NAPOLI MODELLO FRANCESE
Osimhen e Magalhães dal Lilla e poi Veretout Ecco gli obiettivi in linea col progetto De Laurentiis
Uno esce e un altro entra: in genere va così. E quando si ricomincerà, non ci saranno stravolgimenti a regole codificate. Ci sarà una stagione, quella prossima, che avrà bisogno di un organico di spessore - qualità & quantità - che lasci inalterate le proprie ambizioni e anche immutata l’idea del Progetto: il Napoli non si stacca da se stesso, ha un profilo che ha codificato sin dal 2004 e che De Laurentiis intende portare avanti a modo suo. Non cambieranno le aspirazioni, non verranno alterate le linee-guida d’una strategia che è stata accompagna da successi e comunque da un sistematico ruolo da protagonista. In questo tempo in cui si è sospesi nel nulla, è comunque assolutamente vietato - ed è persino sconsigliato - oziare e il Napoli ha consapevolezza che quando il mondo riacquisterà la propria normalità e il pallone tornerà a rotolare, poi, inevitabilmente, verrà il momento del mercato. Ci sono due uomini che sono teoricamente sull’uscio del san Paolo, poteva già succedere di ritrovarli con la valigia in mano in passato e sembra quasi inevitabile che accada tra un po’: ma quando Koulibaly ed Allan scopriranno che il loro appeal internazionale non è mai evaporato, e quindi separarsi dal Napoli diventerà naturale, De Laurentiis, Giuntoli e Gattuso andranno a scovare in quell’enorme, gigantesca riserva di identikit ch’è stata custodita gelosamente. Ma altro può succedere, per esempio in attacco: sembra scritto, ormai, che Arkadiusz Milik possa congedarsi, dopo quattro stagioni infarcite di episodi sfortunati, e che alle spalle di Mertens (e probabilmente al fianco di Petagna) serviranno altre spalle per caricarsi addosso responsabilità gravose. Il Napoli ha sondato l’universo calcio, come tutti, poi s’è fermato per un momento in Francia ad allungare il proprio sguardo: un anno fa, a Lilla, s’era invaghito di Pépé, finito all’Arsenal dopo un faticoso braccio di ferro (per 80 milioni di euro), ma aveva anche scoperto Osimhen e Magalhães. Mentre a due passi, a Roma, c’è Veretout, ch’è francese autentico: le coincidenze del destino, verrebbe da pensare.