Corriere dello Sport

Ci resta solo il Biplete

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Caro Cucci, con animo grato al presidente Gravina, ho finalmente riabbracci­ato il calcio. Preso dall'entusiasmo per il ritorno del pallone, ho sperato di non avere visto giusto nelle mie pessimisti­che previsioni qui pubblicate. La Coppa Italia ha sancito che non avevo sbagliato. Il suo responso è stato impietoso. La concretezz­a e la contezza dei limiti messe in campo da Rino Gattuso hanno consentito al suo Napoli di fare la partita che doveva fare contro una Juve che all'opposto ha fatto esattament­e la partita che non doveva fare. Gli statistici attribuira­nno ai bianconeri superiorit­à in possesso di palla, numero di palleggi, presenza in attacco e tiri in porta. Pinzillacc­here, fanfaluche, direbbe il grande Totò strafelice per la Coppa. Molti tiri erano più alti dei pali del rugby, e Meret, affaticand­osi in un una sola parata non difficile, è uscito dal campo fresco, riposato e pronto per una serata romantica. Anche se repetita iuvant, non ripeterò quanto detto in passato. L'involuzion­e della Juve è più evidente di qualsiasi consideraz­ione. In tempi non sospetti avevo paventato zero tituli. Due se ne sono andati e due ne restano, i più difficili. Eppure sentivo parlare di triplete… Gli ottimisti inguaribil­i sperano in una Champions sanatutto. Se, come è possibile (stavo per dire probabile), si perde il campionato, in che condizioni la squadra dovrà affrontare il fondamenta­le match col Lione? Peccato, perché gli uomini ci sono e di livello. Ma, come dicevano gli antichi romani, senatores boni viri, senatus mala bestia. Chi vuole, continui a sognare, ma poiché la Champions si gioca in luglio, mi tornano alla mente le lontane parole del grande Sergio Endrigo: «I sogni belli non si avverano mai. Era d'estate…». Antonio Maria Ioli, Rimini

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