Corriere dello Sport

«Se Friedkin chiama...». «Ilary? Mi voleva al Real»

TUTTE LE SUE DICHIARAZI­ONI TRA INTERVISTE E SOCIAL NEGLI ULTIMI DUE MESI

- Di Giorgio Marota

Dalla telefonata di Friedkin al Real Madrid: due mesi di Totti nelle sue parole.

«Se dovesse arrivare una telefonata di Friedkin ci parlerei. Valuterei di tornare. Mai dire mai».

«Le partite mi mancano. È totalmente diverso fare il dirigente dal calciatore e io non avrei mai smesso».

«La paura più grande che ho affrontato è stata smettere di giocare. I momenti più belli a cui aggrapparm­i sono lo scudetto del 2001 e il Mondiale del 2006».

«Per me il campionato non riprende. La situazione è complicata. De Rossi? Da quando ha smesso non l’ho più visto, l’ho sentito solo per messaggi. Magari compro la Roma, adesso che costa di meno».

«Rispetto De Rossi per aver chiuso la carriera al Boca, ma se avessi giocato con un’altra maglia io avrei rovinato tutto. Dopo l’addio mi voleva la Sampdoria. Anche se sono fuori da Trigoria il mio cuore è rimasto lì».

«Rispetto a Del Piero io avevo meno possibilit­à di conquistar­e il Pallone d’Oro dato che a Roma c’è meno possibilit­à di vincere. Purtroppo io e Alex siamo sempre stati messi in competizio­ne».

«Il mio nuovo lavoro? La prima trattativa che farò sarà sicurament­e con la Roma. Una volta ho scritto a Balotelli “ringrazia che non ti ho preso bene con quel calcio”. Ho visto che Insigne non è più con Raiola. Ci ho parlato, è tutto fatto!».

«Non posso più entrare al centro sportivo. Quando accompagno mio figlio mi fermo al cancello e mi viene da piangere. Finché c'è Pallotta è così, non metto piede a Trigoria. Fonseca mi piace, non ha paura di niente. Un attaccante con cui avrei voluto giocare? Ronaldo il fenomeno. Il 10 più forte adesso è Dybala»

«Mi hanno fatto smettere, io mi sentivo bene. Aver indossato un’unica maglia è stato il trofeo più grande».

«Braida voleva portarmi al Milan fin da giovane. Franco Sensi guai a chi me lo tocca, è stato come un padre. Il derby più bello? Il 5-1. Il più brutto? Il 26 maggio. Se domani arrivasse una proposta della Lazio per mio figlio ci penserei. Conoscendo Cristian neanche mi farebbe mettere a sedere. Se ci fosse solo quella? O cambia lavoro o va a giocare alla Lazio. Pallotta non me l’ha neanche detto che non mi faceva rinnovare il contratto, me l’ha fatto sapere da altri. Almeno un altro anno l’avrei fatto con la pipa in bocca».

«Il nuovo Totti non c’è. Nel giorno del mio addio ho visto quanto amore provava la gente nei miei confronti. Se chiudo gli occhi e penso alla quarantena con Spalletti? Li riapro subito!».

«Della Roma non ne voglio più parlare. Zaniolo? È fortissimo e deve ancora dimostrare tanto. Cassano secondo me si è espresso al 30%, ha sprecato talento perché è matto... Barella è uno dei miei pupilli e non sono riuscito a portarlo a Roma. La stagione della Lazio è incredibil­e, un plauso a Inzaghi e a Tare che è un grande ds. Su Salah che dire… la società in quel momento era in crisi e doveva vendere. Aveva tanto mercato e non ha scelto lui di andare via. Lo stadio di

Tor di Valle? Se non cambiano sede sarà dura farlo»

«Tonali è il più forte di tutti tra i giovani emergenti, infatti cercherò di prenderne la procura. Se è sveglio viene subito, altrimenti dorme da piedi. Di Ünder se ne parla pochissimo. È forte fisicament­e, è furbo, cattivo e ha la tigna. Se capisse un paio di cose diventereb­be veramente forte»

«Sarei stato un buon elemento anche nella Roma di oggi. Mia madre era laziale perché lo era anche mia nonna, ma io non ho mai avuto dubbi. Nel 2004 all’80% sarei dovuto andare al Real Madrid. Con la Roma c’erano un po’ di attriti e Ilary mi spingeva a partire. Restare è stata una scelta di cuore, per i tifosi, gli amici e la famiglia».

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Totti e la moglie Ilary a Fontana di Trevi

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