«CAGLIARI 2023: AVREMO UNA CASA MERAVIGLIOSA»
Il membro del Cda delegato a seguire ideazione e sviluppo del nuovo stadio anticipa ciò che i tifosi potranno scoprire Signorelli: Fra nove giorni sarà il nostro Centenario ed ecco allora il progetto di un “catino” da 25mila posti, avveniristico ma legato
Più che uno stadio, sarà qualcosa di unico. «La “veste” definitiva la conosceremo dopo le necessarie interlocuzioni con le autorità interessate, Comune, Regione e la Soprintendenza, perché il sito ricade in una zona strategica e affascinante. Motivo in più per non pensare a un semplice impianto di gioco, ma a qualcosa che dovrà caratterizzare il Cagliari, la città capoluogo e tutta la Sardegna». Stefano Signorelli, 47 anni, è stato scelto (e inserito del CdA) non casualmente. Era chiaro già alla nascita del rapporto di Tommaso Giulini con il Cagliari, estate 2014, di cosa si sarebbe dovuto occupare. «C’era allora un problema di impianto: il Cagliari aveva il Sant’Elia aperto per soli cinquemila spettatori. Dovevamo tamponare l’emergenza per evitare di giocare nella penisola, ma lavorando anche a una soluzione definitiva non troppo di prospettiva. Ora ci siamo».
Dal vecchio Sant’Elia si è passati all’adiacente Sardegna Arena, soluzione temporanea costata quasi 10 milioni (spesi da Giulini) e indispensabile una volta abbandonato il pericolante manufatto destinato a essere abbattuto per far posto alla nuova casa del Cagliari. Quale che sia il nome che avrà - la fantasia dei tifosi galoppa al riguardo e quale che sia l’immagine definitiva che uscirà dal progettto firmato Sportium (un team famoso nel calcio e non soltanto), è certo che oltre a essere un anello di congiunzione verso l’identità sarda, sarà ultramodermo. Tradizione, efficienza, innovazione: lo scibile si attraversa per traghettare nel futuro il club che fra nove giorni compirà cento anni: «Uno stadio come questo ha una proiezione di almeno mezzo secolo - osserva Signorelli - dunque non possiamo sbagliare nulla».
UN PASSO INDIETRO. Giulini arriva e, prima decisione, dice sistemiamo una volta per tutte il discorso stadio. Complicato da fare per burocrazia, non per volontà. «Ma noi abbiamo seguito la via maestra della legge sull’impiantistica sportiva del dicembre 2013 che offre al soggetto proponente (il Cagliari, nel caso specifico, ndr) tempistiche e calendarizzazione delle tappe più che certe. Inizialmente abbiamo immaginato un impianto da 21mila posti, ma abbiamo capito presto che dovevano essere di più e l’ipotesi europei in Italia nel 2028 ci ha convinti. Sicché ai primi sì delle autorità comunali e regionali, con le relative dichiarazioni di pubblico interesse, ne abbiamo dovuto aggiungere una seconda una volta aggiornato il progetto a 25mila posti estendibili a 30mila. Esaurite tutte queste tappe, la Sportium che ha vinto la gara di preferenze lanciata due anni fa con i nostri tifosi, ieri l’altro ha ricevuto l’incarico di realizzare il progetto definitivo».
TEMPI SCANDITI: Giulini lancia l’idea nel 2014 e il lavoro va avanti. Spesso sottotraccia, l’iter è snervante, a volte si finisce in qualche imbuto burocratico, ma si cammina. E ora? «Sei mesi per il progetto definitivo, altri sei per l’ok della conferenza dei servizi, tre mesi per arrivare al bando e altrettanti per consegnare l’opera a chi vincerà la gara europea. Da oggi, quindici mesi e si parte con i lavori». Per arrivare al taglio del nastro? Stagione 2023/2024: Signorelli non lo dice, per pragmatica riservatezza.
UN PASSO AVANTI. Come apparirà il nuovo stadio sarà una gustosa sorpresa, si può avere già un’idea però circa il contenuto: «Io, il Dg Mario Passetti e il presidente Giulini siamo andati a visitare tanti stadi negli ultimi anni, in Inghilterra, Spagna, Olanda. Il nostro sarà un “catino”, proteso verso il campo di gioco, moderno, comodo, visibilità ottimale. Assistere a una partita del Cagliari nel nostro stadio, sarà ogni volta un’esperienza unica». E coinvolgente: «Trasparirà fortemente la sardità dell’impianto e di chi lo frequenta, per incutere timore reverenziale negli avversari: gli stadi moderni devono avere un impatto emotivo a vantaggio di chi gioca in casa».
Uno stadio “smart”, totalmente cablato: «Offrirà agli spettatori in qualsiasi momento la possibilità anche durante la gare di acquistare bevande, cibo, gadgets, prenotare un taxi. Ci sarà un elevato numero di bar, nessuno dovrà fare la fila durante l’intervallo. Gli skybox saranno almeno trenta, le aree di ospitality non meno di due. E ancora un albergo, ristoranti e altri punti di ristoro, gli uffici della società e della Fondazione Giulini, diversi Cagliari point. Ci sarà uno “sport bar” dove assistere a eventi di altre discipline e giocare agli eSport, che conquistano sempre più favore. Pensiamo a qualcosa di funzionale per il quartiere, la zona in cui ricade l’area».
COSTI E SOSTENIBILITÀ. Un impianto del genere quanto costa e come si sostiene economicamente? «Per ora possiamo parlare di una spesa fra i 50 e i 60 milioni, a progetto definito avremo un quadro più preciso. La sostenibilità, oltre a quanto daranno i nostri tifosi con la loro affluenza per le gare, è stata studiata dalla Deloitte cui abbiamo conferito un incarico per stilare un piano di prospettiva industriale. Abbiamo condiviso, con Regione e Comune, di non progettare gli spazi commerciali ma abbiamo bisogno che la Regione ci dia il contributo che sostituisce gli spazi commerciali. Di fatto lo stadio deve essere capace di generare una economia che lo sostiene. Entro un mese, al massimo, il quadro sarà definito».
C’è un’altra sostenibilità che sta a cuore al Cagliari: «Quella ambientale e di ecosistema con tutto l’ambiente. Per quanto nuovo e avveniristico, sarà rispettoso del contesto nel quale verrà edificato».
IL CORAGGIO. Lo dice senza giri di parole, Signorelli: «Ci vuole un gran bel coraggio, di questi tempi, ad avventurarsi in un’opera simile. L’imprenditore di per sé rischia sempre qualcosa, ma Tommaso Giulini ha davvero messo sul tavolo una determinazione e un coraggio di cui gli va reso merito. Non è soltanto uno stadio che darà lustro a tutta la Sardegna, ma creerà posti di lavoro. Almeno un centinaio a regime, se ci sarà il polo commerciale la cifra si moltiplicherà, e durante la costruzione, due anni, diverse centinaia di persone avranno un’occupazione. Ci sono anche queste cose da sottolineare, in una simile avventura». Il Cagliari vede la dirittura d’arrivo nel 2023. Sarà una casa meravigliosa, unica, irripetibile.
«Ci saranno tanti bar nessuno farà la fila Skybox e ospitality Stadio connesso»
«Polo commerciale? Ne faremo a meno ma la Regione ci darà il suo contributo»
«Fra quindici mesi ci sarà il via ai lavori Il presidente Giulini ha un bel coraggio»