Corriere dello Sport

Tutto pronto per Miller ufficiale in rosso Dovi può restare, ma se si taglia l’ingaggio

L’australian­o del team Pramac sarà promosso Ha la cattiveria giusta per domare la Desmosedic­i

- Di Mirco Melloni

Classe 1995 è sinonimo di prima guida della MotoGP, almeno per il biennio 2021-22. Il trend lanciato dalla Yamaha con Maverick Viñales è proseguito con la Suzuki che ha mantenuto Alex Rins. Due conferme a cui si unisce la Ducati, pronta a promuovere dal junior team Pramac l’australian­o Jack Miller.

Una scelta che non sorprende, un po’ perché tutti i grandi nomi sono usciti subito dal mercato – da Viñales a Rins passando ovviamente per Fabio Quartararo, mentre Marc Marquez non è mai stato davvero disponibil­e – e un po’ perché Miller è stato in proporzion­e la nota più lieta della Ducati 2019. I suoi cinque podi testimonia­no i suoi progressi, un fatto da non sottovalut­are dato che la lista dei piloti che hanno faticato a metabolizz­are la Desmosedic­i è lunga e prestigios­a (Valentino Rossi, Jorge Lorenzo, Cal Crutchlow...).

Ai risultati si è poi aggiunta la fedeltà mostrata da “Jackass”: in estate, quando il nome di Lorenzo tornò sui radar di Borgo Panigale, Miller era l’unico pilota senza contratto per il 2020 e avrebbe potuto rischiare il posto, anche per questo la KTM si fece sotto offrendo uno stipendio più o meno triplicato. Ma il ragazzo di Townsville declinò, firmando un’estensione annuale con la Ducati-Pramac, consapevol­e che prima o poi il suo numero sarebbe uscito sulla ruota del team ufficiale.

Nove mesi dopo, quella dell’australian­o si è trasformat­a in una scommessa vinta. E accanto ai progressi mostrati da Miller e al “premio fedeltà”, magari conta anche la provenienz­a, perché sono proprio due piloti nati dall’altra parte del globo – Casey Stoner in MotoGP e Troy Bayliss – ad aver incarnato i valori ideali per un ducatista. Un mix fatto di talento, coraggio che sconfina nella spregiudic­atezza, e pochissimi fronzoli, con un pizzico di sana “ignoranza”, identikit tipico dei piloti australian­i e adatto per la Desmosedic­i.

DOVI? La Ducati è l’unica grande casa a non aver ancora ufficializ­zato un solo rinnovo in questo 2020, a differenza di Honda – con Marc Marquez fino al 2024 – Yamaha e Suzuki, che hanno sistemato le coppie ufficiali per il 2021, con Viñales-Quartararo e Rins-Mir. Miller diventa la prima casella destinata a sistemarsi, e andrà a scatenare l’effetto domino all’interno di un casting che per la Ducati è piuttosto laborioso.

Il risultato è che (almeno) uno dei due piloti ufficiali di oggi dovrà cambiare colori. Andrea Dovizio

Il lungimiran­te “Jackass” aveva detto no all’offerta super della KTM

Petrucci ha una chance in Aprilia, ma è legata al destino di Iannone

so è la priorità, visto che ha vinto tredici delle ultime 17 gare della Ducati e per tre volte è stato secondo nel Mondiale dietro il marziano Marquez. Ma l’offerta ducatista non sarà vicina all’attuale stipendio di Dovi (sei milioni di euro a stagione), un po’ per la congiuntur­a economica post-coronaviru­s e un po’ perché il forlivese non avrà alternativ­e tecnicamen­te appetibili. Un pilota di 34 anni non avrà il tempo per aspettare la crescita della KTM, per esempio.

Anche per questo Alberto Puig, manager del Team HRC, aveva svelato il contatto tra Dovi e la Honda ufficiale per un ritorno a distanza di quasi un decennio: «Non molto tempo fa, Dovizioso venne da noi e ci chiese se poteva guidare una Honda». Quella Honda però oggi è nelle mani di Alex Marquez, difficile da bocciare in questa fase, e non soltanto perché si tratta del fratello di Marc: il campione della Moto2 non ha ancora corso un GP con l’HRC.

ITALIANI. A osservare gli sviluppi tra Dovi e la Ducati sono altri due piloti italiani: Danilo Petrucci non è entusiasta di fronte all’eventualit­à di un passaggio in Superbike e, qualora dovesse lasciare la Ducati, potrebbe avere un’occasione in Aprilia, subordinat­a però alla situazione di Andrea Iannone. Pecco

Bagnaia resterà in Ducati con una moto ufficiale, ma il suo futuro potrebbe essere ancora nel Team Pramac, a meno che Borgo Panigale non rompa sia con Dovizioso che con Petrucci.

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GETTY Andrea Dovizioso, 34 anni, in piega con la Ducati ufficiale nel corso dei test invernali
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GETTY Jack Miller, 25 anni, nei test di Losail con la Pramac

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