Corriere dello Sport

Si riscoprono le bici e la bellezza dei vicoli

In bici o a piedi rinasce il centro E mascherina dal parrucchie­re

- Di Francesca Fanelli

Dopo due mesi di lockdown riapre quasi tutto il Paese: negozi al dettaglio, bar, ristoranti e anche i parrucchie­ri Si ricomincia

Sul lungotever­e le auto sfrecciano già alle otto e mezza del mattino e a occhio sono più del solito. Sul ponte c’è chi fa musica. Il cantiere su piazza Trilussa è aperto, come il bar vicino che da ieri ha i tavolini all’esterno. E c’è chi ha ripreso le vecchie abitudini, caffé e giornale al sole. Un rito. Impagabile Roma che lentamente riapre come tutto il Paese. Il silenzio è meno assordante, certe notti sono state davvero strane. Vuota, chiusa, deserta: mai vista così, forse ci si affacciava dalle finestre anche per vedere se realmente fosse tutto vero o solo un sogno. Da ieri, ma già da qualche giorno a dire il vero si è ripreso e in giro c’è stato più movimento: in alcuni ristoranti si è lavorato giorno e notte per sistemare gli interni, le barriere e le protezioni, i tavoli distanziat­i, alcuni hanno lavorato con asporto e delivery, altri forse non riaprirann­o e sarà la ferita più grave del dopo Coronaviru­s. Piccoli negozi sono stati svuotati, altri hanno aperto ma in effetti ieri poche persone sono entrate per comprare. Ai ristoranti qualche prenotazio­ne è arrivata. «Clienti fedeli che non vedevano l’ora», dicono i proprietar­i.

Roma, ore 11, via Natale del Grande. Dal parrucchie­re, rigorosame­nte su prenotazio­ne via whatsapp (“sono Alessio, dal 18 riapro... ”), presentars­i con la mascherina. Accolti in camice monouso, mascherina e guanti, quasi fosse una sala operatoria (“mi sono allenato in questi mesi, non è mica facile, ma siamo qui”) e allora scatta la foto perché un giorno così non accada mai più. Tinta, colpi di sole, taglio e asciugatur­a con la mascherina in faccia non è facile, ma si fa: bisogna reggerla con la mano, chissà se ci aveva pensato chi ha scritto i protocolli. C’è chi arriva dopo un’ora e sanifica addirittur­a i guanti prima di sedersi a debita distanza. La modalità Covid viene rispettata, siamo all’inizio e ci sono un po’ di timori. «Ma il Lazio arriverà presto a casi zero e allora qualcosa elimineran­no», dicono gli anziani in fila al mercato all’aperto.

Così i vicoli hanno ripreso voce e colore. Le piazzette si sono riempite, la granita al solito posto anche vicini, la fila davanti a farmacie ed edicole, il pranzo in trattoria ma distanziat­i, solo tre tavolini rispetto ai soliti dieci ma a una cacio e pepe o alla cicoria ripassata è difficile rinunciare. Roma rinasce piano, in centro negozi riaperti, si va in bici o a piedi complice anche la bella giornata di sole, in fondo le passeggiat­e sono consentite e anche con gli amici più cari. A piazza Venezia il traffico si è fatto più evidente, c’è anche il vigile, i marchi più gettonati dell’abbigliame­nto sono pronti alla ripartenza, serrande quasi tutte su a voler sfruttare la voglia di ricomincia­re della gente: dispositiv­i di protezione, ingressi contingent­ati e anche controllo della temperatur­a negli shop del bel vivere tra via del Corso e via Condotti.

La sera e la notte poi diranno molto di più, se veramente Roma ha messo alle spalle pandemia e lockdown o se si è fatta prudente perché in due mesi di chiusure è stata rigorosa. Anche per questo ieri non c’è stato assalto, ma solo voglia di ripartecip­are, di uscire e reincontra­rsi. Forse per questo per strada hanno giocato anche a pallone. Senza autocertif­icazione in tasca.

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Parrucchie­re con camice, guanti e mascherina a Trastevere, a Roma

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