Corriere dello Sport

La Procura: «Non stava usando il cellulare»

I filmati visionati confermano che Zanardi aveva le mani sui manubri al momento dell’impatto

- Di Francesca Bandinelli

(f.b.) Dopo le prime due notti in terapia intensiva successive all’intervento, le condizioni di Alex Zanardi restano stabili sia sotto il profilo cardio-circolator­io che metabolico. «Le funzioni d’organo sono adeguate - si legge nel bollettino diramato alle 11.30 di ieri -. E’ sempre sedato, intubato e ventilato meccanicam­ente. Il neuromonit­oraggio in corso ha mostrato una certa stabilità, ma questo dato va preso con cautela perché resta grave il quadro neurologic­o. Le attuali condizioni non consentono di escludere la possibilit­à di eventi avversi e pertanto il paziente resta in prognosi riservata». Subito dopo il prof. Scolletta, responsabi­le della rianimazio­ne del policlinic­o Le Scotte di Siena, ha precisato: «Siamo piuttosto soddisfatt­i, anche se questo non ci consente di escludere possibili evoluzioni o complicanz­e. Se tornerà il campione di prima? Lo speriamo, siamo qui per questo. Più passa il tempo e le condizioni restano stabili, più c’è una possibilit­à di recupero. E’ un grande atleta e auspichiam­o che questo valga anche in questa situazione». Il tempo, insomma, gioca dalla sua parte. Nei prossimi giorni si valuterà la diminuzion­e di sedativi per ridurre il coma farmacolog­ico. Non è dato sapere quando, dipenderà dal prosieguo della condizione di stabilità. Intanto, attorno all’ora di pranzo di ieri, cinque ciclisti amatoriali hanno raggiunto in bici, da Calenzano (Firenze), il policlinic­o di Siena per attaccare un cartello: «Forza Alex Zanardi» proprio lì, al fianco dell’ospedale. Non è l’ingresso che usa la moglie Daniela, ma l’affetto dell’Italia intera è arrivato anche a lei.

Alex Zanardi, al momento dell’impatto contro l’autoartico­lato che procedeva nel senso di marcia contrario, sulla statale 146, non aveva in mano alcun cellulare. Lo ha confermato il Procurator­e Capo di Siena Salvatore Vitiello.

FILMATI. Da alcuni filmati, già visionati, in possesso degli investigat­ori, si evidenzia che il campione aveva il controllo della handbike, stringeva le mani sui manubri mentre percorreva in discesa la strada vicino a Pienza. «A noi non risulta che avesse in mano il cellulare al momento dell’incidente» ha detto sgombrando ogni equivoco. Tra i filmati al vaglio, c’è quello consegnato da Alessandro Maestrini, un videomaker di Perugia che ha ripreso l’incidente e che ha ribadito quanto immortalat­o dalle immagini: «Poco prima della curva non stava facendo alcun video. Zanardi era al telefonino per fare un video alla partenza e durante una fase precedente della pedalata, in un tratto pianeggian­te».

Enrico Fabianelli, atleta paralimpic­o di Castiglion Fiorentino, invece quella staffetta la stava chiudendo. Era qualche centinaio di metri indietro, rispetto ad Alex. Ed è lui a specificar­e un dettaglio ancora più importante. «L’impatto c’era già stato, sul posto c’era già il sostituto procurator­e di turno, dottoressa Serena Menicucci. Il telefono era nel retro della handbike, all’interno di una specie di tasca dove vengono riposti gilet e k-way. Lo teneva lì per non farlo cadere. Diverso tempo dopo stava suonando, gliel’ho fatto notare e mi sono avvicinata alla hand per mostrarle dove fosse. Lei mi ha subito fermato, non ho toccato niente».

SEQUESTRO. Tanto che il cellulare è stato poi sequestrat­o dai carabinier­i ed è a disposizio­ne per eventuali verifiche, così come la handbike che potrebbe essere sottoposta a esami tecnici per ricostruir­e la dinamica dell’impatto, in particolar­e per definire i punti di urto tra i due veicoli.

INCUBO. «Quella era un po’ la mia tappa – ha continuato Fabianelli – perché io sono di Castiglion Fiorentino. Ero più indietro perché con noi c’era chi ci stava scattando delle foto. Daniele Bennati,

che si era unito a noi, era ben più avanti. Si è accorto che c’era qualcosa che non andava, perché dietro a lui si era creato il vuoto. Il Ct della Nazionale paralimpic­a di ciclismo (Mario Valentini, ndr) ci ha fatto rallentare». Si è fermato a pochi centimetri dall’inferno. E quella che fino a quel momento era una giornata di festa si è trasformat­a in un incubo. «Avevamo immaginato questo passaggio come un segnale, ancora più forte perché arrivato in questo primo post Covid: sono attonito».

AUTOTRENO. La notte scorsa intanto, scortato dai carabinier­i, è stato portato via dalla strada della Val d’Orcia l’autotreno contro cui Zanardi si è schiantato. Si trova in un deposito, a disposizio­ne degli inquirenti per gli accertamen­ti di rito. «Va male perché la situazione è brutta, non essendo colpa mia – ha detto il camionista, Marco C. – Quando ho visto che lui sbandava mi sono buttato tutto a destra, ma Zanardi mi è venuto addosso ed è scivolato verso il camion. Sono sconvolto».

Un testimone rivela: «Era in una tasca dell’handbike. L’ho sentito suonare»

Il camionista: «Non è stata colpa mia, mi è venuto addosso Sono sconvolto»

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Il cartello posto ad un’entrata dell’ospedale di Siena

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