Neymar sogna di tornare al Barça ma piovono le accuse di omofobia
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L’ ottimismo è il profumo della vita! La massima, pronunciata dal compianto Tonino Guerra in un popolare spot di inizio millennio sembra essere condivisa a pieno anche da Neymar, che nonostante l’attesa crisi economica post-pandemia, un giudizio in corso con il Barça e l’ormai consolidata ostilità tra club blaugrana e Psg, che negli anni scorsi rese impossibile i trasferimenti dall’ombra della Torre Eiffel a quella della Sagrada Familia di Thiago Silva e Marco Verratti, è ancora convinto di poter ricongiungersi con i vecchi amici Leo Messi e Luis Suarez nello spogliatoio della società catalana. Ad assicurarlo è il quotidiano barcellonese, il Mundo Deportivo, che concede la prima pagina al fuoriclasse brasiliano e alla confessione che avrebbe fatto agli attuali compagni parigini a cui sarebbe più legato: «Voglio tornare al Barça!».
L’UTOPIA. A dir poco complicato, c’è poco da dire. Anche perché i campioni di Spagna avrebbero individuato come priorità estiva l’acquisto di Lautaro Martinez, con cui ci sarebbe una trattativa in dirittura d’arrivo con l’Inter. Ney, però, si aggrappa all’accordo verbale dello scorso settembre, quando in un incontro presso l’Hotel Arts, ubicato nel vivace Porto Olimpico di Barcellona, il padre procuratore e il presidente blaugrana, Josep Maria Bartomeu, si erano impegnati a riportare il paulista in Catalogna nel corso della prossima finestra di mercato estivo. A rendere oggettivamente proibitiva l’operazione, i 160 milioni abbondanti pretesi dal Psg e il maxi stipendio del brasiliano, disposto a tornare ai 30 milioni netti l’anno, precedenti alla fuga per Parigi, ma che rappresentano comunque, allo stato delle cose, uno stipendio proibitivo per il Barça, obbligato dalla nuova congiuntura a ridurre sensibilmente il monte salari. L’unica possibilità per un felice esito della trattativa sarebbe introdurre come contropartita tecnica Griezmann, che però non ne vorrebbe sapere. Quasi impossibile, insomma.
LO SFOGO.
WATCHDOG . I fatti si riferiscono alle stagioni tra il 2012 e il 2016 e l'Uefa ha riaperto l'indagine (dopo che il City aveva patteggiato nel 2014) a seguito delle rivelazioni emerse tramite "Football Leaks" e pubblicate dalla rivista tedesca "Der Spiegel".
IL SILENZIO. Strettissimo riserbo intorno all'udienza che si terrà a porte chiuse su richiesta del City. Non sono stati rivelati neanche i nomi dei tre giudici che guideranno l'appello (uno scelto dal Tas, uno dall'Uuefa e il terzo dal City). La sentenza dovrebbe arrivare a fine mese o a luglio.