Corriere dello Sport

Inter, Conte già pronto alla rivoluzion­e

La sconfitta interna subita col Bologna ha fatto salire la tensione nell’ambiente nerazzurro Se il tecnico ha sfogato la sua rabbia l’ad cerca di ragionare Marotta vede il bicchiere mezzo pieno: «Lo dicono i numeri: siamo in crescita e abbiamo dimezzato i

- Di Alessandro Barbano

Marotta non si lasci convincere

Marotta si conferma un abile tattico, dice che le quattro sconfitte sono troppe per il blasone dell’Inter e poche per il suo progetto di crescita, dice cioè tutto e il contrario di tutto.

Il bicchiere mezzo e mezzo resta la migliore immagine per spiegare il momento dell’Inter. E’ mezzo vuoto, se si va a vedere che, come nelle ultime stagioni, il rendimento della squadra è calato, se non precipitat­o, tra il girone di andata e quello di ritorno. Quest’anno, infatti, al giro dio boa, l’Inter era seconda con 46 punti e media partita di 2,42. Mentre nelle 11 gare sin qui disputate della seconda parte, ha raccolto solo 18 punti, per una media di 1,63 e per un settimo posto parziale, alle spalle anche del Sassuolo. Quel bicchiere, però, diventa mezzo pieno nel momento in cui si nota come il distacco dal quinto posto sia di 16 punti. Di fatto, quindi, la qualificaz­ione Champions è un traguardo già tagliato, a differenza delle ultime due annate, quando l’obiettivo era stato raggiunto solo all’ultima giornata. Ed è esattament­e questa la base di partenza dell’analisi di Marotta. «I paragoni con il passato non stanno in piedi – ha contestato l’ad nerazzurro -. Ora la situazione è molto diversa e i numeri possano aiutare a comprender­e, ma non rappresent­ano necessaria­mente la realtà. C’è una squadra in crescita, che ha anche più che dimezzato la distanza dal primo posto (11 lunghezze contro 25, ndr). Poi è normale essere arrabbiati per quello che è accaduto con il Bologna, ma è

stata anche la prima sconfitta contro squadre che ci seguono in classifica. Le altre 3 erano arrivate contro Juventus, due volte, e Lazio. Abbiamo pagato dazio anche con il Sassuolo, dà molto fastidio, ma sono momenti che possono accadere nell’arco di una stagione».

CATTIVERIA E LUCIDITÀ. Resta il fatto che Conte era imbufalito domenica sera. E’ rientrato negli spogliatoi come una furia, inveendo contro tutto e tutti. Più che un attacco ai giocatori, il suo è stato uno sfogo. A cui è seguita la riunione con i dirigenti e poi la presa di responsabi­lità davanti ai microfoni. Così, solo ieri mattina è andato in scena il vero confronto con la squadra. Sbollita la rabbia, i toni sono rimasti quasi sempre nella normalità. Ma le rimostranz­e del tecnico leccese sono state comunque dure e perentorie, senza diritto di replica. Anche perché quello che ha visto con il Bologna davvero non lo

Sono quelli raccolti nel girone d’andata dall’Inter, allora seconda in classifica a -2 dalla Juve, Inter che viaggiava con una media punti di 2,42 a partita può accettare da una sua squadra. Cattiveria, determinaz­ione, lucidità: è questo ciò che pretende d’ora in poi dai suoi giocatori. Quindi, saper chiudere le partire quando se ne ha l’occasione e saper sfruttare le situazioni di vantaggio nell’interesse della squadra e non per inseguire il successo personale. In questo senso, l’esempio più calzante è stato il rigore. E’ vero che Lautaro ha sbagliato a volerlo calciare a tutti i costi. Ma Conte se l’è presa ancora di più con Lukaku che gliel’ha lasciato fare. Era il rigorista designato e toccava a lui imporsi per far rispettare le direttive. A questo punto, il tecnico si aspetta un’immediata reazione giovedì a Verona.

IN EUROPA PER VINCERE. Poi, messa da parte ogni velleità di scudetto, le partite che restano tra campionato ed Europa League serviranno per capire chi merita di restare e chi no. Nelle sue richieste, come si

«Certi paragoni con il passato non stanno in piedi Però c’è stizza»

«Lautaro? Le voci di mercato lo hanno turbato. Eriksen paga l’inseriment­o»

può leggere a parte, Conte è stato molto chiaro con la società. E i segnali che vengono da viale della Liberazion­e indicano che si proverà ad accontenta­rlo. Intanto, appoggiand­olo e sostenendo­lo in questa fase. «Condividia­mo il suo pensiero, anche a proposito del fatto che siamo tutti sotto esame, ma la società è soddisfatt­a del suo lavoro – ha aggiunto Marotta a Sky -. I giocatori, anche quelli giovani, devono riuscire a esprimere sul campo rabbia, senso di appartenen­za e cultura della vittoria: tutti fattori determinan­ti per raggiunger­e gli obiettivi. Ora ci mancano 8 giornate per chiudere il campionato e occorre comunque dare il massimo. Poi ci sarà l’Europa League e noi proveremo certamente a vincere».

SERENITÀ E ATTESA. Ci sono, però, due casi da gestire e possibilme­nte da risolvere. Il primo è quello di Lautaro: «Parliamo di un ragazzo di 23 anni che può essere in un periodo involutivo della sua carriera legato alle continue voci che lo rincorrono e lo condiziona­no. Adesso deve ritrovare la serenità necessari per prendersi le sue soddisfazi­oni personali e per dare il contributo all'Inter come è accaduto nella prima parte della stagione». L’altro riguarda Eriksen: «Ha avuto qualche difficoltà di inseriment­o, ma è un grande giocatore e sicurament­e può dare molto di più. Noi lo aspetterem­o con calma ma anche qui Conte sta facendo un ottimo lavoro».

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Antonio Conte, 50 anni, alla prima stagione nell’Inter. Dopo il lockdown per lui 3 vittorie (1 recupero), 1 pari e 1 ko
Frenata Antonio Conte, 50 anni, alla prima stagione nell’Inter. Dopo il lockdown per lui 3 vittorie (1 recupero), 1 pari e 1 ko
 ?? GETTY ?? Lukaku e Lautaro in campo contro il Bologna. Se il belga ha pure segnato un gol, l’Inter ha perso, col compagno che ha sbagliato un rigore, “strappato” a Romelu, rigorista ufficiale
GETTY Lukaku e Lautaro in campo contro il Bologna. Se il belga ha pure segnato un gol, l’Inter ha perso, col compagno che ha sbagliato un rigore, “strappato” a Romelu, rigorista ufficiale

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