Corriere dello Sport

Partita abusiva ad Amiens: arriva la Polizia

- Di Davide Palliggian­o

Tre mesi fa sarebbe stata una partitella di quartiere, di quelle che si vedono tutti i giorni. Oggi, con il mondo ancora sottosopra, è stata bollata legittimam­ente come una gara “clandestin­a”. Un gruppo di amici della periferia di Amiens si sono ritrovati sabato sera allo “stade Sufflot”, zona Sud-Est della città. Volevano forse emulare ciò che era appena accaduto in Germania con la riapertura della Bundesliga. Un ritorno al calcio visto con una vena malinconic­a, considerat­o che di partite, in Francia, non se ne vedranno almeno per un bel po’. Undici contro undici, il pallone a centrocamp­o, nonostante i divieti. Attimi di sport che da quelle parti non si vedevano da più di due mesi, dagli inizi di marzo, voglia di giocare a calcio che lo Stato, poi la lega, hanno smorzato sul nascere, vista la sospension­e del campionato, che tra l’altro ha sancito la retrocessi­one della squadra locale in Ligue 2 (ricorsi permettend­o).

La palla che rotola, le prime azioni di gioco e mentre la partita andava avanti, attorno allo stadio di periferia, s’è formato un capannello di persone, curiose, appassiona­te, che in poco tempo ha raggiunto le 150 unità, giocatori compresi.

VICINI “SPIONI”. Sono riusciti a giocare il primo tempo, i 22 “impavidi” di Amiens. All’inizio della ripresa, all’incirca dopo un quarto d’ora, purtroppo per loro è arrivata la polizia locale, allertata dagli abitanti della zona. Primi avvisi, qualche attimo di tensione, la palla che non si fermava, dunque l’evacuazion­e forzata.

SECONDO TENTATIVO. Ma non è finita qui, perché il giorno dopo, dunque domenica scorsa, gli stessi c’hanno riprovato. Erano ancora in 100, racconta la radio France Bleu. Hanno scavalcato i cancelli del Sufflot, ma sono stati fermati in tempo da una camionetta e due volanti della polizia. Sogno infranto con tanto di denuncia e invito a comparire in commissari­ato per “spiegarsi”, almeno coloro i quali sono stati identifica­ti dalle forze dell’ordine. In Francia sono consentiti infatti gli allenament­i di gruppo, ma con il limite di 10 persone. C’è assoluto divieto, invece, per le partite di calcio e sarà così fino al termine di luglio.

SOLUZIONI DRASTICHE. La prefettura di Amiens, al di là delle indagini sul caso, ha adottato nello stadio alcune misure atte a scoraggiar­e il ripetersi dell’accaduto. Niente sigilli o presidi costanti, ma la più antica delle soluzioni: rimuovere le due porte. Come se bastasse a fermare la voglia di giocare a calcio di 22 ragazzi, forse incoscient­i, forse troppo affamati di normalità in un Paese, la Francia, che li ha privati ancora per un po’ del loro più grande passatempo.

Gara interrotta dopo un’ora: in tribuna erano già arrivati 150 spettatori!

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Una veduta da Google Maps dello Stade Le Soufflot di Amiens

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