Protocollo gare Comincia una nuova battaglia
La Commissione federale tornerà a riunirsi per scrivere le regole per il campionato: ecco le ipotesi
Vinta la battaglia sul protocollo medico per gli allenamenti collettivi, adesso il calcio italiano deve vincere la guerra sul protocollo per fase delle partite. Nel documento che il Cts ha inviato martedì alla Figc per... promuoverla, a nessuno è sfuggita l'ultima frase ovvero «il presente parere s’intende limitato alla ripresa degli allenamenti di squadra, mentre per la ripresa dell’attività agonistica si auspica un nuovo confronto da attuarsi nelle prossime settimane». Un modo elegante per sottolineare che c'è ancora della strada da compiere e che l'ultimo tratto non sarà in discesa. Anzi... Non a caso, dopo la riunione interlocutoria di martedì mattina (mancava ancora il verdetto degli scienziati del governo sul protocollo per la ripresa delle sedute collettive), la Commissione medico scientifica federale tornerà a riunirsi a breve, al più tardi lunedì.
Adesso che c'è anche il rappresentante della A (Nanni al posto di Tavana), ai medici e ai consulenti nominati da Gravina toccherà il compito di scrivere le regole per la ripresa in sicurezza delle partite. Un compito tutt'altro che facile perché i rischi di possibili contagi spostandosi in altre città e non restando nei rispettivi centri di allenamento sono maggiori. Voli aerei, treni, pullman, hotel, stadi con steward e altro personale: un numero di contatti da mal di testa per gli scienziati del Cts. In più c'è la norma sulla quarantena-isolamento adottata per le sedute collettive che andrà rivista, nella speranza che possa essere "mitigata" in qualche modo dall'andamento della curva dei contagi e dalle disposizioni che il governo prenderà modificando l'articolo 1 dell'ordinanza del 21 febbraio del ministero della Salute («Quarantena da applicare per giorni quattordici agli individui che abbiano avuto contatti stretti con casi confermati di Covid 19»).
PROTOCOLLO TEDESCO E SPAGNOLO. La Commissione della Figc, e in particolare il professor Zeppilli che la presiede, hanno già studiato il protocollo tedesco e quello spagnolo per la ripresa delle partite. Si tratta di documenti ritenuti validi, ma che dovranno essere adottati al contesto normativo del nostro Paese. Soprattutto alla legge sulla quarantena. In questa fase, in caso di positività, è risultata vincente l'idea di obbligare l'isolamento del gruppo squadra in un centro tecnico per consentire il proseguimento degli allenamenti (con tamponi ogni 48 ore). Durante la fase delle partite però un isolamento, per giunta di 14 giorni, vorrebbe dire mettere a serio rischio la conclusione del torneo. Andrebbero rinviati diversi incontri e, per premunirsi di fronte a questa eventualità, la Serie A spera che il 28 maggio Spadafora confermi il via libera per il 13 giugno. In questo modo ci sarebbe un "cuscinetto" di sicurezza dato dalle 2 finestre che l'Uefa ha già messo a disposizione ad agosto (al momento sono state ipotizzate l'8-9 e il 15-16).
UNA LEGGE. Per risolvere a monte il problema, però, basterebbe una legge dello Stato, possibile solo se il contagio decrescerà ulteriormente. Il tempo gioca a favore del calcio perché da qui alla ripartenza ci sono ancora alcune settimane nelle quali il governo farà le sue valutazioni. Ciò premesso, una spinta la darebbe la definizione da parte di scienziati e virologi del periodo di incubazione del coronavirus. Per il momento il lasso di tempo perché i sintomi si manifestino è stato stimato, dall'Università del Massachusetts ad Amherst, in poco più di 5 giorni, ma se studiando ulteriormente il virus e avendo certezze, questo periodo fosse inferiore, magari l'isolamento fiduciario per i contatti stretti del positivo potrebbe scendere rispetto ai 14 giorni attuali. Forse addirittura dimezzato trattandosi il gruppo squadra di persone controllate con esami molecolari ogni 4 giorni.