«PALERMO ORA TORNI TRA I PROFESSIONISTI»
Il vice presidente Di Piazza avverte: «Noi abbiamo lottato per la Serie C. Niente scherzi, no al semi-professionismo»
La stagione 2019/20 per il Palermo si è ufficialmente conclusa ieri, con la decisione del Consiglio Federale di interrompere definitivamente i campionati dilettanti. Ma è ancora troppo presto per celebrare la promozione in maniera definitiva, che non sarà decretata neppure domani come molti si aspettavano. L’assemblea della LND in programma infatti si limiterà a suggerire i criteri di conclusione dei singoli campionati e sottoporrà poi la proposta al Consiglio Federale, l’unico ente calcistico autorizzato a fornire sentenze certe in materia («si rinvia ad altra delibera per i provvedimenti sugli esiti delle stesse competizioni»).
NUOVA DATA. Ma la data di una nuova riunione del Consiglio Federale non è stata ancora fissata, dunque trascorrerà altro tempo prima che il tutto venga definitivamente ratificato. La posizione del Palermo non è in discussione, anche perché nel suo girone tutte le squadre hanno giocato lo stesso numero di partite mentre in altri raggruppamenti del Nord c’erano partite da recuperare e quindi le valutazioni su come definire una classifica sono diverse. Ma è praticamente certo che nel girone I verrà validata come graduatoria finale quella della ventiseiesima giornata di campionato che vedeva i rosa primi con 7 punti di vantaggio sul Savoia. Insomma, una piccola doccia fredda per giocatori e tifosi: la promozione è sicura ma non può essere ancora ritenuta ufficiale per almeno un altro paio di settimane. Poi sarà possiile dare il via libera alla festa per il ritorno della società rosanero tra i professionisti. Almeno così tutti ora si attendono questo esito finale dopo un anno di battaglie nel campionato di Serie D.
LE REAZIONI. Per questo motivo, la dirigenza rosanero ha preso atto ma non ha prodotto nessun comunicato in merito. Il commento però è arrivato da New York, da parte del vice presidente Tony Di Piazza: «Anche se non c’è un’ufficialità, la chiusura del campionato per noi ha il sapore di una promozione; è una vittoria che sentiamo di dedicare ai tifosi che l’hanno tanto attesa, un risultato meritato e conquistato sul campo». Di Piazza getta però già un occhio al futuro e alle voci di riforma dei tornei: «Mi auguro proprio che non si arrivi ad una serie C semi professionistica. Al momento sono solo voci. Devo ricordare che al Palermo per partecipare alla serie D è stata chiesta una iscrizione di un milione di euro, con la garanzia che, in caso di promozione, avremmo partecipato ad un campionato professionistico. Se non fosse così, sarebbe una delusione e dovrebbero ridarci indietro quanto sborsato».
STADIO A DISPOSIZIONE. Al momento, nulla cambia neppure nella quotidianità del lavoro che la squadra rosanero aveva ripreso da qualche settimana con gli allenamenti individuali allo stadio. Fino a fine maggio, il campo del Barbera resterà aperto per quegli atleti che, sotto la supervisione del preparatore atletico, vogliano svolgere sedute necessarie a non perdere condizione dopo questi mesi così inusuali e privi di test agonistici e di una attivita agonistica costante. “Lo stadio sarà come un parco dove possono venire a correre in sicurezza” sostiene l’ad Sagramola. A fine mese in ogni caso molti dei giocatori rientreranno nelle rispettive sedi, sia per riabbracciare affetti e familiari da cui sono stati lontani durante il lockdown, sia perché scadono i contratti di affitto delle case che abitano. Tutto da inventare il dopo: con la nuova decisione federale, la stagione 2020/21 inizierà il 1° settembre e i vari campionati, compresa la C dove dovrebbe giocare il Palermo, inizierà molto più tardi del consueto. Da valutare dunque quando far iniziare il ritiro estivo, già organizzato a Petralia Sottana sulle Madonie.
TRASFORMAZIONI. In ogni caso il Palermo cambierà ragione sociale passando da Ssd a società professionistica e, di conseguenza, bisognerà sottoporre ai giocatori nuovi contratti. La vecchia regola prevedeva per le neo promosse dalla D alla C una finestra di 10 giorni, dal 1 al 10 luglio nel quale far firmare nuovi accordi agli elementi che si intendeva trattenere. Diversamente, i calciatori potevano considerarsi liberi. Adesso con l’allungamento delle scadenze (la stagione infatti non finisce più il 30 giugno) serviranno nuove norme interpretative.