«Piaceva a Pelè: lo avrebbe voluto nel suo Brasile»
«Mario era il mio preferito Un amico affettuoso e spiritoso, creativo anche nella vita»
Con Mario Corso condivideva le origini, nel veronese. Anche Massimo Moratti è nato da quelle parti, per la precisione a Bosco Chiesanuova. E ha vissuto l'epopea della grande Inter da ragazzo, tifoso nerazzurro, una presenza fissa al fianco di papà Angelo, all'epoca presidente. «Era il mio preferito, ma anche mio padre lo adorava», ha spiegato ieri Moratti, che peraltro ha affidato a Corso - già tecnico dell'Inter per qualche mese nella stagione 1985/86 - un incarico di osservatore, dopo aver fatto il responsabile del settore giovanile, nel suo periodo alla guida del club.
AMMIRATO DA PELE'. Un rapporto fraterno, quello tra Corso e Moratti. Sviluppatosi anche giocando a calcio insieme durante il tempo libero, a Imbersago dove l'ex presidente interista ha una villa. Corso non ha mancato di sottolinearlo nella sua biografia “Io, l'Inter e il mio calcio mancino”, pubblicata nel 2013. «Corso rimase sempre vicino alla nostra famiglia. Poi era l'unico calciatore che Pelè avrebbe dichiaratamente voluto nel suo Brasile: questo per far capire ai giovani la portata della classe del mio amico. Era un piacere veder giocare Corso: tecnica sopraffina, gioco in contro-tempo, le cosiddette punizioni a foglia morta...». Il ricordo si abbina inevitabilmente a un'Inter che ha fatto sognare, coppe e scudetti ma anche una formazione imparata a memoria come una filastrocca.
CREATIVO NELLA VITA. E guidata dal Mago, al secolo Helenio Herrera. «Anche per lui, Corso era un intoccabile», ha detto ancora Moratti. «E' quello che ha giocato di più. Mario era molto spiritoso e sempre carino con gli altri. E' stato un grandissimo amico, affettuoso e pieno di consigli. Io però ho sempre in mente il grande giocatore, un creativo anche nella vita».