Song, bella vita a Londra e Barcellona «Cene, auto, feste: ho speso tutto»
Ricordate Alex Song, massiccio centrocampista camerunese, apparentemente svogliato, che tra il 2012 e il 2014 mise insieme con il Barcellona 65 spezzoni di partita senza infamia né lode? Effettivamente non era animato da grandissime motivazioni. La conferma arriva dal diretto interessato, nel corso della chiacchierata via web con il connazionale Pascal Siakam, campione Nba dei Toronto Raptors. «Quando ho parlato con il direttore sportivo del Barcellona mi ha avvisato che non avrei giocato molto, ma non me ne fregava nulla, perché sapevo che sarei finalmente diventato milionario», la confessione del mediano trentaduenne, che lo scorso marzo ha rescisso il contratto con gli svizzeri del Sion. «Quando mi sono reso conto della quantità di denaro che avrei ricevuto, non ho dubitato neppure per un istante. Ho pensato a mia moglie, ai miei figli e alla possibilità di avere una vita comoda una
volta lasciato il calcio».
IL MEDIANO PRODIGO. Non si può dire quindi che il Song che atterra in Catalogna, a 25 anni, fosse propriamente un giocatore ambizioso, ma alla base del ragionamento venale, c’era un’esperienza personale che il centrocampista di Douala non nasconde. «La verità è che nei primi anni di carriera sono stato un grande spendaccione. Quando sono arrivato all’Arsenal, nel mio primo contratto da professionista mi hanno garantito circa 17mila euro a settimana. Ero poco più che un adolescente, potevo comprarmi quello che volevo, fare feste folli, viaggi, andare a cena fuori, al centro commerciale».
LA CONVERSIONE. A fargli aprire gli occhi, un errore di gioventù. «Mi ricordo che Thierry Henry si presentò a un allenamento con una macchina che era un gioiello. Mi dissi che anch'io avrei avuto quella macchina, a qualsiasi prezzo, e la comprai. Due mesi dopo ero già pentito, perché stavo spendendo tutti i miei soldi in benzina. Allora mi comprai una Toyota». Da quel giorno, Song ha drasticamente cambiato stile di vita. «Ho capito che la maggior parte dei giovani calciatori vive al di sopra delle loro possibilità. Io in otto anni di Arsenal non sono riuscito a mettere da parte neppure 100.000 sterline, quando tutti pensavano che fossi un milionario. Poi, però, sono diventato molto più parsimonioso». L’ex balugrana, che ha fatto in tempo a conquistare una Liga e una Supercoppa di Spagna con Tito Vilanova, chiude tirando le somme. «Dico sempre che un ventenne con una Ferrari è un poveraccio, perché non ha ancora fatto nulla. Vanno rispettati, invece, i cinquantenni con la Bentley».
«Giocavo poco? Mi interessava solo quello che guadagnavo...»