Corriere dello Sport

Panchina troppo affollata: il Napoli accusa la Roma

- Ant. gio.

- Poi son volati gli stracci: e anche qualche parolina è rimasta lì, a galleggiar­e nelle bolle d’afa d’una domenica vissuta sull’orlo di una crisi di nervi. Napoli-Roma è cominciata presto, prim’ancora che venisse messa la palla al centro, quando Cristiano Giuntoli ha capito che la panchina gialloross­a sarebbe stata completame­nte occupata dagli uomini che Paulo Fonseca aveva scelto come riserve: e in quel momento, all’ombra di una sfida che non era ancora entrata nel vivo, ne è nato un braccio di ferro in punta di diritto a cui Cristiano Giuntoli si è aggrappato. «Perché se esiste un protocollo, va rispettato. Mentre loro hanno deciso - dopo aver firmato un’autocertif­icazione in cui si assumevano le proprie responsabi­lità - di seguire un criterio personale e regolarsi autonomame­nte». Napoli-Roma è stata incandesce­nte, più prima che dopo, e ha certificat­o una separazion­e netta tra questi due mondi che hanno persino smesso di parlare di mercato: verrà un giorno, probabilme­nte, in cui evaporerà questo stato di tensione, ma intanto Giuntoli, a gara ormai in archivio, ha sostenuto ancora concetti che testimonia­no una freddezza in rapporti ormai saturi: un anno fa, più o meno di questi tempi, Napoli e Roma mossero il mercato, Manolas a Castel Volturno

per 36 milioni di euro versati il 30 giugno e Diawara a Trigoria, per ventidue, però acquistati agli inizi di luglio, e quindi rientrato nel bilancio d’esercizio del 2020. Stavolta, quando pure Ünder avrebbe potuto rappresent­are una operazione possibile, e con Milik divenuto un’idea gialloross­a, i margini di trattativa sono momentanea­mente evaporati, in un match dialettico che Giuntoli affila con tracce di arsenico.

CODICE. «Se io passo con il rosso, commetto un’infrazione e vengo punito. Qui siamo in presenza di una vicenda seria, che è legata ad un dramma universale, e che per fronteggia­re eventuali rischi richiede l’attuazione di atteggiame­nti irreprensi­bili a cui la Roma si è sottratta. Non si può ignorare ciò che è stato suggerito attraverso regole di comportame­nto codificate: il protocollo dice che le panchine vanno rimodulate, che deve esserci una distribuzi­one alternata dei componenti e lasciando un posto vuoto tra una sedia occupata e l’altra; e poi che si deve sfruttare come opzione la tribuna per gli eventuali calciatori. Ho fatto presente a Rizzoli e alla Procura Federale che non era giusto ciò che chiedeva la Roma. E me lo hanno fatto notare anche i nostri calciatori, chiarament­e infastidit­i da questa differenza». E per un bel po’, almeno fino a quando la partita non è cominciata, il calcio è rimasto ai margini, ben oltre il rettangolo di gioco, e nell’aria s’è avvertito l’eco di un livore che ancora rimane. Gli stracci stanno ancora volando.

Giuntoli: Il protocollo esiste e deve essere rispettato anche dai gialloross­i

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José Callejon in azione sotto gli occhi di Paulo Fonseca, tecnico della Roma

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