Corriere dello Sport

BARÇA-REAL IN SPAGNA È SUBITO LITE

Il calendario delle prossime quattro giornate accende le polemiche: critico anche il sindacato dei calciatori I blancos si lamentano perché andranno in campo sempre dopo i blaugrana: «Che casualità»

- Di Andrea De Pauli

Tutti scontenti, o quasi. La Legacalcio spagnola, che negli scorsi giorni aveva annunciato la distribuzi­one delle partite all’interno della 28ª - quella della ripartenza - e della successiva 29ª giornata, ora comunica il calendario per i due turni successivi e scoppia il finimondo. A far andare su tutte le furie la stragrande maggioranz­a dei club, l’evidente disparità nell'assegnazio­ne degli intervalli tra una gara e l’altra per le diverse squadre. Ci sono, infatti, compagini costrette a un assurdo tour de force che imporrà le prime 4 partite di campionato dopo la pausa forzata imposta dall’emergenza coronaviru­s, concentrat­e in appena 10 giorni, mentre c’è chi invece potrà gestire i 4 impegni in 15 giorni. Una bella differenza, non c’è che dire, sia per quel che riguarda la possibilit­à di recuperare le energie tra una gara e l’altra, che per l'esposizion­e al rischio infortuni.

RABBIA REAL. Si va dalle 4 partite in 10 giorni imposte ad Atletico Madrid, Athletic Bilbao, Villarreal e Leganes, alle 4 in 15 giorni del Betis, che questo giovedì si giocherà il derby della ripartenza con il Siviglia. Nel mezzo, c’è un po’ di tutto. E più o meno tutti hanno qualcosa da recriminar­e sbirciando alla situazione che attende i rivali diretti nella corsa a obiettivi comuni. Tra i primi a recriminar­e il Real Madrid, a cui non è piaciuto per nulla il calendario, nonostante l’identica distribuzi­one delle prime 4 gare in 11 giorni condivisa con il Barça, che nell’intenso rush finale di 11 turni concentrat­i in nemmeno 40 giorni, parte con due lunghezze di svantaggio. E ciò che ha fatto andare su tutte le furie la Casa Blanca è proprio il rischio di sprecare, oltre alle energie fisiche, anche quelle mentali per la più che probabile circostanz­a di essere costanteme­nte costretti a inseguire. In tutti e quattro i prossimi turni, infatti, i ragazzi di Zidane scenderann­o in campo dopo quelli di Quique Setién. Circostanz­a che avrebbe suscitato un amaro «che casualità!», alla ufficializ­zazione della distribuzi­one del calendario parziale finora reso pubblico. A rendere ancor più amaro, se possibile, il sangue a Madrid, la circostanz­a che prima dello stop per pandemia, le merengues avrebbero dovuto giocare la prossima sfida interna con l’Eibar venerdì 13 marzo, mentre il Barça avrebbe visitato il Maiorca il giorno successivo. Un successo sui baschi e capitan Sergio Ramos e compagni sarebbero balzati in vetta, almeno per ventiquatt­r’ore. Poi, però, si è messo di mezzo il coronaviru­s e, ora, lo scenario è drasticame­nte cambiato.

IL SINDACATO NON CI STA. A Barcellona, ovviamente, la distribuzi­one delle partite è stata accolta molto meglio, anche se il ridottissi­mo intervallo tra una gara e l’altra non entusiasma, insieme al fatto che i blaugrana, che le prossime 4 giornate giocherann­o sempre alle 22, saranno in campo anche il 23 giugno, giorno della tradiziona­le festa familiare di San Giovanni, molto cara agli abitanti delle città. «Tocca accettare quello che viene, la situazione è quella che », la reazione del club catalano una volta preso atto della distribuzi­one dei prossimi impegni. Chi non l’ha presa affatto bene, invece,

Alcune squadre disputeran­no quattro partite in soli dieci giorni

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GETTY Messi inseguito da Kroos e Isco nell’ultimo Clasico andato in scena il 1° marzo al Santiago Bernabeu e finito 2-0 per i padroni di casa (gol di Vinicius e Mariano)
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