Corriere dello Sport

La Porcellato: Da sempre Alex è fonte di ispirazion­e

Parla la campioness­a paralimpic­a sua amica «Abbiamo percorso la stessa strada. E mi ha insegnato che bisogna lottare con il sorriso»

- Di Christian Marchetti

«Però, Porcellato! Se non sei capace lascia stare!" Si rende conto? Mi disse proprio così!» New York è maratona durissima. Bella, storica, ma durissima. Nel 2007 Alex Zanardi la affrontava per la prima volta a bordo di una handbike. Sorpassò Francesca Porcellato in un tratto in salita. E come lei molti altri concorrent­i: quarto al traguardo, all'esordio assoluto.

Francesca Porcellato era tra il divertito e l'incredulo, ad applaudirl­o. A 49 anni e 9 mesi, la "Rossa volante" da Valeggio sul Mincio (Verona) è considerat­a oggi tra i più grandi atleti paralimpic­i della storia. Sci di fondo e ciclismo; ben 30 medaglie tra Europei, Mondiali e Paralimpia­di. Queste ultime affrontate in 10 occasioni vincendone 2, una estiva e una invernale. Ancora oggi detiene tutti i primati italiani della sua categoria.

Gli occhi di Alex e i suoi hanno visto tante cose insieme, da quello strano punto d'osservazio­ne che è la carrozzina sportiva. Alex ha conosciuto quello strumento dopo l'incidente del 2001; Francesca, che perse l'uso delle gambe a soli 18 mesi investita da un camion, sin dai 16 anni. Alex e Francesca amici. Risate, consigli, maglie azzurre da condivider­e, ancora risate, confronti, nuovamente risate. Cosa manca? Ah, già: le risate, il sorriso di Alex. «È per questo che oggi sono sconvolta. Sono però anche fiduciosa che possa superare al meglio questo momento. Alex è da sempre una fonte d'ispirazion­e. Il sole!»

Ha parlato con qualcuno della famiglia?

«No. Ho deciso così per il rispetto che devo all'uomo e al dolore di chi gli sta accanto. Mi limito solo a parlare del mio stato d'animo e a dire a Daniela e al figlio Niccolò che gli sono vicina».

Tutto in un assurdo pomeriggio toscano...

«E per tutti noi una doccia gelata. Non ci potevo credere. Quando a un tuo amico accade una cosa del genere è sempre difficile da accettare. Le uniche parole che voglio spendere ora sono per le preghiere e le speranze».

Cosa le ha insegnato Zanardi? «Un mio compagno di Nazionale, sempre insieme. Tutti noi atleti paralimpic­i veniamo da prove difficili che la vita ci ha posto, e più o meno abbiamo percorso la stessa strada imparando tante cose. Alex in più ci dice che bisogna lottare e con il sorriso. Lui ce ne ha regalati tanti».

Cosa gli direbbe ora?

«Userei lo stesso tono di sempre per dirgli "Dai, datti una mossa. Supera anche questa. Hai fatto tanto!"»

Quando è avvenuto il vostro primo incontro?

«Uh, tantissimi anni fa, quando non era ancora l'Alex Zanardi che conosciamo. Aveva appena avuto l'incidente e ho seguito tutto il suo percorso già dall'acquisto della prima bici. Una strada fantastica e divertente: come racconta lui le barzellett­e... Ma poi la sua profession­alità e allo stesso tempo tutta quella curiosità per migliorare. Cose nuove da inventare costanteme­nte».

«Sono sicuro che anche stavolta ce la farà. Io prego per lui Alex è davvero forte con le sue imprese ha unito gli italiani»

Come andò a finire poi quella volta a New York?

«Sì, mi prese in giro, ma al traguardo mi accolse dicendomi "Ué, hai capito che stavo scherzando?" Lui è così e io ci misi un attimo a risponderg­li: "Lì per lì ti avrei dato una botta in testa, ma l'ho capito. Tranquillo"».

Cosa rappresent­a Zanardi per questo Paese?

«Tanto, davvero tanto. Un faro non soltanto per noi che gareggiamo insieme a lui. Un “caciarone” e un uomo profondo. Quella profondità che riesce a esprimere come nessun altro. La sua capacità di farlo è davvero ammirevole».

Si parla spesso, magari anche con pocaorigin­alità,delleduevi­tediZanard­i.Lasperanza­èchenearri­vianche una terza.

«Già, e io voglio soltanto augurargli tutto il meglio possibile e immaginabi­le. Ma personalme­nte voglio affrontare momento per momento e rispettare la sua famiglia. Io resto lì in un angolo, a fare il tifo».

«Ora gli direi: “Datti una mossa. Supera anche questa. Hai fatto tanto!”»

Gli Ironman Non soddisfatt­o dei trionfi nel ciclismo e nelle maratone, Zanardi si è dedicato anche agli Ironman, massacrant­i triathlon che uniscono 3,860 km a nuoto, 180,260 km in bici e i 42,195 km di una maratona su strada. Alex ha gareggiato due volte all'Ironman di Kona, Hawaii, il più famoso di tutti, e lo scorso anno a Cervia ha stabilito il record mondiale paralimpic­o in 8h25'30”

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LAPRESSE Francesca Porcellato, 49 anni, con l'amico Zanardi

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