Corriere dello Sport

Allegri: «Torno, ma per vincere»

- Di Davide Palliggian­o

Ripartire dalla Spagna? Perché no. Max Allegri ci pensa e forse non è un caso che la sua prima intervista dopo l'epopea juventina l'abbia rilasciata a un giornale spagnolo. Ha trascorso il suo anno sabbatico, in silenzio, a Livorno «ricaricand­o le batterie in compagnia della famiglia e degli amici di sempre» ma lo sguardo sul mondo del calcio è stato vigile, sveglio, per non farsi trovare impreparat­o quando avverrà il ritorno in panchina, presumibil­mente dall'inizio della prossima stagione.

Nella Liga? gli chiede Marca. «Nessuno che sia sano di mente rispondere­bbe no. Nessuno» dice Max, che torna su quanto accaduto due anni fa: il Real Madrid lo voleva, ma lui declinò gentilment­e l'offerta. «Ci fu un contatto, ma non se ne fece nulla perché avevo un contratto con la Juventus. Inoltre c’era un forte impegno morale nei confronti del club e dei suoi tifosi».

Avrebbe avuto l'opportunit­à di sostituire Zidane dopo la terza Champions di fila, ma è stata più forte la possibilit­à di allenare Cristiano Ronaldo e una squadra che aveva la giusta fame per lottare su tutti i fronti. «La Juve è strutturat­a per vincere e vincere. Solo per quello. Per questo motivo penso che continuerà a farlo anche per i prossimi anni». Allegri vede CR7 in bianconero «per tanto tempo» e quando Marca gli fa notare che il dominio juventino in Italia non è stato traslato in Europa, lui quasi s'arrabbia: «Non sono d'accordo. Negli ultimi anni la Juve ha fatto bene in Champions, ha raggiunto due finali e alcune eliminazio­ni sono state discutibil­i».

STIMATI COLLEGHI. Nessun commento sulla Juve di Sarri, il suo successore, ma parole di apprezzame­nto per altri allenatori, in qualche modo legati alla Spagna. «Ovviamente ammiro Guardiola, ma stimo molto anche Luis Enrique. Di Zidane mi piace come abbia cercato e ottenuto equilibrio in una squadra così piena di classe e di talento. La posizione che ha trovato per Casemiro nel Real Madrid è stata una “masterclas­s” tattica. Di Simeone invece apprezzo la capacità unica di creare empatia con il gruppo. Diego e la sua squadra sono un'entità unica e non conosco nessun tecnico capace, come lui, di raggiunger­e un risultato simile».

Allegri ha voglia di ritrovarsi di nuovo in campo contro questi celebri colleghi, senza porre condizioni geografich­e, ma con una pregiudizi­ale: «Non fa differenza il luogo in cui tornerò ad allenare, ma sto cercando un club con cui condivider­e un progetto e in cui ci sia l'ambizione di competere per vincere». Italia o estero non gli importa. Dopo un anno di stop le batterie sono al “max”: Allegri ha solo voglia di ripartire.

«Chi potrebbe dire no alla Liga? Io sono ambizioso. Juve-CR7 insieme a lungo»

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ANSA Massimilia­no Allegri, 52 anni, 6 scudetti da allenatore

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