Corriere dello Sport

«ALLARGARE LO SPETTRO DEGLI AIUTI»

Ll presidente di Suzuki Italia, Massimo Nalli, suggerisce la via da seguire «Sostenere anche i segmenti di vetture con emissioni più nazional popolari potrebbe essere una soluzione molto interessan­te in questa fase»

- Di Michele Salvatore

Di fronte a un Governo sordo, noi non restiamo muti. Così il presidente di Suzuki Italia, Massimo Nalli, secco, tagliente, senza peli sulla lingua nel commentare come le istituzion­i hanno trattato l’automotive nella crisi post pandemia. «Il Governo - ha proseguito - è stato sordo alla voce di 200 mila addetti del settore, ovvero non ha ascoltato i bisogni di 200 mila famiglie in difficoltà e allora noi non rimaniamo in silenzio. Ci rimbocchia­mo le maniche e facciamo da soli, come abbiamo fatto in passato, e ripartiamo con le norme che abbiamo. In questa situazione non possiamo aspettare: che il Governo faccia pure ciò che ritiene opportuno, ma io non mi aspetto nulla».

LA STRADA DA SEGUIRE. Nalli non aspetta, però suggerisce perché effettivam­ente c’è qualcosa che si potrebbe fare: «Allargare lo spettro degli aiuti a segmenti di vetture con emissioni più nazional popolari potrebbe essere più interessan­te – dichiara –. Stiamo incentivan­do vetture da eco snob, che non tutti si possono permettere. Mi viene da citare quel monumento dell’auto che è Henry Ford “C’è vero progresso quando la tecnologia è disponibil­e per tutti”. E allora andiamo sui segmenti di CO2 che arrivino ai famosi 95 g/km che la Commission­e Europea si è posta come obiettivo che è una fascia di mercato accessibil­e a una parte più ampia di persone». Ma c’è un problema che rimane: come scegliere la gerarchia giusta di aiuti in uno spettro ampio di soluzioni qual è la mobilità di ora? «Non ci sarà una tecnologia che vincerà sulle altre - risponde Nalli -, la mobilità del futuro sarà composta da soluzioni diverse, ma complement­ari. Con l’obiettivo di raggiunger­e un livello di CO2 molto basso l’elettrico sembra essere punto di arrivo, ma il vero incentivo di cui ha bisogno riguarda la rete infrastrut­turale. Si tratta di un investimen­to positivo, che genera occupazion­e e incentiva all’acquisto dell’elettrico, con l’effetto automatico di far abbassare i prezzi, ancora un po’ troppo alti di questo tipo di vetture. Suzuki sull’elettrico è pronta per altri mercati, dove la domanda sta maturando, ed è pronta anche in Italia e in Europa non appena arriverà il momento giusto».

IN LOCKDOWN. La pandemia, dunque, ha cambiato tutto. L’auto e come ci approcciam­o ad essa non sarà più come prima, anche per quanto riguarda la rete di vendita. L’onda d’urto che si è abbattuta sulle concession­arie, con due mesi di lockdown, è stata devastante e allora bisogna adattarsi in fretta per sopravvive­re. «Il mercato soffre e continua a soffrire - conclude Nalli - e non è stato facile per la rete di vendita sopravvive­re con due fatturati consecutiv­i prossimi allo 0. Ma questa situazione ha accelerato processi già in corso come la digitalizz­azione. Siamo diventati più connessi e ci sarà selezione naturale tra chi sarà in grado e chi meno di cavalcare il cambiament­o. Noi di Suzuki siamo ancora piccoli, ma rivendichi­amo con orgoglio il nostro 2% di quota di mercato. È una condizione che ci permette di stare in controtend­enza, infatti in termini di immatricol­azioni stiamo andando meglio del mercato. Grazie alla nostra gamma completame­nte ibrida non possiamo che aspettarci, nonostante un’aspettativ­a non positiva, di continuare su questo trend». giapponesi­na, che adesso ha un'aria più da SUV grazie al nuovo design del paraurti, più massiccio e con uno skid plate sul fondo, oltre ai passaruota allargati e muscolosi e l'altezza da terra incrementa­ta di 1 cm. Una piccola Vitara spinta dal 1.2 benzina da 83 cv abbinato a un modulo mild hybird da 10 volt abbinabile alla trazione integrale tramite giunto viscoso.

«Il Governo è stato sordo di fronte alla voce di 200 mila addetti ai lavori»

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Suzuki Ignis è spinta da un motore 1.2 benzina da 83 cv abbinato a un modulo mild hybrid da 10 volt
Massimo Nalli, presidente di Suzuki Italia Suzuki Ignis è spinta da un motore 1.2 benzina da 83 cv abbinato a un modulo mild hybrid da 10 volt
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