La super rimonta di Gattuso proiettata verso il futuro
COPPA ITALIA IN BACHECA, MARCIA DECISA IN CAMPIONATO CON UN SOLO STOP: A BERGAMO
- Così lontani (ed era la ventesima giornata di campionato, «appena» dieci partite fa) e poi così vicini (ma sono passati sei mesi, un’eternità) in un quinto posto ch’è diverso, perché a Gattuso lascia dentro sensazioni incoraggianti per il futuro, mentre Paulo Fonseca si rigira tra le fiamme del proprio «inferno». In mezzo, c’è anche la Coppa Italia, che sta lì, a riempire una bacheca nella quale il Napoli sentiva l’esigenza di aggiungere un trofeo. È cambiato il mondo, pure il calcio e anche somaticamente questa classifica che ora Gattuso riesce persino a godersi, senza dimenticare cosa sia servito per rimodellare una squadra a propria immagine e somiglianza: le sconfitte con la Fiorentina e anche quella con il Lecce, ad esempio, ferite che restano lì, e questa serie positiva di sei vittorie nelle ultime sette gare sembra aver suturato.
ABISSO. Il 19 gennaio, a ventiquattro ore dal ko con la Fiorentina, e subito dopo il blitz della Roma a Marassi, con il Genoa, c’è un abisso che separa due mondi, entrambi idealmente proiettati verso la Champions League, divenuto a quel punto un sogno esclusivamente giallorosso: ci sono quattordici punti a separare Gattuso da Fonseca e in mezzo, a far densità, sono ammassate altre sei squadre. Quando Napoli-Roma finisce, e la Champions è ormai utopia per entrambi, però i punti sono diventati per entrambe 48 e la dimensione anche umorale è stravolta: Gattuso ha percezione del mutamento, anche «filosofico», osserva con ottimismo in quell’orizzonte che lo trascina (già) nella prossima stagione, quando la squadra diventerà completamente sua, potrà costruirla secondo parametri e convinzioni personali.
STATISTICHE. La svolta è nei diciotto punti sui ventuno a disposizione conquistati da Cagliari in poi: fanno sei vittorie, uno scivolone a Bergamo, è una ritrovata capacità di fare calcio anche verticale, come contro la Roma. I numeri incoraggiano: dodici gol fatti, sei subiti, in questo percorso riabilitativo per la classifica, una sola partita in bianco (sempre con l’Atalanta; e due (a Cagliari e a Verona) senza subire reti. Una consistenza tecnica che contiene in sé anche una natura più ampia di squadra, che per un po’ gioca coprendosi le spalle e poi, nel tempo, esibisce anche una propria autorevole capacità di fare la partita, di palleggiare.
L’“altro” Napoli, quello che Gattuso ha immaginato, s’è anche intrufolato - per ovvie esigenze - nel turn over, l’ha sfruttato per cominciare ad avere risposte definitive di chi è rimasto troppo a lungo nell’ombra: mentre adesso è necessario inseguire un fascio di luce, che vada persino oltre questa rimonta.
Sei vittorie su sette Agganciata la Roma che aveva quattordici punti di vantaggio