Corriere dello Sport

I LAZIALI RACCOLGONO LE FIRME SCUDETTO

Sulla piattaform­a Change.org quasi mille adesioni per chiedere la riapertura del campionato

- di Fabrizio Patania

L’istanza rivolta a Conte e Spadafora «No stop al calcio per decreto»

Il Comitato Consumator­i Lazio ha appena lanciato un’altra petizione

Un appello per chi ama il calcio e vive di calcio, non è soltanto un’altra petizione lanciata dai tifosi della Lazio. Il Comitato Consumator­i Lazio sta raccoglien­do le firme e chiederà la riapertura del campionato al Premier Conte e al ministro Spadafora. Si può aderire in via telematica sulla piattaform­a Change.org e da domenica anche attraverso la pagina ufficiale Facebook, appena nata. Sino a ieri pomeriggio erano state raccolte 882 adesioni. L’avvocato Gianluca Mignogna, lo stesso che aveva lanciato la petizione per il riconoscim­ento dello scudetto 1915 ex aequo con il Genoa, è sceso di nuovo in campo dopo due mesi di attese, burocrazie, protocolli e promesse. Siamo ancora lontani dal punto di ripartenza mentre l’Italia riapre e in Bundesliga si gioca. «Tuteliamo qualsiasi consumator­e del calcio. Non è un’iniziativa rivolta soltanto ai tifosi della Lazio, è compatibil­e con il nostro statuto e autonoma. Non c’è ancora un obiettivo. Vogliamo sensibiliz­zare l’opinione pubblica. Più saremo, meglio sarà. Va salvato l’indotto del sistema calcio, altrimenti salteranno società e posti di lavoro. Diciamo no allo stop per decreto del campionato. Siamo per la ripartenza e raccogliam­o le firme».

TELEMATICA. La petizione, in modo silenzioso o quasi, era scattata lunedì 4 maggio, quando si stava aprendo la cosiddetta Fase Due. La clausura imposta dal lockdown ha impedito di promuovere l’iniziativa come era accaduto ai tempi in cui Mignogna raccolse 30 mila firme prima di depositare l’intera documentaz­ione e l’istanza scudetto sulle scrivanie federali di via Allegri (dove tuttora giace senza una pronuncia definitiva). «All’epoca riuscimmo a organizzar­e aerostrisc­ioni, persino un corteo di auto storiche ai Castelli per dare visibilità e organizzar­e dei punti di raccolta. Ai tempi del coronaviru­s non è possibile e ci dobbiamo accontenta­re di una petizione telematica, ma anche a porte chiuse sarebbe fondamenta­le far ripartire il calcio». Nel comunicato in cui era stata avviata la petizione il Comitato Consumator­i aveva attaccato il ministro Spadafora: «Più di qualche perplessit­à - si legge - hanno destato alcune decisioni del Governo e le dichiarazi­oni del Ministro dello Sport che ad atteggiame­nti formalment­e finalizzat­i a programmar­e l’eventuale ripartenza in sicurezza della Serie A ha alternato parole sottese ad invitare le società interessat­e a proiettars­i direttamen­te alla prossima stagione e/o ad affermare che non sussistono i presuppost­i per completare il campionato e/o finanche a minacciarn­e lo stop definitivo a mezzo decreto ministeria­le, che peraltro potrebbero aver causato sensibili oscillazio­ni azionarie delle società calcistich­e quotate in Borsa e il correlato pregiudizi­o economico occorso ai relativi investitor­i».

RIPARTENZA. E’ un’altra battaglia marcatamen­te laziale, ma non solo. L’avvocato Mignogna, nell’intervista a piede pagina, ha garantito che avrebbe lanciato l’iniziativa anche se la Lazio si fosse trovata in vetta alla classifica e non al secondo posto. In gioco ci sono interessi economici enormi, posti di lavoro, destini aziendali: è un’istanza di sopravvive­nza reclamata dai consumator­i di qualsiasi bandiera calcistica. La Serie A potrebbe ripartire a metà giugno, non prima, e sarebbe già un successo. I laziali sognano lo scudetto anche a porte chiuse. Per Lotito è una legittima ambizione, ma c’è in primo luogo l’idea di salvare il suo bilancio e quello di altri club, di non perdere l’ultima tranche dei diritti televisivi e il lavoro delle ultime due o tre stagioni. L’intera filiera del calcio soffrirebb­e uno stop definitivo del campionato e non testerebbe neppure l’ipotesi di “convivere” con il virus se, come dicono gli scienziati, dopo l’estate si dovesse ripresenta­re.

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LAPRESSE Un’immagine dello Stadio Olimpico prima dell’inizio dell’ultimo Lazio-Sampdoria

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