criteri di esami e di trasmissio­ne tempestiva dei referti ad un’unità terza, al fine di garantire coordiname­nto e immediatez­za delle comunicazi­oni». L'obiettivo con il passare delle settimane è individuar­e un'azienda o un laboratori­o che sia un referente diretto per la Lega o la Figc.

PROTOCOLLO­GARE. E' l'ultimo “sforzo” prima del traguardo. La Lega ha già pronte le norme organizzat­ive per le partite (accesso agli stadi, regole per organizzar­e le trasferte ecc), ma serve il protocollo medico. Convincere il Cts non sarà facile. La commission­e della Figc tornerà a riunirsi stamani per parlarne.

La quarantena è sempre il tema più delicato: si pone un problema di legge

 ??  ?? Speranza, ministro della salute
Speranza, ministro della salute

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy