Corriere dello Sport

«Lutti e perdite ma non molliamo Le bocce hanno funzione sociale»

De Sanctis, presidente della Fib, ci spiega la situazione e i progetti di un movimento che è stato colpito dal virus come nessun altro

- di Christian Marchetti

«Per andare ai Giochi serve un organismo unitario. Vogliamo finire i campionati»

«Con noi si gioca in sicurezza a ogni età e anche con disabilità»

Di questi tempi ci si riempie spesso la bocca con il termine “resilienza”, qualcosa che i nostri nonni da sempre definiscon­o “rimboccars­i le maniche”. Talvolta i termini trendy finiscono e restano scenari drammatici ma anche una gran voglia di reagire. «Ci siamo messi sotto con grande impegno per trovare le mille soluzioni che servono», assicura Marco Giunio De Sanctis, presidente della Federbocce, reduce dal consiglio federale in videoconfe­renza per mettere a punto la ripresa dell’attività, prevista lunedì prossimo.

La vostra è senz’altro la federazion­e ad aver pagato il prezzo più alto al coronaviru­s.

«A oggi registriam­o purtroppo 300 decessi accertati, tra tesserati e dirigenti. Una ferita gigantesca, un colpo al cuore che comunque non è riuscito a fermarci. Svolgiamo una funzione sociale altissima, integrando atleti giovani, senior, anziani, il settore femminile e le persone con disabilità».

Situazione preoccupan­te soprattutt­o in Lombardia.

«Bergamo, Brescia, Milano, ma anche Cremona. La Regione si è comunque attivata per far ripartire le bocciofile. A livello sportivo su tutto il territorio nazionale la situazione sta migliorand­o, ma dobbiamo ancora concludere le competizio­ni a squadre (promozioni e retrocessi­oni saranno comunque congelate; ndr), poi studiare avveniment­i a porte chiuse. Circostanz­a quest’ultima bruttissim­a per noi. Per ora parliamo di metà luglio. Nella peggiore delle ipotesi a settembre».

Qual è la situazione dei campioni contagiati?

«Virginia Venturini e sua sorella Caterina se la sono cavata bene, così come il resto della famiglia sottoposto a quarantena. L’ex campione Antonio Riva, 80 anni, ha vinto una durissima battaglia contro il virus».

Perquantor­iguardalap­erditaecon­omica per i club?

«Abbiamo perso 2,5 milioni di autofinanz­iamento, mentre per le società si parla di 6-7 milioni in meno. Ciononosta­nte, abbiamo stabilito zero costi di affiliazio­ne per il 2021 e la proroga del tesseramen­to al 31 dicembre. Grazie ai 150.000 euro provenient­i dal Cip, poi, sosterremo chi s’impegna sul fronte paralimpic­o».

Ripartire dunque. Altri numeri importanti sono i 100.000 tesserati e i 45.000 agonisti.

«Circa un milione di praticanti. A bocce, lo ricordo, si gioca anche in spiaggia».

Ma, anche alla luce dei vari Dpcm e linee guida, come si potrà giocare?

«Senz’altro in sicurezza. L’aspetto più importante, ma anche più semplice, resta quello del distanziam­ento. Poi con la sanificazi­one di tutti gli ambienti e degli strumenti, all’aerazione costante, uniti all’igiene delle mani e all’uso delle mascherine. Oltre a chiedere il rispetto delle regole di base, andremo incontro ai club sul piano assicurati­vo».

Che tipo di futuro prevede?

«Dovremo rinunciare a tante iniziative e prevedere una durata ridotta delle partite, ma vorrei comunque concludere i campionati. Sul piano sociale non posso fare previsioni. Quello delle bocce resta uno sport conviviale in cui trovi dalla persona colta all’uomo di borgata, di tutte le età».

Nei giorni scorsi avete lanciato il progetto “Bocce in casa” per i ragazzi delle scuole, anche con disabilità. Che tipo di risposta avete ricevuto?

«In primis il plauso del Ministero dell’Istruzione e da Sport e Salute. Il progetto è stato imitato poi da altri sport. Abbiamo offerto un passatempo nuovo e divertente ai bambini costretti in casa».

A livello internazio­nale lei continua a denunciare frammentaz­ione: la petanque da una parte; raffa e volo dall’altra. Di questi tempi sono in vista riunioni congiunte, linee guida comuni o addirittur­a fusioni?

«La petanque continua nel suo isolamento, lo stesso che ci ha fatto perdere le Olimpiadi. Per questo sto preparando riunioni con i dirigenti di raffa e volo per creare un organismo unitario con tre dipartimen­ti. E con quello potremmo presentarc­i al Cio in maniera diversa».

Cosa manca?

«Cultura, mentalità. Le bocce hanno un potenziale straordina­rio che qualcuno purtroppo dimentica».

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FIB Elisa Luccarini, 45 anni, campioness­a del mondo in carica nella raffa

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