BARÇA-REAL IN SPAGNA È SUBITO LITE
Il calendario delle prossime quattro giornate accende le polemiche: critico anche il sindacato dei calciatori I blancos si lamentano perché andranno in campo sempre dopo i blaugrana: «Che casualità»
Tutti scontenti, o quasi. La Legacalcio spagnola, che negli scorsi giorni aveva annunciato la distribuzione delle partite all’interno della 28ª - quella della ripartenza - e della successiva 29ª giornata, ora comunica il calendario per i due turni successivi e scoppia il finimondo. A far andare su tutte le furie la stragrande maggioranza dei club, l’evidente disparità nell'assegnazione degli intervalli tra una gara e l’altra per le diverse squadre. Ci sono, infatti, compagini costrette a un assurdo tour de force che imporrà le prime 4 partite di campionato dopo la pausa forzata imposta dall’emergenza coronavirus, concentrate in appena 10 giorni, mentre c’è chi invece potrà gestire i 4 impegni in 15 giorni. Una bella differenza, non c’è che dire, sia per quel che riguarda la possibilità di recuperare le energie tra una gara e l’altra, che per l'esposizione al rischio infortuni.
RABBIA REAL. Si va dalle 4 partite in 10 giorni imposte ad Atletico Madrid, Athletic Bilbao, Villarreal e Leganes, alle 4 in 15 giorni del Betis, che questo giovedì si giocherà il derby della ripartenza con il Siviglia. Nel mezzo, c’è un po’ di tutto. E più o meno tutti hanno qualcosa da recriminare sbirciando alla situazione che attende i rivali diretti nella corsa a obiettivi comuni. Tra i primi a recriminare il Real Madrid, a cui non è piaciuto per nulla il calendario, nonostante l’identica distribuzione delle prime 4 gare in 11 giorni condivisa con il Barça, che nell’intenso rush finale di 11 turni concentrati in nemmeno 40 giorni, parte con due lunghezze di svantaggio. E ciò che ha fatto andare su tutte le furie la Casa Blanca è proprio il rischio di sprecare, oltre alle energie fisiche, anche quelle mentali per la più che probabile circostanza di essere costantemente costretti a inseguire. In tutti e quattro i prossimi turni, infatti, i ragazzi di Zidane scenderanno in campo dopo quelli di Quique Setién. Circostanza che avrebbe suscitato un amaro «che casualità!», alla ufficializzazione della distribuzione del calendario parziale finora reso pubblico. A rendere ancor più amaro, se possibile, il sangue a Madrid, la circostanza che prima dello stop per pandemia, le merengues avrebbero dovuto giocare la prossima sfida interna con l’Eibar venerdì 13 marzo, mentre il Barça avrebbe visitato il Maiorca il giorno successivo. Un successo sui baschi e capitan Sergio Ramos e compagni sarebbero balzati in vetta, almeno per ventiquattr’ore. Poi, però, si è messo di mezzo il coronavirus e, ora, lo scenario è drasticamente cambiato.
IL SINDACATO NON CI STA. A Barcellona, ovviamente, la distribuzione delle partite è stata accolta molto meglio, anche se il ridottissimo intervallo tra una gara e l’altra non entusiasma, insieme al fatto che i blaugrana, che le prossime 4 giornate giocheranno sempre alle 22, saranno in campo anche il 23 giugno, giorno della tradizionale festa familiare di San Giovanni, molto cara agli abitanti delle città. «Tocca accettare quello che viene, la situazione è quella che », la reazione del club catalano una volta preso atto della distribuzione dei prossimi impegni. Chi non l’ha presa affatto bene, invece,
Alcune squadre disputeranno quattro partite in soli dieci giorni