Parma unica squadra in ritiro «Ma c’è troppa confusione»
Il ds Faggiano: «Eravamo pronti e abbiamo seguito il protocollo Poi c’è stato il passo indietro...»
Edunque il Parma ha tirato dritto. All’ultimo momento il protocollo dei ritiri non è stato approvato? Troppo tardi, a Collecchio tutto era pronto e allora via, tutti assieme a riprendere gli allenamenti, con le dovute cautele.
RITIRO. Il direttore sportivo Daniele Faggiano ieri ha spiegato la filosofia del club in questo frangente: «Eravamo pronti e abbiamo preferito fare questo iter, poi vedremo se usciranno nuovi comunicati, nuove idee. Ci prepariamo per un protocollo, poi non è stato ratificato, c’è confusione. Noi ci siamo adeguati e abbiamo fatto il massimo per rispettarlo. Si è iniziato come deciso, nel rispetto di chi ha lavorato dietro le quinte. Noi non abbiamo guardato gli altri, abbiamo pensato a noi. Non volevamo dimostrare nulla noi del Parma, abbiamo rispettato l'iter, non pensavamo che quel protocollo non andasse bene a nessuno». Sulla reazione dei giocatori alla decisione sul ritiro mentre gli altri colleghi tornano a casa, il diesse ammette che: «Non posso dire che fossero contenti, ma sono dei professionisti i giocatori del Parma. Non so se gli altri abbiano fatto storie o non c’era possibilità strutturale per altre società».
PARMA-SPAL. Poi Faggiano si toglie un sassolino vecchio di due mesi: «Ci hanno fatto giocare Parma-Spal che era una partita finta. Non si può decidere di non giocare mezz’ora prima della partita. Così come eravamo pronti per ripartire oggi, poi tre giorni fa ci dicono altro. Allora in due mesi da Parma-Spal non è cambiato nulla. Non si può arrivare mezz’ora prima, dopo una preparazione di due giorni, a decidere di non giocare. C'era qualcuno che non voleva che si giocasse la partita, non dico che avesse torto, ma ci sono stati quindici giorni e mi mandi un messaggio a mezzora della partita?».
INFORTUNI. Intanto sulle sedute a Collecchio spiega che «siamo attrezzati, grazie alle strutture per il settore giovanile possiamo fare anche un lungo ritiro. In ogni caso staremo sempre attenti. Non faremo subito delle partitelle. Faremo dei test, con il tecnico si era deciso di non fare un solo allenamento prolungato ma dividerlo in due fasi, mattina e pomeriggio, senza sovraccaricare i calciatori con una seduta lunga». Il dirigente crociato affronta infine due temi, il rischio di infortuni e quello di un collasso economico dei club: «Che qualcuno possa infortunarsi ci sta adesso come quando inizi un ritiro estivo, è normale. E' una situazione che non ci aspettavamo, non l’abbiamo cercata. Per quanto riguarda le finanze, a Parma abbiamo fatto un conto economico in caso di non ripartenza. Siamo stati tra i primi, la mia squadra ha rinunciato a un mese di stipendio, a prescindere da ripresa o meno».
SICUREZZA. Ogni elemento della rosa e dello staff ieri ha ricevuto, al suo arrivo a Collecchio, due kit: uno coni materiali protettivi e disinfettanti da utilizzare durante e dopo le sedute, e uno con l’abbigliamento che, anche dopo il lavaggio, resterà sempre lo stesso per ogni giocatore, senza possibilità di scambiare braghette o quant’altro. Nei locali del centro sono state tratteggiate varie indicazioni utili al distanziamento in ogni circostanza, dalle zone comuni alla sala da pranzo, dove i giocatori accedono solo a gruppi e su turni. Intanto Marco Ferrari, l’imprenditore principale fautore della rinascita del club dopo il crac Ghirardi nonché presidente di Nuovo Inizio, la società che detiene la maggioranza delle azioni societarie, ieri ha diffuso un post di buon auspicio su Facebook: «Oggi in tanti proviamo a ripartire tra distanze, protocolli e protezioni. Sotto la mascherina, ci scappa un sorriso. Perché sappiamo che torneremo ancora ad abbracciarci e a gioire insieme…. Tutti insieme, torneremo». E, sotto, la foto del tripudio nella notte di La Spezia, quella della promozione in A avvenuta esattamente due anni fa.
«Non posso dire che i giocatori siano contenti, ma sono dei professionisti»