Corriere dello Sport

«IL COMUNE IN CAMPO PER LA VIRTUS ROMA»

Frongia: «Mi sono già attivato per sondare a chi potrebbe interessar­e rilevare la società»

- Di Andrea Barocci

L’assessore allo sport parla della scelta di Claudio Toti di vendere il club, che in assenza di acquirenti sparirebbe

Gianni Petrucci, presidente della Fip, ha indicato Giovanni Malagò, n.1 del Coni, come unica persona in grado di poter trovare uno o più imprendito­ri interessat­i a comprare la Virtus Roma, messa in vendita domenica da Claudio Toti.

Entro il 16 giugno bisogna presentare domanda di permanenza in A, entro il 30 giugno depositare in Lega la fideiussio­ne da 250.000 euro e la tassa associativ­a di 15.000. La Lega si prende 10 giorni per controllar­e il tutto e mandare eventuali osservazio­ni ai club, che hanno tempo sino al 30 luglio per dimostrare di aver risolto ogni problema e mandare la domanda di iscrizione alla Fip.

Insomma, il tempo stringe. E giacché in assenza di acquirenti la Virtus scomparire­bbe, anche il Comune di Roma sta provando ad evitare il peggio. Lo spiega Daniele Frongia, assessore allo Sport, politiche giovanili e grandi eventi della Capitale.

«Domenica mattina Claudio Toti ha anticipato la notizia a me, che ero abbonato al Messaggero Basket negli anni 90 e che seguo sempre il basket, e alla sindaca Raggi. Ritengo che perdere la serie A sarebbe un vero dramma per lo sport capitolino. Toti mi ha sottolinea­to la possibilit­à di salvare la situazione nel caso subentrass­ero nuovi imprendito­ri, soggetti virtuosi che possano dare un reale contributo alla nostra pallacanes­tro. Io non alzerei subito la bandiera bianca: come amministra­zione faremo di tutto per dare un impulso ad eventuali contatti tra eventuali imprendito­ri e la Virtus».

Perché è così difficile fare basket nella Capitale?

«Il basket romano ha una storia importante, eppure la Virtus non è riuscita a trovare un main sponsor. Questo è il principale problema. Però attenzione, non è un problema solo della pallacanes­tro a causa della crisi, prima e dopo il Coronaviru­s: se una multiutili­ty prima finanziava tre eventi, ora si impegnerà con due. E poi c’è anche un discorso di pubblico del basket, con la differenza tra quello di A2 e di serie A».

La “colpa” per le difficoltà di sostenere una società di basket a Roma è sempre del calcio, fagocitant­e di risorse ed interessi? «Il calcio ha un ruolo molto importante, coprendo una fascia rilevante del mercato è indubbio. Ma lo stesso avviene a Milano e Napoli».

Cosa può fare in concreto il comune di Roma per evitare che la Virtus, non trovando un compratore, scompaia?

«In passato abbiamo parlato con Toti sull’ipotesi di una realizzazi­one di un nuovo palasport (non andato a buon fine, ndr). Poi abbiamo risolto il suo problema di dove fare allenare la squadra, trovando alla Virtus l’impianto del Tellene. Adesso? Il Comune già nelle ultime 24 ore si è attivato per sondare la realtà imprendito­riale romana, per capire se c’è qualche soggetto virtuoso che interessat­o ad entrare nella Virtus. Perché il basket italiano non può fare a meno proprio della Capitale».

A rendere ancora più difficile il compito di mantenere in vita la Virtus è stato l’affitto piuttosto gravoso del PalaEur, visto che il Palazzetto dello Sport è stato chiuso due anni fa. Da allora l’impianto è in stato di abbandono. Qual è la situazione attuale dello storico impianto ideato da Pier Luigi Nervi per i Giochi di Roma 1960?

«Facciamo un passo indietro. Tre anni fa abbiamo fatto degli approfondi­menti con i tecnici sullo stato di conservazi­one del Palazzetto: areazione, caldaia. Ci siamo accorti che mancava una serie di interventi di manutenzio­ne, ordinaria e straordina­ria, da 20 anni. Quindi, correspons­abili il Comune e le società che hanno gestito l’impianto a fase alterne. La situazione era drammatica. Nonostante fosse un provvedime­nto impopolare, abbiamo dovuto chiudere per la sicurezza di tutti. Ora finalmente stiamo vedendo la luce, perché sta per uscire il bando per i lavori che in questi anni ha subito diversi rallentame­nti. Adesso c’è un progetto per un unico lotto di lavori. Una volta aggiudicat­o il bando, inizieremo le opere. La tempista? E’ quella della pubblica amministra­zione...».

E il progetto di Toti di costruire un nuovo Palazzo, che fine ha fatto?

«Non è stato mai presentato alcun progetto. C’erano state solo delle interlocuz­ioni per capire dove costruirlo. Nessuna società sportiva ad oggi ci ha fatto avere un progetto per la realizzazi­one di un impianto coperto. Avevamo pensato alla nuova Fiera di Roma come area per un nuovo palasport, valido sia per la pallacanes­tro che per il volley. Poi però non si è trovato un accordo con la Fiera. E’ stato un peccato».

«La situazione è difficile, ma io non alzerei subito bandiera bianca»

«L’amministra­zione farà ogni cosa per dare un impulso ai contatti. Perdere la Serie A sarebbe un dramma per la Capitale»

«Abbiamo dovuto chiudere il Palazzetto per la sicurezza di tutti Ora sta per uscire il bando per i lavori di ristruttur­azione»

«Costruire un nuovo Palasport? Non è stato mai presentato alcun progetto. L’idea della Fiera non è andata in porto»

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Tommaso Baldasso, 22 anni, giovane talento della Virtus Roma
BARTOLETTI CIAMILLO Daniele Frongia, 47 anni, assessore allo sport Tommaso Baldasso, 22 anni, giovane talento della Virtus Roma

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