Allegri: «Torno, ma per vincere»
Ripartire dalla Spagna? Perché no. Max Allegri ci pensa e forse non è un caso che la sua prima intervista dopo l'epopea juventina l'abbia rilasciata a un giornale spagnolo. Ha trascorso il suo anno sabbatico, in silenzio, a Livorno «ricaricando le batterie in compagnia della famiglia e degli amici di sempre» ma lo sguardo sul mondo del calcio è stato vigile, sveglio, per non farsi trovare impreparato quando avverrà il ritorno in panchina, presumibilmente dall'inizio della prossima stagione.
Nella Liga? gli chiede Marca. «Nessuno che sia sano di mente risponderebbe no. Nessuno» dice Max, che torna su quanto accaduto due anni fa: il Real Madrid lo voleva, ma lui declinò gentilmente l'offerta. «Ci fu un contatto, ma non se ne fece nulla perché avevo un contratto con la Juventus. Inoltre c’era un forte impegno morale nei confronti del club e dei suoi tifosi».
Avrebbe avuto l'opportunità di sostituire Zidane dopo la terza Champions di fila, ma è stata più forte la possibilità di allenare Cristiano Ronaldo e una squadra che aveva la giusta fame per lottare su tutti i fronti. «La Juve è strutturata per vincere e vincere. Solo per quello. Per questo motivo penso che continuerà a farlo anche per i prossimi anni». Allegri vede CR7 in bianconero «per tanto tempo» e quando Marca gli fa notare che il dominio juventino in Italia non è stato traslato in Europa, lui quasi s'arrabbia: «Non sono d'accordo. Negli ultimi anni la Juve ha fatto bene in Champions, ha raggiunto due finali e alcune eliminazioni sono state discutibili».
STIMATI COLLEGHI. Nessun commento sulla Juve di Sarri, il suo successore, ma parole di apprezzamento per altri allenatori, in qualche modo legati alla Spagna. «Ovviamente ammiro Guardiola, ma stimo molto anche Luis Enrique. Di Zidane mi piace come abbia cercato e ottenuto equilibrio in una squadra così piena di classe e di talento. La posizione che ha trovato per Casemiro nel Real Madrid è stata una “masterclass” tattica. Di Simeone invece apprezzo la capacità unica di creare empatia con il gruppo. Diego e la sua squadra sono un'entità unica e non conosco nessun tecnico capace, come lui, di raggiungere un risultato simile».
Allegri ha voglia di ritrovarsi di nuovo in campo contro questi celebri colleghi, senza porre condizioni geografiche, ma con una pregiudiziale: «Non fa differenza il luogo in cui tornerò ad allenare, ma sto cercando un club con cui condividere un progetto e in cui ci sia l'ambizione di competere per vincere». Italia o estero non gli importa. Dopo un anno di stop le batterie sono al “max”: Allegri ha solo voglia di ripartire.
«Chi potrebbe dire no alla Liga? Io sono ambizioso. Juve-CR7 insieme a lungo»