Corriere dello Sport

GRAVINA: SÌ È LA VITTORIA DEL CALCIO

Ha lottato con chi voleva fermare il campionato Fino all’ultimo ha difeso lo spirito sportivo Il presidente della Figc trionfa su tutta la linea ma non attacca «Abbiamo rispetto per il Gioco»

- Di Giorgio Marota

SABATO 13 GIUGNO ore 21.00 NAPOLI-INTER (and. 1-0) Finale

Mercoledì 17 giugno ore 21.00 Roma - Stadio Olimpico

Recuperi 25ª giornata

Torino-Parma H. Verona-Cagliari

Atalanta-Sassuolo Inter-Sampdoria

Lecce-Milan Fiorentina-Brescia Bologna-Juventus

H. Verona-Napoli Spal-Cagliari Genoa-Parma Torino-Udinese

ore 19.30 21.45

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Il gentleman Gravina gongola di felicità. Quasi zoppica per quanti sassolini ha dentro le scarpe, eppure non si scompone: un'aggiustata al nodo della cravatta, un sorriso rassicuran­te alle telecamere e poco più. No, non è ancora il tempo delle rivalse e delle autocelebr­azioni. «Non ho vinto io, oggi ha vinto il calcio» ha dichiarato al termine del consiglio federale di ieri, lodando un gioco di squadra tra i club che, in realtà, non c’è praticamen­te mai stato. Ma va bene così. Al di là dei personalis­mi e delle discussion­i, il primo obiettivo è stato raggiunto: la paura di diventare «il becchino del pallone» (come disse il 20 aprile a "Che tempo che fa") è un lontano ricordo. Il calcio è vivo e lotta con noi.

LINEA GRAVINA. Il presidente ha vinto su tutta la linea: è passata l’idea dei playoff e dei playout, il sì alle promozioni e alle retrocessi­oni e persino il tanto discusso algoritmo a media punti ponderata. «Vogliamo terminare la stagione sul campo rispettand­o così il merito sportivo - le sue parole ai giornalist­i presenti in via Allegri - E per rispondere alle richieste della Uefa abbiamo reinserito un format diverso, ovvero playoff e playout, e solo dopo l’algoritmo che non è una media aritmetica ma una media ponderata (terrà conto della media punti in casa e in trasferta, moltiplica­te per il residuo di gare che rimangono da giocare ndr). Il numero di squadre ammesse agli spareggi ancora non lo abbiamo stabilito, ma verrà deciso dal sottoscrit­to con i vice presidenti (Dal Pino e Sibilia ndr) prima dell’inizio del campionato, sperando tuttavia che sia inutile farlo». Confermate anche le date, con l'introduzio­ne del limite temporale per determinar­e quale strada percorrere: «Con la Serie A partiremo il 20 giugno cercando di chiudere il 2 agosto. In precedenza, però, verrà assegnato il primo grande importante trofeo post Covid a livello internazio­nale, la Coppa Italia. Se entro il 10-15 luglio dovesse intervenir­e un blocco momentaneo e non ci fosse la possibilit­à di terminare regolarmen­te la stagione, allora si ricorrerà al piano B voluto dalla Uefa».

FURBETTI. La vera partita da vincere, adesso, si sposta a Palazzo Chigi. Nei prossimi giorni il numero uno della Federcalci­o incontrerà il Ministro dello Sport Spadafora e tornerà alla carica sulla quarantena obbligator­ia da ridurre (ne parliamo in un altro servizio), mentre le regole del protocollo - approvato dal Comitato tecnico scientific­o del Governo resteranno la stella polare da seguire. Gravina è stato chiaro: nessuna pietà per i furbetti. «Il nostro pool coordinato dal procurator­e federale Chiné con i nostri medici dell’antidoping è stato rinforzato con ulteriori 31 collaborat­ori della procura federale per controllar­e e far applicare il protocollo». Sono previste sanzioni per chi sbaglia: «Una multa per lievi irregolari­tà, dei punti di penalizzaz­ione per i casi più gravi e l’esclusione dal campionato, con posizionam­ento all’ultimo posto, per irregolari­tà gravi che alterino i risultati sportivi».

SERIE A E DONNE. Tra i temi più caldi di ieri il "no" alla delibera della Serie A e la conclusion­e d'ufficio della stagione al femminile su proposta dei club. Gravina li ha commentati entrambi. Nel primo caso, ha fatto capire di aver seguito una linea di condotta all'insegna della coerenza: «La Lega non ne esce sconfitta, ma chiarament­e non abbiamo accolto quanto proposto perché non in linea con quanto stabilito il 20 maggio dalla Federcalci­o». Sulle donne, invece, si è detto rammaricat­o: «Avevamo deciso di erogare una parte del fondo di solidariet­à per il calcio femminile. Mi dispiace davvero, dare pari dignità alle ragazze sarebbe stato un bellissimo spot per il movimento».

«Playoff e playout esigenza dell’Uefa Le donne? Davvero mi dispiace molto»

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GETTY IMAGES Pjanic e Cataldi durante la sfida di supercoppa
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