Semestre europeo a guida tedesca Recovery Fund e Mes: l’Italia tifa
La politica, nonostante gli esempi nostrani suggeriscano il contrario, non è un’arena in cui fare il tifo. Le questioni sono quasi sempre complesse e le risposte parziali. Ciò nonostante se per una volta l’Italia deve caldeggiare la buona riuscita di un progetto, beh, questo è il caso del semestre europeo a guida tedesca. Ne è passata di acqua sotto i ponti. Una volta la Germania era il Paese che, forte della propria ricchezza, imponeva condizioni capestro agli altri partner meno vigorosi. Oggi, soprattutto sotto la guida Merkel, Berlino è diventato forse l’unico attore capace di sintesi in un continente schiacciato tra i falchi rigoristi del Nord e le spinte sovraniste che aleggiano fino a esplodere - in molti Paesi non appena le condizioni economiche e sociali si deteriorano. La cancelliera sa insomma di giocarsi molto in questi sei mesi di quello che resterà il suo valore politico nella Storia. La pandemia Covid, ammesso che se ne possa già vedere la fine, ha innescato una serie di contraccolpi che hanno ferito economie vigorose e messo in ginocchio quelle più fragili.
LE MISURE. Tanti i temi centrali nell’agenda tedesca. Su Recovery Fund e Mes (intorno al quale il botta e risposta con Conte è stato vivace) la Merkel con onestà ha riconosciuto: «Ammetto che le posizioni siano ancora lontane e serviranno molti altri colloqui». Bisognerà parlare di numeri certo, ma con un linguaggio semplice che riesca a far capire ai cittadini europei le opportunità (e gli eventuali rischi) di ogni scelta. Per l’Italia ballano 173 miliardi di cui 82 a fondo perduto (proposta Commissione sul Recovery Fund) per il rilancio economico e circa 36 (una quota corrispondente al 2 per cento del Pil nazionale) per il Mes: dovranno servire per rafforzare il sistema sanitario dopo la grande crisi del Coronavirus. Vale a dire sostegno agli ospedali, alla medicina di base, ma anche denaro da spendere per rinforzare il numero del personale sanitario e per assicurare un sostegno più attivo e attento per i nostri anziani. La politica italiana su questo si divide: in una parte della maggioranza (frange dei M5S) sembrano riemergere rigurgiti anti-europei. Salvini e Meloni non ne fanno mistero. Alla Merkel dunque il compito di trovare una linea di sintesi, a Conte quello di far capire che senza l’Europa l’Italia difficilmente troverà le forze necessarie.