MILAN, GAZIDIS REMA IN PIENA TEMPESTA
Il plenipotenziario del Fondo Elliott deve confrontarsi con Maldini (che fa pesare il suo ruolo), i conti in profondo rosso e il caso Ibra
L’ad rossonero deve sciogliere dei nodi intricati che peseranno sul futuro
Ivan Gazidis, un uomo solo al comando. Nel caso dell’ad rossonero, però, si tratta di una posizione di forza difficile da gestire. Da quando ha ottenuto (i primi di marzo, dopo la «cacciata» di Boban) i pieni poteri dal Fondo Elliott è successo di tutto. Il Covid-19 ha messo in ginocchio la Serie A, rendendo ancora più complicata la gestione del Milan tormentato da un deficit a 3 zeri che è diventato veramente difficile da gestire. Pur nel tragico silenzio della pandemia si è fatto sentire, forte e chiaro, il diktat di Ralf Rangnick che ha dettato le regole del suo ingaggio, incurante della delicatezza di un momento complicato non solo dal punto di vista sportivo. Al culmine della pazienza, il dt Maldini ha risposto al manager tedesco evidenziando la sua scarsa sensibilità dopo averne messo in dubbio la legittimità della sua candidatura alla panchina adesso occupata da Pioli.
DINASTIE. Ivan Gazidis si trova a fare i conti la storia della Dinastia dei Maldini, ma anche con il mitolopico Zlatan Ibrahimovic che sembra non volersi rassegnare alla probabile «bocciatura» di fine stagione. Nel breve volgere di poche ore il plenipotenziario rossonero ha dovuto prendere atto che l’attuale direttore tecnico rossonero venderà cara la pelle se sarà necessario per difendere un marchio di fabbrica che vanta ben 65 anni di successi. Da papà Cesare al figlio Daniel. «La storia della mia famiglia col Milan è talmente lunga che difficilmente finirà», ha avvisato l’ex-capitano rossonero intervenendo domenica sera ospite di Fabio Fazio. Nel frattempo Ibrahimovic ieri è intervenuto sui suoi canali social, pubblicando un «collage» con il suo viso in simbiosi con quello di Joker. corredandolo con una didascalia che non ha bisogno di spiegazioni e commenti: «Mezzo Dio, mezzo Diavolo». Il passo per diventare «uno e trino» è davvero breve...
AVVISI. Quindi Gazidis è avvisato: dovrà dimostrare di essere abile e preparato a guidare il Milan fuori dalle continue tempeste che si sono clamorosamente scatenate proprio quando la Serie A è stata bloccata. Alla ripresa delle ostilità l’ad, che ha ricevuto dalla proprietà pieni poteri assoluti anche per quanto riguarda la parte sportiva, sarà responsabile in prima persona della gestione di un finale di stagione dove il Milan è ancora in lizza per due obiettivi: un posto di Europa League e la Coppa Italia. Solo al comando, sì: ma il super-manager rossonero saprà fronteggiare più situazioni così complicate, intricate e delicate senza un management presente e competente? Il rischio è quello di non avere punti di riferimento validi e concreti.
TUNNEL. L’ad non può fare a meno, anche se a tempo determinato, del doppio supporto di Maldini e Ibrahimovic. Carismatici, vincenti, uomini e campioni di calcio giocato e vissuto. Gazidis non ha una simile esperienza. Nel momento il cui, a inizio marzo, ha cercato di motivare Pioli come possibile protagonista assoluto dello «sprint» di fine stagione, il numero 2 milanista si è dovuto ricredere nel silenzio e nella solitudine di San Siro. Il Milan era chiamato allo slancio verso un posto più comodo nella zona Europa League. L’1-2 (pessima prestazione rossonera sotto tutti i punti di vista) contro il Genoa è stato scoraggiante e umiliante. Al pari dello 0-5 di Bergamo e dell’incredibile rimonta (da 2-0 a 2-4) subita nel derby. Forse Gazidis ha fatto e, purtroppo, continua a fare male i conti. Il calcio non è una scienza esatta. Con 398,81 milioni di euro netti tra investimenti e ricavi sui cartellini negli ultimi cinque anni, è il quarto club europeo ad aver speso di più con solo una Supercoppa d’Italia aggiunta in bacheca. Gli ultimi due anni di gestione appartengono al Fondo Elliott. Nulla è cambiato. Adesso tocca ad Ivan Gazidis...