Corriere dello Sport

Dries con la città ha un feeling che va oltre le luci della ribalta

Vive nel cuore di Napoli, ama il mare e passeggia tra la gente Solidariet­à con gesti concreti

- Di Fabio Tarantino

Dal lsuo terrazzo il panorama è magnifico, ma lui non s’è mai accontenta­to della cartolina: ha scelto di scoprire ogni angolo della «sua» città, ha creato empatia con i meno fortunati, è stato generoso e umano, riconoscen­te verso l’amore di un popolo che chiama famiglia. Dries Mertens è belga se vi mostra la carta d’identità, altrimenti pensereste ad un napoletano autentico: si gira se lo chiamate Ciro, adora il mare e le isole del golfo, la pizza e gli spaghetti coi pomodorini, il folclore e l’entusiasmo della sua gente.

CIRO. Ora si chiama così, è un nome legato a questa terra nel quale si è identifica­to, gli apparterrà per sempre. Come gli angoli di paradiso che con sua moglie Kat, napoletana d’azione come lui, ammira dal suo terrazzo di casa, a Palazzo Donn’Anna, nel quartiere Posillipo, un’antica residenza nobiliare con vista sul mare. Mertens ne è innamorato, quando la vita era ancora leggera organizzav­a feste con amici, tanti ne sono arrivati dal Belgio. De Bruyne, suo grande amico e connaziona­le, si è sposato al Cocumella di Sorrento.

GENEROSO. Campione di gol ma con un grande cuore, come quando decise di consegnare personalme­nte le pizze ai senzatetto di Piazza Garibaldi o, ancora, sostenendo i canili e invitando le persone ad adottarli, i cani, una delle sue grandi passioni. Recentemen­te ha messo a disposizio­ne della fondazione Cannavaro-Ferrara la maglia del gol col Barcellona (numero 121, come Hamsik, ne manca uno per il primato solitario) per l’iniziativa benefica a sostegno delle famiglie colpite dall’emergenza Covid-19: l’ha vinta De Laurentiis, all’asta, per 15mila euro.

IL CORO DI DIEGO. Di Napoli ama tutto, anche la lingua e dunque le canzoni (storico un suo video mentre interpreta ‘Abbracciam­e’ di Andrea Sannino), nello spogliatoi­o è sorridente e allegro, ha legato tantissimo con lo storico magazzinie­re Tommaso Starace - l’esultanza con la linguaccia è un omaggio - e ovviamente coi tifosi, che gli hanno dedicato il coro che fu di Maradona («Olè, olè, olè Ciro, Ciro») e poi solo di Lavezzi. Lo intonano solo per i calciatori speciali.

ISOLE E CIBO. Legato al mare, tante sono state le gite in barca e in canoa. Mertens ha un debole per le isole: a Capri fu sorpreso mentre giocava a pallone con dei ragazzi, quando può corre a Ischia da un suo amico in campagna col quale condivide cene rustiche. Cose semplici, come lui. Come la pizza, che adora, tanto da cimentarsi pizzaiolo per divertimen­to ma trovandoci gusto. Ama gli spaghetti col pomodorino, ogni tanto si concede il lusso della mozzarella di bufala. Anche il palato è napoletano.

EMPATIA. La sua vicina di casa, Lia Rumma, gallerista, gli fa trovare champagne e cioccolata fuori la porta quando il Napoli vince. Col suo sarto di fiducia fece una scommessa: una camicia per ogni gol. Quando è esploso da bomber stava per farlo anche il suo armadio e così quel «patto» fu sospeso. Ne esiste un altro, intimo, con la sua città. I tifosi si augurano possa durare in eterno.

Carattere estroverso sa fare anche la pizza Tante amicizie nate spontaneam­ente

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Un selfie con Mertens è un ricordo piacevole e difficile da rinunciare
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Mertens si allena sul terrazzo della sua bellissima abitazione a Posillipo
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MOSCA C’è sempre folla quando in ritiro tocca a Dries firmare gli autografi

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