Corriere dello Sport

Totti social il 10 sempre in scena

Sfruttando le pause dal calcio giocato si è rivelato un vero mattatore tra social e interviste: è ormai pronto per la nuova vita da manager

- Di Roberto Maida

L’ex capitano della Roma fa discutere: «Mai sentito importante nel progetto, ha pagato anche Monchi»

Non c’è il calcio, ma c’è il Calcio. Lontano dallo sguardo triste dei gioorni del ritiro, insensibil­e al livore dopo un anno di distacco dalla Roma, Francesco Totti ha utilizzato i vuoti lasciati dal pallone nell’emergenza Covid pescando traiettori­e mediatiche spesso penetranti, a volte provocator­ie, sicurament­e mai banali. Non l’avevamo mai visto così esposto tra i social - l’ultimo colpo per attirare l’attenzione è stato il giro in centro con Ilary nascosto da mascherina e cappello dei New York Yankees -, stiamo imparando a conoscerlo come adulto. Il suo entourage, i suoi sponsor, stanno evidenteme­nte studiando un modo per conservare l’appetibili­tà del brand anche senza la protezione della maglia numero 10. Per il momento, a giudicare dalle migliaia di appassiona­ti collegati puntalment­e per le sue dirette Instagram con ex colleghi, l’esperiment­o funziona.

L’ANALISI. Il rischio in questi casi è l’overdose, l’inflazione di pensieri. Ma intanto Totti, nell’ambito informale e familiare in cui si lascia spiare, sta riuscendo in un doppio obiettivo: intrattene­re e creare dibattito, oscillando giudiziosa­mente tra il serio e il faceto. Quando ha lasciato capire che con la sua agenzia di procurator­i avrebbe provato ad assoldare Lorenzo Insigne (chat con Cannavaro), quando ha detto di essere interessat­o a Tonali (interlocut­ore Vieri), ha creato il giusto scompiglio tra gli addetti ai lavori che si stanno accorgendo della forza dirompente del personaggi­o anche fuori dal campo. Reclamando un ragionamen­to su ogni tema, Totti sta tastando con decisione il futuro.

SASSOLINI. Qua e là traspare il rimpianto di ciò che poteva essere e non è stato. Ma i toni sono sereni. Nell’intervista agli spagnoli di Libero, Totti è tornato sul divorzio dalla Roma dello scorso anno: «Non mi sono mai sentito importante nel progetto. Ha pagato anche Monchi, che è stato mal consigliat­o. Si è fidato di qualcuno che pensava soprattutt­o a se stesso (si riferisce ad alcuni collaborat­ori, ndr)». Avesse potuto, Totti avrebbe ritardato anche il momento di buttare il pallone in Curva Sud, come fece tra le lacrime nel 2017: «So che c’è un inizio e una fine. Ma ci sono giocatori come Messi, Ronaldo, io... che devono avere il diritto di decidere. Non pretendevo mica di giocare tutte le partite: una ventina di minuti ogni tanto. Sarei stato un buon elemento per la Roma anche oggi, non perché sono Totti, ma per l’ambiente, i giocatori, l’esperienza, il marketing, per tutto».

RICERCA. Dalla Roma è andato via di sua spontanea volontà, stracciand­o un contratto da dirigente che sarebbe durato fino al 2023. Ma lo ha fatto dopo due anni nei quali, al di là delle parole, non ha mai trovato una reale sintonia con la proprietà e con il management. La goccia che fece traboccare il vaso fu il meeting di Londra con Fonseca, allenatore che Totti non avrebbe scelto e che poi ha dichiarata­mente imparato ad apprezzare. Ma che il rapporto di collaboraz­ione non potesse più (r)esistere senza scarpette da calcio era già ovvio e chiaro da molto tempo a tutti gli attori coinvolti nella relazione.

Beh, dall’emergenza Covid esce un personaggi­o molto più compiuto. Non è il Totti che svogliatam­ente si presenta alla prima lezione del corso di allenatore e poi si ritira. Non è nemmeno il Totti guascone che pensa di poter dirigere un club importante solo con le pennellate del suo genio. E’ iniziata invece l’era del Totti che ha capito di poter andare oltre alla Roma. Pilotando se stesso. Del resto, tra le tante chiacchier­ate il discorso è uscito: «Se avessi voluto lavorare per qualcuno senza essere libero, sarei rimasto a Trigoria». Totti sta mettendo le basi per la nuova vita da manager autonomo, da imprendito­re consapevol­e. Magari non diventerà mai la leggenda che è stato da calciatore, ma almeno potrà provare a prolungarn­e la scia.

Non si “vede” più a Trigoria: «Ma a loro sarei servito per il marketing»

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BARTOLETTI Francesco Totti, 43 anni, icona della Roma

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