Totti social il 10 sempre in scena
Sfruttando le pause dal calcio giocato si è rivelato un vero mattatore tra social e interviste: è ormai pronto per la nuova vita da manager
L’ex capitano della Roma fa discutere: «Mai sentito importante nel progetto, ha pagato anche Monchi»
Non c’è il calcio, ma c’è il Calcio. Lontano dallo sguardo triste dei gioorni del ritiro, insensibile al livore dopo un anno di distacco dalla Roma, Francesco Totti ha utilizzato i vuoti lasciati dal pallone nell’emergenza Covid pescando traiettorie mediatiche spesso penetranti, a volte provocatorie, sicuramente mai banali. Non l’avevamo mai visto così esposto tra i social - l’ultimo colpo per attirare l’attenzione è stato il giro in centro con Ilary nascosto da mascherina e cappello dei New York Yankees -, stiamo imparando a conoscerlo come adulto. Il suo entourage, i suoi sponsor, stanno evidentemente studiando un modo per conservare l’appetibilità del brand anche senza la protezione della maglia numero 10. Per il momento, a giudicare dalle migliaia di appassionati collegati puntalmente per le sue dirette Instagram con ex colleghi, l’esperimento funziona.
L’ANALISI. Il rischio in questi casi è l’overdose, l’inflazione di pensieri. Ma intanto Totti, nell’ambito informale e familiare in cui si lascia spiare, sta riuscendo in un doppio obiettivo: intrattenere e creare dibattito, oscillando giudiziosamente tra il serio e il faceto. Quando ha lasciato capire che con la sua agenzia di procuratori avrebbe provato ad assoldare Lorenzo Insigne (chat con Cannavaro), quando ha detto di essere interessato a Tonali (interlocutore Vieri), ha creato il giusto scompiglio tra gli addetti ai lavori che si stanno accorgendo della forza dirompente del personaggio anche fuori dal campo. Reclamando un ragionamento su ogni tema, Totti sta tastando con decisione il futuro.
SASSOLINI. Qua e là traspare il rimpianto di ciò che poteva essere e non è stato. Ma i toni sono sereni. Nell’intervista agli spagnoli di Libero, Totti è tornato sul divorzio dalla Roma dello scorso anno: «Non mi sono mai sentito importante nel progetto. Ha pagato anche Monchi, che è stato mal consigliato. Si è fidato di qualcuno che pensava soprattutto a se stesso (si riferisce ad alcuni collaboratori, ndr)». Avesse potuto, Totti avrebbe ritardato anche il momento di buttare il pallone in Curva Sud, come fece tra le lacrime nel 2017: «So che c’è un inizio e una fine. Ma ci sono giocatori come Messi, Ronaldo, io... che devono avere il diritto di decidere. Non pretendevo mica di giocare tutte le partite: una ventina di minuti ogni tanto. Sarei stato un buon elemento per la Roma anche oggi, non perché sono Totti, ma per l’ambiente, i giocatori, l’esperienza, il marketing, per tutto».
RICERCA. Dalla Roma è andato via di sua spontanea volontà, stracciando un contratto da dirigente che sarebbe durato fino al 2023. Ma lo ha fatto dopo due anni nei quali, al di là delle parole, non ha mai trovato una reale sintonia con la proprietà e con il management. La goccia che fece traboccare il vaso fu il meeting di Londra con Fonseca, allenatore che Totti non avrebbe scelto e che poi ha dichiaratamente imparato ad apprezzare. Ma che il rapporto di collaborazione non potesse più (r)esistere senza scarpette da calcio era già ovvio e chiaro da molto tempo a tutti gli attori coinvolti nella relazione.
Beh, dall’emergenza Covid esce un personaggio molto più compiuto. Non è il Totti che svogliatamente si presenta alla prima lezione del corso di allenatore e poi si ritira. Non è nemmeno il Totti guascone che pensa di poter dirigere un club importante solo con le pennellate del suo genio. E’ iniziata invece l’era del Totti che ha capito di poter andare oltre alla Roma. Pilotando se stesso. Del resto, tra le tante chiacchierate il discorso è uscito: «Se avessi voluto lavorare per qualcuno senza essere libero, sarei rimasto a Trigoria». Totti sta mettendo le basi per la nuova vita da manager autonomo, da imprenditore consapevole. Magari non diventerà mai la leggenda che è stato da calciatore, ma almeno potrà provare a prolungarne la scia.
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