«Lutti e perdite ma non molliamo Le bocce hanno funzione sociale»
De Sanctis, presidente della Fib, ci spiega la situazione e i progetti di un movimento che è stato colpito dal virus come nessun altro
«Per andare ai Giochi serve un organismo unitario. Vogliamo finire i campionati»
«Con noi si gioca in sicurezza a ogni età e anche con disabilità»
Di questi tempi ci si riempie spesso la bocca con il termine “resilienza”, qualcosa che i nostri nonni da sempre definiscono “rimboccarsi le maniche”. Talvolta i termini trendy finiscono e restano scenari drammatici ma anche una gran voglia di reagire. «Ci siamo messi sotto con grande impegno per trovare le mille soluzioni che servono», assicura Marco Giunio De Sanctis, presidente della Federbocce, reduce dal consiglio federale in videoconferenza per mettere a punto la ripresa dell’attività, prevista lunedì prossimo.
La vostra è senz’altro la federazione ad aver pagato il prezzo più alto al coronavirus.
«A oggi registriamo purtroppo 300 decessi accertati, tra tesserati e dirigenti. Una ferita gigantesca, un colpo al cuore che comunque non è riuscito a fermarci. Svolgiamo una funzione sociale altissima, integrando atleti giovani, senior, anziani, il settore femminile e le persone con disabilità».
Situazione preoccupante soprattutto in Lombardia.
«Bergamo, Brescia, Milano, ma anche Cremona. La Regione si è comunque attivata per far ripartire le bocciofile. A livello sportivo su tutto il territorio nazionale la situazione sta migliorando, ma dobbiamo ancora concludere le competizioni a squadre (promozioni e retrocessioni saranno comunque congelate; ndr), poi studiare avvenimenti a porte chiuse. Circostanza quest’ultima bruttissima per noi. Per ora parliamo di metà luglio. Nella peggiore delle ipotesi a settembre».
Qual è la situazione dei campioni contagiati?
«Virginia Venturini e sua sorella Caterina se la sono cavata bene, così come il resto della famiglia sottoposto a quarantena. L’ex campione Antonio Riva, 80 anni, ha vinto una durissima battaglia contro il virus».
Perquantoriguardalaperditaeconomica per i club?
«Abbiamo perso 2,5 milioni di autofinanziamento, mentre per le società si parla di 6-7 milioni in meno. Ciononostante, abbiamo stabilito zero costi di affiliazione per il 2021 e la proroga del tesseramento al 31 dicembre. Grazie ai 150.000 euro provenienti dal Cip, poi, sosterremo chi s’impegna sul fronte paralimpico».
Ripartire dunque. Altri numeri importanti sono i 100.000 tesserati e i 45.000 agonisti.
«Circa un milione di praticanti. A bocce, lo ricordo, si gioca anche in spiaggia».
Ma, anche alla luce dei vari Dpcm e linee guida, come si potrà giocare?
«Senz’altro in sicurezza. L’aspetto più importante, ma anche più semplice, resta quello del distanziamento. Poi con la sanificazione di tutti gli ambienti e degli strumenti, all’aerazione costante, uniti all’igiene delle mani e all’uso delle mascherine. Oltre a chiedere il rispetto delle regole di base, andremo incontro ai club sul piano assicurativo».
Che tipo di futuro prevede?
«Dovremo rinunciare a tante iniziative e prevedere una durata ridotta delle partite, ma vorrei comunque concludere i campionati. Sul piano sociale non posso fare previsioni. Quello delle bocce resta uno sport conviviale in cui trovi dalla persona colta all’uomo di borgata, di tutte le età».
Nei giorni scorsi avete lanciato il progetto “Bocce in casa” per i ragazzi delle scuole, anche con disabilità. Che tipo di risposta avete ricevuto?
«In primis il plauso del Ministero dell’Istruzione e da Sport e Salute. Il progetto è stato imitato poi da altri sport. Abbiamo offerto un passatempo nuovo e divertente ai bambini costretti in casa».
A livello internazionale lei continua a denunciare frammentazione: la petanque da una parte; raffa e volo dall’altra. Di questi tempi sono in vista riunioni congiunte, linee guida comuni o addirittura fusioni?
«La petanque continua nel suo isolamento, lo stesso che ci ha fatto perdere le Olimpiadi. Per questo sto preparando riunioni con i dirigenti di raffa e volo per creare un organismo unitario con tre dipartimenti. E con quello potremmo presentarci al Cio in maniera diversa».
Cosa manca?
«Cultura, mentalità. Le bocce hanno un potenziale straordinario che qualcuno purtroppo dimentica».