La Procura: «Non stava usando il cellulare»
I filmati visionati confermano che Zanardi aveva le mani sui manubri al momento dell’impatto
(f.b.) Dopo le prime due notti in terapia intensiva successive all’intervento, le condizioni di Alex Zanardi restano stabili sia sotto il profilo cardio-circolatorio che metabolico. «Le funzioni d’organo sono adeguate - si legge nel bollettino diramato alle 11.30 di ieri -. E’ sempre sedato, intubato e ventilato meccanicamente. Il neuromonitoraggio in corso ha mostrato una certa stabilità, ma questo dato va preso con cautela perché resta grave il quadro neurologico. Le attuali condizioni non consentono di escludere la possibilità di eventi avversi e pertanto il paziente resta in prognosi riservata». Subito dopo il prof. Scolletta, responsabile della rianimazione del policlinico Le Scotte di Siena, ha precisato: «Siamo piuttosto soddisfatti, anche se questo non ci consente di escludere possibili evoluzioni o complicanze. Se tornerà il campione di prima? Lo speriamo, siamo qui per questo. Più passa il tempo e le condizioni restano stabili, più c’è una possibilità di recupero. E’ un grande atleta e auspichiamo che questo valga anche in questa situazione». Il tempo, insomma, gioca dalla sua parte. Nei prossimi giorni si valuterà la diminuzione di sedativi per ridurre il coma farmacologico. Non è dato sapere quando, dipenderà dal prosieguo della condizione di stabilità. Intanto, attorno all’ora di pranzo di ieri, cinque ciclisti amatoriali hanno raggiunto in bici, da Calenzano (Firenze), il policlinico di Siena per attaccare un cartello: «Forza Alex Zanardi» proprio lì, al fianco dell’ospedale. Non è l’ingresso che usa la moglie Daniela, ma l’affetto dell’Italia intera è arrivato anche a lei.
Alex Zanardi, al momento dell’impatto contro l’autoarticolato che procedeva nel senso di marcia contrario, sulla statale 146, non aveva in mano alcun cellulare. Lo ha confermato il Procuratore Capo di Siena Salvatore Vitiello.
FILMATI. Da alcuni filmati, già visionati, in possesso degli investigatori, si evidenzia che il campione aveva il controllo della handbike, stringeva le mani sui manubri mentre percorreva in discesa la strada vicino a Pienza. «A noi non risulta che avesse in mano il cellulare al momento dell’incidente» ha detto sgombrando ogni equivoco. Tra i filmati al vaglio, c’è quello consegnato da Alessandro Maestrini, un videomaker di Perugia che ha ripreso l’incidente e che ha ribadito quanto immortalato dalle immagini: «Poco prima della curva non stava facendo alcun video. Zanardi era al telefonino per fare un video alla partenza e durante una fase precedente della pedalata, in un tratto pianeggiante».
Enrico Fabianelli, atleta paralimpico di Castiglion Fiorentino, invece quella staffetta la stava chiudendo. Era qualche centinaio di metri indietro, rispetto ad Alex. Ed è lui a specificare un dettaglio ancora più importante. «L’impatto c’era già stato, sul posto c’era già il sostituto procuratore di turno, dottoressa Serena Menicucci. Il telefono era nel retro della handbike, all’interno di una specie di tasca dove vengono riposti gilet e k-way. Lo teneva lì per non farlo cadere. Diverso tempo dopo stava suonando, gliel’ho fatto notare e mi sono avvicinata alla hand per mostrarle dove fosse. Lei mi ha subito fermato, non ho toccato niente».
SEQUESTRO. Tanto che il cellulare è stato poi sequestrato dai carabinieri ed è a disposizione per eventuali verifiche, così come la handbike che potrebbe essere sottoposta a esami tecnici per ricostruire la dinamica dell’impatto, in particolare per definire i punti di urto tra i due veicoli.
INCUBO. «Quella era un po’ la mia tappa – ha continuato Fabianelli – perché io sono di Castiglion Fiorentino. Ero più indietro perché con noi c’era chi ci stava scattando delle foto. Daniele Bennati,
che si era unito a noi, era ben più avanti. Si è accorto che c’era qualcosa che non andava, perché dietro a lui si era creato il vuoto. Il Ct della Nazionale paralimpica di ciclismo (Mario Valentini, ndr) ci ha fatto rallentare». Si è fermato a pochi centimetri dall’inferno. E quella che fino a quel momento era una giornata di festa si è trasformata in un incubo. «Avevamo immaginato questo passaggio come un segnale, ancora più forte perché arrivato in questo primo post Covid: sono attonito».
AUTOTRENO. La notte scorsa intanto, scortato dai carabinieri, è stato portato via dalla strada della Val d’Orcia l’autotreno contro cui Zanardi si è schiantato. Si trova in un deposito, a disposizione degli inquirenti per gli accertamenti di rito. «Va male perché la situazione è brutta, non essendo colpa mia – ha detto il camionista, Marco C. – Quando ho visto che lui sbandava mi sono buttato tutto a destra, ma Zanardi mi è venuto addosso ed è scivolato verso il camion. Sono sconvolto».
Un testimone rivela: «Era in una tasca dell’handbike. L’ho sentito suonare»
Il camionista: «Non è stata colpa mia, mi è venuto addosso Sono sconvolto»