KAWASAKI RIPARTE ED È PRONTA AL 2021
Parla Sergio Vicarelli, Direttore Marketing e Vendite di Kawasaki Italia «Nuove strategie perché il mondo è cambiato Frenata la produzione, si accelera sui nuovi modelli»
«Il messaggio che dobbiamo dare è che il mondo è cambiato, non è sparito». La divisione moto di Kawasaki rappresenta solo una porzione della Kawasaki Heavy Industries, gigante giapponese che opera nel settore aerospaziale così come nella cantieristica navale, nei trasporti e nell’energia. Il marchio giapponese è uno dei pilastri del mondo delle due ruote, soprattutto in termini di sviluppo e ricerca sul prodotto: ne è un esempio la famiglia delle maxi H2, le uniche moto nel mercato dotate di sovralimentazione. Sergio Vicarelli, Direttore Marketing e Vendite di Kawasaki Italia ci spiega il momento difficile che vive il settore.
La filiera dei rivenditori e delle officine si è fermata. Come affrontare il problema?
«Il nostro settore è formato da piccoli e medi imprenditori, a volte strutture tipicamente familiari, che non hanno le capacità di gestire una crisi finanziaria. Più o meno, ci sono cinque-seimila concessionari in tutta Italia e la dimensione media è molto piccola rispetto al settore auto a cui a volte siamo associati. Il paragone non regge.
Anche le realtà più importanti mi dicono: “la mia struttura costa 50.000-70.000 euro al mese e io sono chiuso. Ma i costi fissi rimangono...”».
Le vendite sono ferme. Facile immaginare che ci sarà un notevole invenduto. Come pensate di risolvere questo problema? «In ANCMA abbiamo fatto una riunione da cui è scaturito un documento dove chiediamo in ogni caso di posticipare la scadenza dell’Euro 4. Il nostro è un mercato stagionale, perdere questi mesi sicuramente comporterà uno stock a fine anno. In Kawasaki stiamo lavorando per posticipare le scadenze immediate perché dopo due mesi di fermo effettivo nessuno ha la liquidità per far fronte ai pagamenti delle moto acquistate in previsione del picco di stagione di aprile, maggio e giugno».
State pensando a nuovi strumenti di marketing per facilitare il lavoro delle concessionarie? «Occorre dire alla nostra rete: “siamo con voi!” Stiamo lavorando da un lato con iniziative sui consumatori. D’altro canto lavoriamo con operazioni sui dealer. Al di là del posticipo delle scadenze, stiamo concordando dei piani finanziari innovativi da proporre ai clienti in modo da recuperare liquidità».
Lo stop avrà conseguenze anche sullo sviluppo dei modelli previsti per il 2021?
«Il vantaggio di essere una grande azienda è che giochiamo su più tavoli in tutto il mondo. Quindi è un po’ più facile gestire le produzioni e allocarle su mercati che hanno ciclicità e dinamiche diverse dalle nostre. Abbiamo subito ricalibrato le produzioni tagliando gli ultimi lotti 2020 in modo da ridurre eventuali eccessi di stock. I modelli 2021 non subiranno alterazioni anche perché il lavoro è quasi completato».
BMW e KTM non saranno ad EICMA. Qual è la posizione di Kawasaki?
«Non voglio esprimere giudizi sulle decisioni altrui, noi siamo molto più attendisti e possibilisti. Se non facciamo una cosa che è sempre stata fatta diamo un segnale piuttosto negativo; equivale a dire... quel mondo lì non c’è più! Il messaggio che dovremmo mandare è: il mondo è cambiato, ma non è sparito. Dovremmo usare dei paradigmi diversi. Sul tavolo di ANCMA ci sono due proposte: una è quella di rimandare EICMA magari in primavera. L’altra è di fare necessità virtù. Per esempio, come si fanno le trasmissioni televisive adesso? Non c’è più il pubblico, due operatori e via. Quindi perché non utilizzare un sistema virtuale?»
«Saremo presenti a EICMA, in qualsiasi data o in qualsiasi forma si svolga»